Montenero di bisaccia

Bullismo e droghe, la lezione degli esperti agli studenti. E la testimonianza: “Fate in tempo a dire no”

Si è svolto ieri, 31 maggio, a Montenero di Bisaccia nella Sala Consiliare del Comune il convegno intitolato ‘Stop bullism cyberbullism and drugs addictions’ che ha visto la partecipazione di diversi Enti ed Istituzioni del territorio quali l’Istituto Omnicomprensivo di Montenero di Bisaccia, la comunità ‘Red’, gli uomini dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia, il Ser.T. di Termoli ed il Comune di Montenero.

A dare il benvenuto ai tanti presenti nella sala consiliare è stato l’avvocato Teresio Di Pietro, già consulente del Consultorio di Termoli.

La dirigente scolastica Patrizia Ancora dopo aver ringraziato i relatori e gli organizzatori del convegno per aver posto al centro dell’attenzione tematiche delicate ed importanti quali sono le dipendenze, il bullismo ed cyberbullismo ha sottolineato il ruolo della Scuola quale “agenzia educativa che ha il dovere morale di farsi carico delle problematiche che rivelano un disagio dei ragazzi, spesso la difficoltà nel sentirsi accettati”.

La dirigente ha poi ricordato altri due progetti realizzati dagli studenti dell’IPSIA guidati dai docenti nel corso dell’anno scolastico che sta per concludersi: si tratta della mostra storico-documentaria “Taggati a Montenero”, progetto conclusivo del blog “Insta-Amiamo Montenero, ed il corso CNC-LAB@IPSIA sull’uso del Proxxon Tornio PD400/CNC. “Sono progetti che dimostrano il lavoro capillare fatto dai docenti per assicurare un futuro qualificante ai nostri ragazzi – ha ribadito la dirigente Ancora -, l’Ipsia di Montenero è una scuola piccola ma non per questo non in grado di garantire qualità”.

Chiare e determinate le parole del sindaco di Montenero di Bisaccia Simona Contucci che in apertura del suo intervento ha dichiarato: “Credo poco nella creazione degli sportelli, perché il vero problema resta la resistenza delle famiglie. Credo molto invece nella filiera istituzionale: quando la scuola, la chiesa, la rete sociale e istituzionale, quando la rete tra questi enti funziona si riesce a fare un ottimo lavoro di prevenzione e di contrasto delle devianze”.

Al tavolo dei relatori è stata poi la volta della Psicologa e Psicoterapeuta della comunità ‘Red’ Luana Cavicchio che ha parlato della necessità di fornire strumenti adatti per poter avere una prevenzione efficace. La psicologa ha poi spiegato quanto l’età media di inizio di assunzione delle droghe si sia abbassata a 12 anni. Quale metodo di contrasto la psicologa ha consigliato la proposizione di stili di vita e comportamenti sani. “Bullismo e cyberbullismo nascono da una grande sicurezza di sé a poca consapevolezza delle conseguenze – ha detto la dottoressa Cavicchio – e una delle conseguenza peggiori è la solitudine”.

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A fare il punto sulle attività e le metodologie utilizzate nella comunità ‘Red’ di Montenero è stata la psicologa Debora Ruberto che ha spiegato come dalla fase di accoglienza, in cui gli utenti riconoscono gli atteggiamenti devianti o di dipendenza, si passa attraverso diversi step alla fase residenziale nella quale ci si prende cura di sé stessi collaborando con il gruppo. Segue poi la fase di reinserimento e monitoraggio con la comunità esterna.

Uno degli interventi che maggiormente ha saputo attrarre l’attenzione dei presenti e degli studenti è stato quello di Giuseppe, attualmente operatore sanitario della comunità ‘Red’ ed ex utente con un passato di dipendenze. Le parole di Giuseppe hanno sottolineato quanto sia sottile il limite tra assunzioni di droghe ritenute leggere e quelle più nocive e di quanto sia illusorio il limite che gli assuntori si pongono all’inizio dell’uso di sostanze.

Il racconto della enorme difficoltà del percorso di vita, della perdita di quanto di più caro come figli, amici ed affetti, l’isolamento, la perdita di fiducia da parte della società, la strada in salita verso il percorso di consapevolezza della dipendenza e di ritrovamento della propria identità fatto insieme agli operatori della comunità ‘Red’ ha dato un importante contributo all’evento. Infine un monito per i ragazzi presenti: “Non sottovalutate le assunzioni settimanali perché degli studi hanno dimostrato che il cervello si modifica in funzione di ogni genere di dipendenza. Alla vostra età fate ancora in tempo a dire NO, dire no a qualcosa che può distruggere la vostra vita. Un consiglio è quello di parlarne, esprimere sempre quello che avete dentro, anche se reputate che sia sbagliato è importante parlarne perché potete avere sempre un buon consiglio di parte di tutti”.

L’Assistente sociale del Ser.T. di Termoli Isabella Dantuono si è avvalsa dell’aiuto di alcuni video per spiegare ai ragazzi quali possono essere le principali dipendenze e quali conseguenze portano. La dottoressa Dantuono ha spiegato quale è la tipologia di utente che frequenta il Ser.T.: “Famiglie disorganizzate o dipendenti gravi che hanno appena preso consapevolezza della gravità del percorso che hanno intrapreso”.

L’assistete sociale ha poi spiegato perché è pericolosa la dipendenza nell’adolescenza: “Perché l’adolescente si sta costruendo un’identità e se lo fa anche attraverso una dipendenza ha moltissima possibilità di rimanere intrappolato nella droga per tutta la vita”.

A portare la sua testimonianza è stato poi il Tenente Ernesto Parretta della Compagnia dei Carabinieri di Termoli che ha saputo affascinare gli studenti con il racconto della sua attività di lavoro nel settore antidroga e, in particolare, di un’indagine che lo portò all’arresto di un capo ‘ndrina della ‘ndrangheta calabrese a San Salvo dove il gruppo malavitoso aveva una raffineria per la cocaina.

Il Tenente ha poi fatto un excursus sulla rete dello spaccio, le leggi e le aggravanti delle leggi relative agli stupefacenti.

L’Ispettore Mario Vitarelli della Polizia Postale attraverso una serie di video ha spiegato quali sono i principali reati commessi per mezzo della rete e dei social network, principalmente il cyberbullismo che spesso sfocia nel suicidio della persona sopraffatta. L’ispettore ha presentato diversi esempi di cyberbullismo accaduti in Molise, seguiti e puniti proprio dalla Polizia Postale ed ha parlato del libro #CuoriConnessi prodotto e realizzato dalla Polizia Postale in collaborazione con Unieuro. Diversi i consigli dati agli studenti: principalmente il non partecipare ad atti di bullismo e cyberbullismo e, in caso si venga a conoscenza o si assista ad eventi simili, di parlarne con gli adulti e possibilmente denunciare, anche in forma anonima, essere parte attiva per impedire che questi soprusi possano reiterarsi.

Infine a chiudere i lavori è stata la docente organizzatrice del convegno e vice procuratrice onoraria Isabella Deasmundis che ha fatto un focus sulle leggi che riconoscono e puniscono i fenomeni quali il bullismo ed il cyberbullismo ed ha sottolineato quanto sia importante il lavoro di prevenzione, formazione e sensibilizzazione che si può fare nella società e soprattutto nelle scuole con l’aiuto dell’educazione civica che sempre più può e deve diventare educazione civica digitale.

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