Guglionesi

Una donna, le sue catene, la società perbenista: convince al Fulvio lo scenografico L’asino

Una donna che sognava di essere un angelo, che però pensava a se stessa come a un asino e che finisce per divenire lupo. Il racconto di splendori e miserie di una borghese di mezza età, che d’un tratto si trova a fare i conti con le delusioni della sua vita e con i fantasmi della società in cui vive (quella norvegese), è andato in scena ieri al Teatro comunale Fulvio. Sul palco per la rappresentazione de L’Asino, artefici di un serrato dialogo/scontro, due impeccabili interpreti: l’attrice Anna Paola Vellaccio e il ‘nostro’ Stefano Sabelli, co-direttore artistico delle stagioni teatrali di Guglionesi e Ferrazzano. Insieme a loro una terza figura, la incantevole musicista Arianna Sannino.

“Sono in un altro posto?”, il refrain della donna – Kari – a più riprese durante lo spettacolo: queste le parole che accompagnano il suo anelito di rinascita, di vita nuova.

L'Asino al Fulvio

 

Rannicchiata su una panchina bianca, ‘teatro’ dei suoi giorni sempre identici l’uno all’altro, e col suo impermeabile giallo che evoca piogge estenuanti di un ambiente mal sopportato, ecco che fa capolino lui, la Voce, uno Stefano Sabelli che da subito invita Kari a smetterla di immergersi nei mondi da lei dipinti e a guardare il sole che c’è fuori.

L'Asino al Fulvio

 

Presto Voce disvela la sua velleità di portare la protagonista, sfidandola senza sosta, in un altrove che le permetta di spezzare quelle catene che la bloccano. Il ‘viaggio’ promesso presto si capirà essere null’altro che un racconto, catartico e liberatorio, della vita passata della donna, a cominciare dai ricordi legati a quell’uomo che per Kari è stato gioia e dolore, passando per quella giovane figlia che è andata per la sua strada, finendo con tutti ‘gli altri’, figure emblema di una società perfetta e accogliente solo apparentemente. “Io non ero una di loro. Facevano solo finta di ascoltami”. Le ‘porte chiuse’ in cui Kari si è barricata, dove l’inferno sono gli altri ma prima di tutto se stessa, vengono man mano dischiuse.

L'Asino al Fulvio

 

Alla fine la liberazione avviene per davvero, ma l’illusione dura poco. L’asino in cui Kari si immedesima, bestia da soma puntualmente abbandonata dal padrone dopo che questi è arrivato al ‘castello dorato’, finisce prima per diventare lupo crudele salvo poi ritrasformarsi – portando alle estreme conseguenze questa identificazione – in asino, appunto.

L'Asino al Fulvio
L'Asino al Fulvio
L'Asino al Fulvio

 

Ma personaggio de L’asino è anche la cantante-chitarrista che contrappunta – con la sua melodiosa voce, con l’impetuosa musica della sua chitarra e con la sua presenza scenica (che spesso evoca alcuni dei fantasmi della donna) – le ansie, le paure, il senso di inferiorità, la rabbia, le frustrazioni e i sogni infranti di Kari.

L'Asino al Fulvio

 

Infine, protagonista de L’Asino, riadattamento teatrale del testo dell’autore norvegese Jesper Halle curato da Gianluca Iumiento (con l’aiuto regia di Eva Sabelli), è altresì la stupefacente scenografia che accompagna – scena dopo scena, visione dopo visione, incubo dopo incubo – le voci di dentro della protagonista Kari. Di inusitata bellezza è difatti l’effetto creato dai cangianti disegni di Keziat, l’artista visiva che ha curato la scenografia. Boschi, prati, mari, ma soprattutto gabbie, animali feroci e grigi asini.

 

Lo spettacolo L’Asino è una coproduzione fra Teatrimolisani e Florian Metateatro presentata in prima mondiale ad Asti Teatro nel 2021. Dopo aver calcato il palco del Loto, che il 9 giugno (come ha ricordato Sabelli) riceverà all’Arena di Verona il premio per il 3° posto raggiunto nel concorso Art Bonus 2021, una nuova rappresentazione molisana per questa archetipica pièce che ha stupito per l’universalità dei suoi contenuti e per la bellezza della sua mise en espace.

L’Asino è stato il penultimo spettacolo della stagione di prosa del Fulvio che si chiuderà il 10 giugno con ‘Il grande inquisitore’, opera tratta dal capolavoro di Dostoevskij ‘ I fratelli Karamazov ‘.

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