A mali estremi, estremi rimedi

Cinghiali, incidenti in aumento ma iter giudiziario lungo: crescono le richieste di polizze ad hoc

Chi chiama in causa la Regione, o l'ente proprietario delle strada dove accadono i sinistri, rischia di vedersi riconosciuti i danni dopo oltre cinque anni di udienze giudiziarie e per questo in molti scelgono di firmare le polizze assicurative per tutelarsi da eventuali danni. Gli assicuratori: "Abbiamo raggiunto anche il 25 per cento di richieste in più"

Meglio firmare una polizza assicurativa contro il rischio di collisione con animali selvatici che impelagarsi in un iter giudiziario lungo e tortuso – che chiama in causa la Regione Molise (nello specifico) e l’ente proprietario della strada – per vedersi risarcire i danni e non privarsi della propria automobile per un lungo periodo.

Su questo sono d’accordo la maggior parte degli avvocati chiamati quasi quotidianamente ad occuparsi di queste dinamiche sempre più diffuse sulle strade molisane, ma lo sono anche i titolari delle polizze assicurative che proprio al riguardo hanno visto nel recente periodo un aumento di richieste per la copertura dei rischi che supera il 20 per cento.

I cinghiali in Molise sono ovunque. Lungo le strade provinciali, le strade statali e finanche pere le strade cittadine. “Pascolano” indisturbati e senza paura. Un allarme che nonostante appelli e denunce da parte dei cittadini e addetti al settore non accenna a diminuire, tanto che molti automobilisti a fronte di incidenti accaduti o rischi sfiorati hanno deciso di firmare con le proprie assicurazioni una polizza che li ‘protegga’ dai rischi.

“Molti clienti recentemente hanno chiesto delucidazioni su questo genere di servizio e hanno scelto di sottoscrivere le polizze per viaggiare sicuri – hanno spiegato all’Unipol di Campobasso –. Di pari passo con questo tipo di assicurazione, viaggia anche la richiesta che riguarda la protezione del veicolo dai danni eventuali causati da calamità naturali come per esempio le violente grandinate”.

Angelo Baranello, titolare della Vittoria Assicurazioni, conferma lo stesso dato: “C’è stato un sostanziale aumento di questo genere di richiesta perché gli incidenti in tal senso sono sempre più frequenti”. Conferma l’aumento anche l’Agenzia Cattolica. In percentuale si parla di una maggiorazione di richieste che sfiora il 25 per cento. E perché l’automobilista sceglie di investire circa cento euro all’anno piuttosto che affidarsi ad un eventuale iter giudiziario che chiama in causa sempre la Regione Molise (gestore della fauna selvatica) e l’ente proprietario del tratto di strada dove eventualmente accade il sinistro, lo spiega l’avvocato Giuseppe Lattanzio che si occupa anche di sinistri stradali e che sempre più spesso si ritrova ad avere a che fare con incidenti che riguardano l’investimento di cinghiali oppure di altri tipi di animali selvatici come per esempio cervi o tassi. “Meglio assicurarsi – spiega il legale – perché l’iter giudiziario è solitamente lungo e tortuoso”.

In caso di incidente con un ungulato o un altro tipo di animale selvatico, un automobilista che cosa deve fare?

Prima di tutto fermarsi e chiamare le forze dell’ordine o la Forestale. Se l’animale è a terra morto è facile dimostrare che c’è stato l’investimento. Ma se l’auto viene danneggiata e l’animale scappa, occorre che ci siano segni che sia stato proprio un animale a farlo per avere la copertura assicurativa. Se poi si procede per le vie legali con le denunce verso gli enti preposti la strada si fa assai più complessa e lunga perché “gli orientamenti del Tribunale ma anche quelli della Cassazione che si sono succeduti nel tempo – spiega l’avvocato – non sempre sono univoci”.

“L’aumento dei cinghiali è legato e correlato ad una responsabilità della Regione, ente predisposto per legge alla gestione della fauna selvatica (cinghiali, caprioli, cervi, tassi…). L’unica certezza della giurisprudenza – continua – è che responsabile della fauna selvatica è certamente la Regione a meno che l’Ente proprietario della strada (che a seconda dei casi può essere la Provincia, l’Anas, il Comune) chiamato a rispondere quando la Regione dimostra di aver segnalato la presenza di animali selvatici sul tratto stradale non si è invece attivato a porre la segnaletica di pericolo”.

E cita una recente sentenza in base alla quale il Tribunale di Campobasso ha condannato la Regione Molise per essere proprietaria della fauna e l’Anas per non aver ottemperato con diligenza alla segnaletica nonostante fosse stata edotta dalla Regione. Un danno che ammontava a circa 6mila euro ma che l’utente ha visto risarcito dopo cinque anni di causa giudiziaria. Da qui la scelta – affatto opinabile – di molti automobilisti di ricorrere alle polizze assicurative.

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