La doppia strategia

Ristori contro il caro carburante e piani per abbattere i cinghiali: le mosse per salvare agricoltura e allevamenti

Il governo nazionale e quello regionale annunciano le prime misure per aiutare allevatori e agricoltori in crisi. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: "Le Regioni devono predisporre piani di abbattimento per ridurre la presenza dei cinghiali fino al 50%". A Palazzo Vitale la riunione con il presidente Donato Toma, l'assessore all'Agricoltura Nicola Cavaliere e il sottosegretario Roberto Di Baggio e i rappresentanti del comitato guidato da Tonino Ditri

Un doppio fronte: uno a Roma, l’altro a Campobasso. Dal primo emergono novità decisive nella lotta per contrastare la proliferazione dei cinghiali e la peste suina. “Subito i piani regionali per ridurre la popolazione dei cinghiali“, annuncia il sottosegretario alla Salute Andrea Costa nell’annunciare le nuove misure volte a liberalizzare la caccia agli ungulati che spadroneggiano nei campi coltivati e nelle città (Campobasso e Termoli comprese).

In quelle stesse ore a Palazzo Vitale, sede della Regione Molise, si svolge il confronto richiesto dalla delegazione del comitato ‘Agricoltori e Allevatori del Territorio’ guidato da Tonino Ditri che ottiene un primo risultato: ristori dalla Regione per contrastare il caro gasolio, una delle ragioni della protesta dello scorso 3 maggio, e una nuova perimetrazione del Parco del Matese, anche questo motivo di profonda insofferenza.

Al tavolo, per il governo regionale, il presidente Donato Toma, l’assessore all’Agricoltura Nicola Cavaliere e il sottosegretario Roberto Di Baggio, oltre al dirigente Massimo Pillarella.

Tavolo allevatori agricoltori

In via Genova è presente anche una decina di agricoltori e allevatori provenienti da diversi paesi del Molise: Riccia, Toro, Matrice, Pietracatella, Campolieto. Esprimono tutti lo stesso gravissimo disagio che causa perdite economiche ingenti: l’invasione dei cinghiali rischia di mandare in fumo mesi di lavoro nei campi perchè, ci raccontano, “stanno distruggendo tutto: fave, grano tenero, avena, biada”. In queste condizioni “è impossibile anche fare il foraggio per gli escrementi che gli stessi cinghiali lasciano nei campi”.

Cinghiali presidio allevatori e agricoltori

Dalla Regione Molise vorrebbero due risposte: uno sul fronte degli indennizzi, l’altro dal punto di vista delle misure per contrastare l’emergenza. “Perchè dicono che la competenza è del Governo centrale? Altre Regioni hanno emanato appositi provvedimenti: lo hanno fatto Toscana, Basilicata e l’Abruzzo dove si può sparare ai cinghiali”. Impossibile invece, a loro dire, l’impiego delle recinzioni elettriche: “Abbiamo ettari di terreni, non si possono recintare. Oppure dovrebbero spendere troppi soldi a fronte di zero contributi da parte del governo regionale”. I risarcimenti, quando vengono erogati (ci sono agricoltori che li aspettano da cinque anni), invece sono considerati troppo esigui rispetto ai costi sostenuti attualmente dagli agricoltori e dagli allevatori che devono far fronte ai rincari delle materie prime e dei concimi.

Alla fine dell’incontro Ditri parla di “una sostanziale convergenza emersa con il governo regionale rispetto alle problematiche da affrontare”. “Ci hanno promesso dei ristori contro il caro gasolio, ristori che non saranno sufficienti ma che rappresentano un primo passo”. Ad ogni modo, “quello di oggi è certamente un punto di partenza”.

Arrivano invece da Roma le novità più rilevanti per contrastare l’emergenza cinghiali e contestualmente la peste suina. A poche ore dalla protesta organizzata a Roma dalla Coldiretti, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa annuncia: “Abbiamo dato indicazioni a tutte le Regioni di predisporre dei piani per una sensibile riduzione dei cinghiali fino al 50% in alcune Regioni”, le parole riportate dall’Ansa. “Vi è la proposta di un decreto che mi auguro venga approvato in tempi stretti per allungare il periodo venatorio in Italia da 3 a 5 mesi”.

Le doppiette potrebbero tornare a sparare tra poco: “I piani regionali per il depopolamento dei cinghiali partono da subito, bisogna partire subito – spiega il sottosegretario – in Piemonte abbiamo già abbattuto oltre 2.000 cinghiali”. “L’eccessiva presenza di cinghiali sul nostro territorio nazionale – aggiunge – è un’emergenza, purtroppo la contrapposizione ideologica di questi anni tra ambientalisti-animalisti da una parte e cacciatori dall’altra ha prodotto un disequilibrio ambientale che oggi dev’essere ripristinato attraverso l’intervento dell’uomo”.

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