Notebook della settimana

La crisi del M5S/ Quel Patto del Caciocavallo siglato da Di Maio e Greco

Da presidente del Consiglio, Giuseppe Conte fece una fugace visita in Molise e all’uscita dalla Prefettura di Campobasso disse  scherzando “Mi fate andare via senza un caciocavallo…”.

La battuta è un po’ scemotta ma aveva un retroterra.

Molti mesi prima infatti, sotto elezioni, Luigi Di Maio con Greco al fianco, sviolinava: “Il Molise è un posto meraviglioso! Non poteva mancare il caciocavallo, grazie ad Andrea che mi sta facendo scoprire bellezze ed eccellenze di questa straordinaria regione”.

Ma andiamo con ordine. Il 12 giugno scorso, Greco si candida a governare il Molise. Una mossa che, alla luce del disastroso flop elettorale dei 5S, ci apparve politicamente troppo precipitosa. Ora invece scopriamo che i suoi tempi non erano affatto bruciati ma calcolati, premeditati e siglati da un Patto del Caciocavallo.

Andrea Greco è da sempre un turbo dimaiano, lo imita al millesimo perfino nel vestiario (vedi foto), confessava di sognarsi Giggino di notte, spasimava per lui al limite del “coming out”. Non senza ragioni, del resto, vista l’innegabile intelligenza e astuzia politica con cui il ministro degli Esteri ha condotto l’Operazione Sgancio dal M5S, dal Vaffa e dall’Uno vale Uno.

Tutto dunque fa pensare che l’anticipata auto-candidatura di Greco sia stata il frutto calcolato e collaterale della cronometrica bomba a orologeria sganciata contro Giuseppe Conte.

I consiglieri regionali e comunali 5S fanno intanto quadrato intorno all’Avvocato del Popolo, ma un Greco che balla da solo fa spuntare rotture di sodalizi e cameratismi, fa agitare de profundis per sogni perduti e ognuno si chiede se e con chi stare insieme per un futuro personale e politico.

In effetti l’improvvisa stardust* molisana ha destabilizzato interessi, equilibri, amicizie, identità e convinzioni. Greco ha fatto il finto Cincinnato, ma poi da Gravina alla Manzo, da Federico a Cretella, sofferenze e lacerazioni, mutismi e smarrimenti sono stati il lievito del furbo retropede di Greco, previa riassicurazione sulla precoce auto-candidatura.

La spaccatura dei 5S correva il rischio di degenerare in una autodistruttiva mors tua vita mea. Andrea lo ha evitato, anche se si è rimesso in linea con troppo ritardo per non essere stato incoraggiato proprio da Giggino, uno che guarda lontano. (Tu intanto fatti eleggere, poi vediamo.)

E dire che le destre, non meno dilaniate al proprio interno, speravano di capitalizzare la crisi grillina, come traspariva da gongolanti giornali e telegiornali.

Rimane comunque in ballo il futuro del Molise per il quale servirebbe il coraggio di un serio ripensamento che dia luogo alla nascita di un federativo progetto progressista.

Il nome? Uno qualunque, accetteremmo perfino “Patto del Caciocavallo 2”.

 

* Stardust (Polvere di stelle) è una delle più belle canzoni americane degli anni ’50.

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