Campobasso come detroit

Si alza l’urlo degli “Hole in the frame”, voci del rock e del riscatto sociale

Sono in cinque, hanno studiato, lavorano e coltivano la passione per il rock. Ne hanno fiutato l'essenza sin da bambini e nel 2014 hanno formato la band che con i propri testi divulga messaggi sociali pronti a contrastare la finzione dell'era moderna. In partenza per un tour che li porterà in diverse città italiane, sono al lavoro anche per partecipare a Sanremo Rock

Un rock potente, quello groove metal, tinto intensamente di heavy e thrash metal. Un sound profondo, adrenalinico, coraggioso che attesta senza fronzoli, la mission di questa band: il coraggio delle proprie idee, il “no” all’ omologazione di massa, l’autonomia di pensiero, oltre il pregiudizio.

Loro sono gli “Hole in the Frame”, band che nasce a Campobasso nel 2014 con Dan Philip (frontman), Steve Verr (voce e chitarra), Max Varàne (chitarra), Nick Willy (basso), Thor Robert (batteria). Cinque giovanissimi che hanno studiato, oggi lavorano e coltivano da sempre la passione per un genere complesso e di nicchia, ma capace – come nessuno – di esprimere la forza di un messaggio. Ecco perché i loro testi sono come un “suckerpunch”, un colpo inatteso. Di quelli che nella box sarebbe da squalifica.

Sì, la loro musica è così: contrariamente al genere commerciale, il sound che propongono, scuote coscienze e fa vibrare riflessioni.

Hole in the frame
Hole in the frame
Hole in the frame

Dan, Steve, Max, Nick, Thor parlano con una musica dalla forza inarrestabile. Si presentano al mondo col suono inconfondibile dei loro strumenti e il timbro vigoroso e autorevole delle voci.

Decisamente sopra le righe, o li ami o li odi. Quando li segui nelle loro tappe musicali (a breve partiranno per un lungo tour in Italia) sei trascinato dal ruggito dell’amplificatore che ti porta indietro, agli anni 70: la culla del rock.

Si incontrano dopo il lavoro, provano almeno tre volte a settimana, si rifugiano a comporre musica e tutto questo sembra quasi, ogni volta, un rituale di purificazione. Perché suonano uniti dallo stesso spirito avventuroso di chi si ritrova in un garage (come a Detroit) per incantarsi a vicenda tra groove terzinati, pattern e testi che “nascono casualmente – racconta Dan – Sei davanti ad un drink, chiacchieri con gli amici, discuti di tematiche che ci riguardano e viene fuori il brano che vorresti”.

Il loro è un progetto evolutivo, un percorso a sorpresa in un sound “ancora incompreso –  interviene Steve – e questo è quello che più ci dispiace. A Campobasso per esempio la cultura di questo genere del rock non c’è. O meglio, non è ben diffusa”.

Hole in the frame
Hole in the frame
Hole in the frame

Eppure mentre li ascolti appare tutto così radicato e spontaneo che non occorre aspettarsi la rivoluzione perché l’anima degli “Hole in the Frame” è già provocatoria, audace, indomita, un dito medio bene in mostra a manifestare con fierezza che non si scende a compromessi se di mezzo ci sono finalità giuste da perseguire. Così ogni canzone è un racconto che grida e corre forte come fosse un lupo famelico che rincorre la preda.

“Noi non facciamo spettacolo commerciale –parla Dan – noi facciamo concerti”, a sottolineare che tra le due cose c’ è una bella differenza. Nessun orpello da megashow, niente effetti speciali, il palco non è una passerella insignificante, ma “è il posto dove riusciamo ad interfacciarci con gli altri suonando e cantando i cambiamenti di generazioni diverse, raccontando dei giovani, del rifiuto, della rabbia, dell’amore, delle passioni” continua Dan.

La musica come lotta per cambiare un mondo fatto ad immagine e somiglianza del consumismo. Quello senz’anima “che non ci appartiene” aggiunge Steve.

Varrebbe la pena vederli suonare dal vivo, perché nell’urlo delle loro canzoni è nascosto il segreto del rock’ n’ roll, la miscela di passione, amore, rabbia e libertà. “Stiamo lavorando per approdare a Sanremo rock – svela Steve – ma fra qualche giorno partiremo per un lungo tour che ci porterà in diverse città italiane”.

Sabato prossimo suoneranno al Libertine, il locale di via D’Amato a Campobasso, perché bisognerebbe ascoltarli per percepire che il rock, il loro rock, quello vero, è una straordinaria musica di vita.

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