La lezione all'università

Mogol, la musica e i giovani: “La canzone d’autore resta nel tempo, ora con i social contano i follower”

Giulio Rapetti, il più celebre paroliere della storia della musica italiana e che con i suoi brani ha fatto cantare intere generazioni, ospite questa mattina (9 giugno) all'Università del Molise. Non solo le canzoni, Mogol ha lanciato messaggio significativi ai più giovani: "Il coraggio di vivere lo acquisiamo quando abbiamo il coraggio di morire". Nell'incontro ha ricordato anche il suo impegno con la Nazionale italiana cantanti che ha fondato: "Abbiamo raccolto 100 milioni per i bambini malati"

Un ‘viaggio’ per parole e immagini di oltre 50 anni di carriera. Non poteva che essere altrimenti nell’incontro con il più importante paroliere della storia della musica italiana: Giulio Rapetti, in arte Mogol, 85 anni, ha fatto cantare (e innamorare) con le sue canzoni immortali interpretate dai più grandi artisti del nostro Paese generazioni di italiani. E’ stato ospite questa mattina 9 giugno dell’Università degli Studi del Molise di un incontro che si è svolto nell’Aula Magna e intitolato ‘Parola a Mogol’.

Scrittore e produttore discografico, ha raccontato la sua esperienza professionale e della sua vita iniziata nel 1959. “Ho guadagnato 5 mila lire con la mia prima canzone – ha detto – e guadagnavo più così che con le versioni”. “La canzone d’autore è legata nel tempo, ora con i social e la tecnologia scelgono i follower. Si annulla la validità del testo e del testo e questo va a danno del valore delle canzoni”.

“Il mio primo grande successo è legato a Carlo Donida, uno straordinario musicista”, ha raccontato ricordando gli esordi della sua carriera con ‘Briciole di baci’ (1960) ed ‘intervistato’ eccezionalmente dal rettore Luca Brunese e dal professore Pier Paolo Bellini, quest’ultimo docente del laboratorio di linguaggi musicali nella Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Ateneo molisano.

Nel 1961 arriva la consacrazione da paroliere con il brano ‘Al di là’, che vince il Festival di Sanremo, scritto da lui e interpretato da Luciano Tajoli e Betty Curtis.

Mogol all'università

Il primo messaggio ai giovani è un invito a lavorare sodo ogni giorno e di non farsi abbagliare da Talent televisivi in voga negli ultimi tempi: “Il talento non emerge prepotente, ma bisogna cominciare a coltivarlo perché poi cresce fino a quando fa un ‘salto’ spaventoso. Quindi, bisogna lavorare per svilupparlo. Lo diceva Albert Einstein diceva: ‘Genius is one percent inspiration and ninety-nine percent perspiration’. Bisogna poi ricordarsi che anche in questo campo l’umiltà è la base del successo e della vita”.

Nel corso dell’incontro con i ragazzi Mogol ha ricordato alcuni degli artisti con cui ha lavorato come Lucio Battisti (“amava più le critiche che i complimenti perché le critiche fanno crescere e migliorare”) e Mango per il quale ha scritto brani celebri come ‘Oro’, ‘Monna Lisa’ e ‘Mediterraneo’. “Era un grande uomo, oltre che un grande artista”, le sue parole sull’artista lucano morto nel 2014 a 60 anni. “E’ morto durante uno spettacolo di solidarietà, aveva deciso di cantare anche se aveva già qualche problema di salute”.

L’elenco degli artisti per cui ha scritto canzoni che sono un patrimonio della nostra musica è lunghissimo: Mina, Riccardo Cocciante, Adriano Celentano, Equipe 84, Fausto Leali, Little Tony, Caterina Caselli, il campobassano Tony Dallara, Anna Tatangelo.

“Non ho una canzone preferita, amo tutte quelle ho scritto”, ha scandito. “Una volta un professore di lettere mi ha detto che trovava straordinario il verso di una mia canzone: l’universo trova spazio dentro me”. E’ un verso del brano cantato di Lucio Battisti ‘I giardini di marzo’, nel quale si parla anche del coraggio di vivere, altro tema affrontato da Mogol nel suo incontro all’Università: “Il coraggio di vivere lo acquisiamo quando abbiamo il coraggio di capire e accettare che moriremo. Dobbiamo riflettere molto sulla morte, perché ci fa comprendere la vera ragione per cui siamo nati”, ha sottolineato ancora ricordando più volte la sue fede cattolica. “Io prego molto, lo faccio ancora di più da quando ho conosciuto mia moglie”.

Un passo indietro alla sua infanzia (“è stata felice”) vissuta tra i campi di grano – altra immagine che ricorre nel celebre brano ‘Pensieri e parole’ sempre interpretata da Lucio Battisti – e con l’uomo con il carretto dei gelati (‘Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati’ è il famoso incipit de ‘I giardini di marzo’).

Non solo la musica. Mogol è molto impegnato nel sociale: ha fondato la Nazionale italiana cantanti e “in questi anni abbiamo raccolto 100 milioni per i bambini malati”. Agli studenti ha lasciato anche un altro insegnamento: “Dobbiamo ambire a diventare nobili d’animo, dobbiamo essere coscienti che ogni giorno dobbiamo migliorarci” e poi “dobbiamo essere sereni e accettare il nostro destino”.

L’impegno per i giovani talenti di Rapetti è stato concreto: ha fondato il Cet (Centro europeo toscolano) proprio per formare e valorizzare i nuovi professionisti della musica pop.

Prima dell’inizio dell’incontro con gli studenti, Mogol ha avuto un breve colloquio con il presidente della Regione Molise Donato Toma (grande appassionato di musica) e del sindaco di Campobasso Roberto Gravina.

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