Il selecontrollo contro l'invasione

Gli agricoltori potranno sparare ai cinghiali: corsi da luglio. “Non diventeranno ‘sceriffi'”

Per arginare l'invasione dei circa 40mila ungulati rilevati in Molise, la Coldiretti avvia i corsi di selecontrollo destinati agli imprenditori agricoli con la licenza di caccia. Spinelli: "In ballo la pubblica sicurezza: a Piedimonte Matese è morto un ragazzo di 18 anni dopo lo scontro tra la sua auto e un cinghiale".

“Non vogliamo trasformare gli imprenditori agricoli in sceriffi, ma qui è in ballo la sicurezza pubblica oltre che la produzione agricola: a Piedimonte Matese è morto un ragazzo di 18 anni dopo l’impatto della sua auto contro un cinghiale”. Giuseppe Spinelli, delegato confederale di Coldiretti Molise, sintetizza con queste parole l’obiettivo dei corsi di selecontrollo che prenderanno il via da luglio e rivolti ai proprietari o conduttori di fondi agricoli dotati di licenza di caccia. Anche se la caccia è chiusa, potranno sparare ai cinghiali, la cui proliferazione è fuori controllo (si contano tra i 30 e i 40mila esemplari in Molise). Oltre alla distruzione dei campi coltivati, c’è un altro problema: la diffusione della peste suina che potrebbe provocare danni importanti alle aziende zootecniche che allevano maiali (in Molise ve ne sono circa 300) in quanto i cinghiali sono il principale veicolo di diffusione del virus che può risultare letale sia per i cinghiali che per i suini.

Da lunedì 6 giugno si potrà inviare l’adesione per partecipare ai corsi di abilitazione che avranno una durata di 25 ore ‘spalmate’ su più giorni. Bisognerà pagare 90 euro per il corso completo, 45 euro per i cacciatori già abilitati. Ci si può rivolgere alle ATC di Campobasso ed Isernia ed a tutti gli uffici di Coldiretti Molise dislocati sull’intero territorio regionale.

Coldiretti ascolese Cavaliere spinelli

“Al termine del corso – le parole di Spinelli – il candidato che avrà frequentato almeno l’80% delle ore di formazione previste dovrà sostenere un esame scritto ed una prova orale, il cui superamento darà diritto alla prova finale abilitativa di tiro”. Potranno essere ammessi a frequentare i corsi i titolari di aziende agricole e zootecniche o conduttori dei fondi sui quali si vorrà attuare l’intervento di controllo purché residenti nella regione Molise da almeno 5 anni, muniti di regolare licenza di caccia in corso di validità ed in possesso, o in procinto di munirsi, di un’apposita carabina a canna rigata atta a tale uso.

“Il selecontrollo è solo un ulteriore passo verso la risoluzione del problema che, lo ribadiamo, potrà essere risolto solo con la modifica della Legge 157/92 sulla fauna selvatica”, aggiunge Spinelli che oggi pomeriggio ha incontrato i giornalisti assieme al direttore regionale, Aniello Ascolese, e all’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, che lo scorso anno ha presentato in Giunta una proposta di delibera, approvata all’unanimità, con cui si disciplina il controllo delle popolazioni del cinghiale in Regione.

“Solo nell’attuale legislatura – ricorda Ascolese – sono stati erogati i rimborsi per i danni provocati dai cinghiali. Nel 2018 non c’era un euro destinato a tale problematica”. “Abbiamo stanziato 800mila euro all’anno, una cifra che quest’anno è salita a un milione”, rivendica Cavaliere.

“Chi viene abilitato al selecontrollo potrà sparare anche nelle vicinanze di un paese o di un campo sportivo che si trova fuori paese, ossia laddove ci sono limitazioni per il cacciatore che non può intervenire”, spiega ancora l’assessore. “Poi noi ci auguriamo che venga approvato l’apposito decreto interministeriale che dovrebbe essere approvato entro l’estate”.  Decreto atteso dagli imprenditori e dai sindacati che “consentirà di sparare ai cinghiali anche nelle oasi in cui i cinghiali si nascondono”.

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“La selezione e il selecontrollo sono l’unico modo per ridurre gli ungulati sul territorio“, aggiunge Spinelli rispondendo alle critiche di animalisti e ambientalisti contrari alle doppiette che rischiano di far ‘scoppiare’ ulteriormente l’emergenza. Per un semplice motivo, sostenuto anche da alcuni esperti: i cinghiali vivono in società matriarcali, nelle quali la cosiddetta matriarca è l’unica che si riproduce rispetto a tutte le altre femmine del gruppo. Se viene uccisa, viene ‘liberalizzato’ l’accoppiamento e quindi la riproduzione che causa la moltiplicazione degli animali.

Per la Coldiretti, il selecontrollo consentirà di tutelare le produzioni agricole in questo particolare momento storico e in cui pesano gli effetti della guerra in Ucraina sull’approvvigionamento di materie prime. “Oggi l’Europa – la riflessione di Ascolese – ci chiede di aumentare la produzione perchè i granai sono vuoti. Ma spesso quanto seminato viene purtroppo distrutto dai cinghiali”.

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