L'Ospite

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Corpus Domini, il grazie alla città tutta

Veramente sento il dovere di dire un GRAZIE vivissimo alla città tutta, per la festa del Corpus Domini. Tutto si è svolto con entusiasmo e larga partecipazione dei cittadini e fedeli. A ciascuno ripeto la gioia mia di Vescovo. La città si è rivestita di esultanza, hanno gioito anche i piccoli e i poveri, perché il pane che viene consacrato è il pane che va donato a tutti.

In particolare, sento di dover ringraziare per il fatto che si è creata una vera armonia tra il momento civico e l’aspetto religioso e liturgico, anche per la scelta di siti diversi, armoniosamente intrecciati senza reciproco disturbo.

Inoltre, ormai possiamo dire che questa festa raccoglie tutte le altre feste che la città con gioia celebra. Si lega, infatti, al grido di dolore che la Vergine Maria fa sgorgare nel nostro cuore il Venerdì santo. Quel canto, nobilissimo, che ci fa dire” Teco vorrei soffrire…!”viene qui raccolto nella consolazione che l’eucarestia porta a tutti i sofferenti, specie quando il Santissimo benedice gli ammalati e la città dall’alto del balcone. Oppure, la lotta contro il drago di san Giorgio, nostro patrono, viene ora rivalorizzata dentro la forza della condivisione fraterna che il pane eucaristico possiede.  E quell’Infiorata che la città sente gioiosa per la discesa di Maria dall’alto del Monte si ripete qui, ora, quando è lo stesso Signore che viene a camminare con noi, lungo le nostre strade, che si aprono e si adornano con tappeti e coperte di bellezza.

E’ subito facile vedere allora che tutte le nostre feste cittadine sono un unico messaggio di esultanza, di condivisione, di forza contro il male, di speranza nelle tribolazioni, come il covid o l’insidia della guerra.

I tredici “misteri” li abbiamo riscoperti, uno ad uno, in una innovativa rilettura biblica e teologica, colta dal punto di vista catechistico, che parla tramite le due mani educative, ben intrecciate in un clima di preghiera. Sono la spiritualità e il folklore. Mai scinderli, mai separare le due valenze intime che li rendono fattore indispensabile per il cammino di un popolo, come il popolo campobassano, a me tanto vicino.

La Parola di Dio, che ho commentato con impegno e zelo, si è fatta luce per le scelte anche sociali e politiche che la città deve affrontare, come l’attenzione alle periferie e ai quartieri più disagiati, che vanno visitati, uno ad uno, come mi diceva anche il signor Sindaco, che ringrazio per la sua puntuale partecipazione a tutti i singoli momenti liturgici. E’ risuonato per tutti il grande messaggio dell’enciclica Laudato SI: “Solo se il pane sarà benedetto., potrà essere condiviso e spartito!”. Cioè  la fede ha un intima e perenne forza di solidarietà sociale e personale.

Per questo, è stato gradito a tutti, specie alle famiglie, il grido di pace che si è più volte ripetuto, nella piazza gremitissima alla conclusione dei Misteri che rivelano il grande mistero della fraternità umana, attorno all’Eucarestia. Ci voleva quel grido. Ci ha innestati nella storia odierna. Ed è stato bello che sia stato scelto Vlad, ragazzo Ucraino, come il bimbo che rappresenta Isacco, offerto dal maestoso Abramo, che ringraziamo immensamente per i suoi fedelissimi anni di presenza nei Misteri!

Il centro storico, infine, ha esultato per la bellezza dell’eucarestia finale, accolti gioiosamente da don Luigi, parroco di san Leonardo, sui cui spalti abbiamo celebrato la messa conclusiva.

Veramente Pane e cielo. Pane condiviso e cielo nel volto dei nostri bambini, contemplati nell’azzurro di quel giorno di luce, anche per la dolce brezza di freschezza che correva in città. Grazie.

                                                            + p. GianCarlo, Vescovo

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