Pozzilli

Il nuovo impianto a biometano fa discutere, Consiglio comunale pronto ad opporsi

Per l'amministrazione comunale la realizzazione della centrale da parte del gruppo Valerio comporterà problemi di salute pubblica e di esalazioni nauseabonde. La sindaca Passarelli: "Sono pronta ad andare in Procura, questo impianto va fermato"

Non solo Riccia, dove si sta ostacolando un mega impianto milionario per la produzione di gas nelle campagna del Fortore. Si è aperto un altro fronte contrario all’apertura di un impianto a biometano: questa volta in provincia di Isernia, a Pozzilli per la precisione, area interessata da un importante nucleo industriale. Nel comune che annovera poco più di 2mila abitanti sta facendo discutere il progetto presentato più di due anni fa da un noto gruppo imprenditoriale per la costruzione dell’impianto: l’azienda della famiglia Valerio, già proprietaria della Smaltimenti Sud e che “a Pozzilli ha acquistato la ex Fonderghisa”, dice la sindaca Stefania Passarelli riferendosi alla vecchia acciaieria del paese. La centrale a biometano si inserisce nell’ambito delle fonti di energia rinnovabile sui cui il governo italiano sta spingendo per evitare i rifornimenti di gas dalla Russia.

Il prossimo 23 giugno il Consiglio comunale di Pozzilli formalizzerà il suo ‘no’ alla costruzione della centrale a biometano votando una delibera che fa il paio con la posizione contraria espressa dal Consorzio industriale.

La sindaca definisce un “mostro ecologico” l’impianto che sarebbe realizzato “in un’area popolata e ricca di attività commerciali, oltre che a poca distanza dalle nostre sedi universitarie che sono frequentate da 800 studenti”. La zona in questione è la frazione di Triverno: 150 residenti. Mentre l’indotto industriale conta 1.500 dipendenti. Pozzilli è anche il paese in cui sorge l’istituto di cura e ricerca Neuromed e il suo parco tecnologico.

Per il Comune di Pozzilli c’è un problema di salute pubblica (che “va tutelata”), oltre agli odori nauseabondi che la centrale potrebbe rilasciare. “Sono andata a Bologna per capire il funzionamento di uno di questi impianti che si trovava in campagna. Le assicuro che c’era una puzza insopportabile. Anche per questo siamo allarmati”, sottolinea ancora la Passarelli. “La centrale non può essere costruita qui, magari si poteva realizzare vicino alla discarica di Isernia…”

Manca un passaggio prima dell’autorizzazione definitiva: l’ultima Conferenza dei servizi nella quale i vari enti che ne fanno parte esprimeranno parere favorevole o contrario. “Solo l’Arpa e la provincia di Isernia possono fermare questo impianto”, insiste la sindaca che ricorda al tempo stesso che al Tar Molise pende un ricorso attualmente sub iudice.

“Io sono pronta a tutto pur di impedire questa centrale, anche a presentare esposti in Procura“. Intanto giovedì prossimo il Consiglio comunale prenderà una posizione ufficiale. Alla riunione dell’assise civica parteciperà anche l’ingegnere Anna Lisa Brandelli di Pescara che per il Consorzio industriale Isernia-Venafro ha realizzato uno specifico studio tecnico presentato in Conferenza dei Servizi.

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