Termoli

Pescatori in rivolta al porto: “Nessuno ci ascolta, impossibile tornare in mare”

Auto e pullman bloccati in strada per pochi minuti dalla marineria in sciopero contro il caro gasolio. "Ci scusiamo per i disagi, ma vogliamo che le nostre richieste vengano ascoltate"

Prosegue con un’azione dimostrativa la protesta di armatori e pescatori della marineria termolese, in sciopero come tutto il settore italiano a causa del caro gasolio e della crisi economica che ne consegue.

Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 25 maggio, una trentina di pescatori si sono ritrovati all’altezza della rotatoria delle Paranze al porto, per inscenare una protesta pacifica.

Pescatori protesta porto
Pescatori protesta porto
Pescatori protesta porto
Pescatori protesta porto

Dopo aver affisso lo striscione ‘Pescatori in rivolta’, si sono sistemati in strada, impedendo temporaneamente il passaggio di auto, pullman e camion da e verso l’imbarco per le isole Tremiti e la zona dei pescherecci. Un blocco di pochi minuti per ogni mezzo, proprio per una dimostrazione dei possibili disagi che una protesta in strada può comportare.

“Chiediamo di essere ascoltati più di quanto sia successo finora – ha detto davanti alle telecamere Carlo Di Candia, armatore del peschereccio Cosimo Padre -. Nessuna forza politica al momento ci ha dato ascolto”. Per i pescatori il provvedimento essenziale da prendere sarebbe “l’abbassamento del prezzo del gasolio. Credetemi, siamo in forte difficoltà sia noi che i nostri dipendenti. Così è impossibile tornare in mare”.

La protesta che vede i pescherecci fermi in porto da sabato scorso proseguirà fino a data da destinarsi, almeno finché il Governo verrà incontro alle richieste della categoria.

Pescatori protesta porto

 

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