Campobasso

Se ne va un pezzo di storia del giornalismo molisano, addio a Doretta Coloccia

Domani, 5 maggio, alle ore 16 nella chiesa di Sant'Antonio di Padova, a Campobasso, si svolgeranno i funerali.

Aveva 77 anni, ma la grinta di una giovane giornalista: mondo dell’informazione molisana in lutto per la scomparsa della collega Doretta Coloccia, portata via una male che non le ha lasciato scampo. Domani, 5 maggio, alle ore 16 nella chiesa di Sant’Antonio di Padova, a Campobasso, si svolgeranno i funerali.

Di lei avevamo parlato qualche mese fa in occasione di un prestigioso premio che le era stato conferito il 4 novembre scorso in Calabra dove a Doretta è stato consegnato l’attestato di “Calabrese onoraria ed eccellente” dall’associazione Amici della Calabria di Badolato (CZ) in collaborazione con l’Università delle Generazioni di Agnone del Molise (IS).

Volto noto nel capoluogo e in tutta la regione: dal 1991 al 2010 dal salotto di TeleRadioCampobasso (poi divenuta Teleregione Molise) ha intervistato centinaia di persone. Per 29 anni (dal 1991 al 2020) ha scritto anche per la carta stampata fino a quando si è ritirata a vita privata per i suoi problemi di salute.

doretta coloccia

Tramite l’Università delle Generazioni, inoltre, ha lasciato, come sua eredità sociale, alcune centinaia di registrazioni (video-cassette e DVD) all’Archivio di Stato di Campobasso il quale acquisirà tale donazione appena verrà completato il trasferimento degli uffici e dei depositi nei nuovi e più ampi locali. “Una documentazione unica e preziosa – riferisce Domenico Lanciano – che non tutte le regioni italiane possono vantare. In quelle registrazioni video-magnetiche c’è il Molise più importante, dai politici agli artigiani, dai medici agli scrittori, dagli agricoltori agli emigranti, dal cuoco del Papa al re dei fagioli molisano-canadese, dai disabili agli sportivi”.

Anche Agnone piange la sua scomparsa. Doretta Coloccia, ricorda sempre Domenico Lanciano, “nutriva un particolare amore per l’alto Molise che frequentava assiduamente, sia come oasi naturalistica e l’arte dei paesi, sia per i tanti ammiratori e colleghi giornalisti di cui si era guadagnata la stima e l’amicizia. Ad Agnone si sentiva a casa per l’affetto che trovava ovunque, grazie anche alla sua solarità ed affabilità”. Lanciano esprime “un sincero cordoglio al marito Giulio Mite, ai figli e a tutti gli altri i familiari”.

 

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