Campobasso

Telefonate, messaggi e appostamenti sotto casa di una conoscente: stalker finisce in una struttura psichiatrica

Raggiunto da due misure di sicurezza, l'uomo ha continuato a mettere in atto il suo atteggiamento vessatorio nei confronti di una donna di Campobasso che avrebbe voluto conquistare. Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, ha deciso di assegnarlo ad una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza. Il procuratore D'Angelo: "Tale vicenda rappresenta una tipologia delittuosa sempre più frequente il cui contrasto capillare è tra gli obiettivi della nostra azione"

È stato assegnato ad una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (una Rems, struttura che ha sostituito gli ospedali psichiatrici) l’uomo di Campobasso diventato l’incubo per una donna che abita sempre del capoluogo nonchè sua conoscente. La misura di sicurezza provvisoria è stata eseguita nei giorni scorsi dai poliziotti della Squadra mobile dopo la decisione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Campobasso che ha accolto la richiesta della Procura.

L’uomo, noto alle forze dell’ordine perché pregiudicato per gravi reati contro la persona, ha problemi psichiatrici ed è gravemente indiziato del reato di atti persecutori commessi nei confronti della sua vittima che tempestava di telefonate e messaggi via mail, oltre ad appostarsi vicino alla sua abitazione “arrivando a minacciare chiunque si fosse intromesso sul suo ‘cammino’ verso la conquista della donna”. E’ questa la ricostruzione della Procura della Repubblica che parla di “un crescendo di azioni e vessatorie e persecutorie messe in atto dall’uomo”.

Telefonate, messaggi WhatsApp e mail sono diventate sempre più numerose. Fino a quando, con un atteggiamento via via sempre più oppressivo, l’uomo aveva “imposto alla donna la sua presenza a tutte le ore del giorno appostandosi frequentemente nei pressi della sua abitazione. Ogni giorno – riferisce ancora la Procura – l’uomo parlava di lei con chiunque incontrava, recandosi anche dalle persone che conoscevano la donna e mostrando loro le sue foto prese dai profili social della stessa”.

Arrivata ormai al limite della sopportazione, la vittima ha provato a far credere al suo persecutore di aver lasciato Campobasso per motivi di lavoro con la speranza di riuscirsi a liberare di lui. Purtroppo invano: poco tempo dopo, il suo aguzzino l’ha contattata telefonicamente riferendole di aver raggiunto la città in cui la donna aveva detto di essersi trasferita, nel Nord Italia, chiedendole al tempo stesso di saldare per lui il conto in albergo in quanto non aveva più soldi a disposizione. Dopo questa chiamata, sono state allertate le forze dell’ordine del posto che sono intervenute. L’uomo, ricoverato nel reparto di psichiatria di un ospedale della città del Nord Italia in cui si trovava, è stato raggiunto da due misure di sicurezza emesse dall’autorità giudiziaria, una delle quali prevedeva la libertà vigilata in un’idonea struttura di fuori regione. Provvedimenti che però non sono stati rispettati.

L’uomo si è allontanato dalla struttura psichiatrica del Nord Italia ed è rientrato a Campobasso tornando a mettere in atto nei confronti della donna il suo comportamento vessatorio. In più, per non farsi riconoscere e per aggirare il blocco della scheda telefonica che aveva attuato la sua vittima, l’uomo ha cambiato numero di telefono. Poi ha iniziato ad appostarsi di nuovo nei pressi dell’abitazione della donna. Qui è stato scoperto e bloccato dalle pattuglie della Polizia intervenute sul luogo dopo la richiesta di aiuto della signora, ormai esasperata.

“Tale vicenda rappresenta una tipologia delittuosa sempre più frequente – riferisce il procuratore Nicola D’Angelo – il cui contrasto capillare è tra gli obiettivi di questa Procura, un’azione doverosa e necessaria anche al fine di prevenire reati più gravi”. Il procuratore fornisce infine un numero drammatico: “Nel 2021 sono stati oltre 70 i ‘Codici rossi’ trattati dalla sezione specializzata della squadra mobile di Campobasso”.

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari: l’indagato potrà portare a sua difesa tutti gli elementi e i rimedi processuali previsti dalla legge.

foto da Pixabay

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