Il caso di limosano

La scomparsa di Nicole, indagini ancora nel buio e chi sa non collabora

Ad un mese dalla scomparsa della piccola Nicole, la madre resta l'unica indagata e i quesiti su quella notte fra il 2 e il 3 aprile scorso sono rimasti tutti senza una risposta. Le informazioni raccolte finora ascoltando le persone vicine alla famiglia, non hanno apportato molti elementi utili a ricostruire i fatti e questo anche a causa di una forma di reticenza che non aiuta l'attività degli investigatori.

Le indagini sulla scomparsa di Nicole – la piccola di Limosano ritrovata fra le sterpaglie che fiancheggiano una strada secondaria, dopo 13 ore trascorse al buio e al freddo la notte fra il 2 e il 3 aprile scorso – sembrano ferme al palo. Almeno apparentemente, perché ancora oggi nulla di preciso si sa ancora sul caso. C’è soltanto un’indagata, sua madre che dice di essersi allontanata quella sera circa 30 minuti lasciando la bambina in casa.

Non si sa se la bambina è davvero uscita a notte fonda di sua iniziativa o se costretta da qualcuno, e se abbia davvero scavalcato la finestra per poi dirigersi verso una zona senza uno straccio di illuminazione e rimanere tranquilla e addormentata tra i rovi di un anfratto che fiancheggia la strada a circa un 800 metri (in linea d’aria) dalla sua abitazione.

Si sa, quasi con certezza, che Nicole quella notte non può essere rimasta da sola ma accertato questo sul resto si sa poco o niente.

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Un mistero quello relativo alla scomparsa di una bambina, sul quale faticano ad arrivare ad una conclusione (che potrebbe non esserci) le indagini coordinate dalla Procura di Campobasso. Gravate anche dalla poca collaborazione che i carabinieri di Bojano hanno riscontrato fra le persone chiamate in caserma perché presumibilmente informate dei fatti. Nessuno ha parlato.

Unica indagata, per atto d’ufficio, è la madre della bambina che deve rispondere di abbandono di minore. Di lei si sa solo che era una mamma presente, che cresceva i due bambini mentre il marito era tutto il giorno fuori per lavoro e che quella sera dopo la festa di compleanno a cui aveva partecipato (sempre con i suoi figli) voleva solo trattenersi a fare due chiacchiere in più e aveva lasciato addormentata la bambina. Ma di fatto non ci sono altri particolari sospetti su di lei.

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Ma allora chi ha preso Nicole? Chi l’ha portata lontano da casa? Dove ha dormito quella notte? E chi l’ha poi lasciata in quell’anfratto prima che fosse ritrovata senza segni di ipotermia, senza ferite e le scarpette pulite (c’era fango e quella notte aveva nevicato)? Nessuno lo sa. Né – pare di capire – lo hanno compreso il magistrato inquirente e gli investigatori.

Eppure quelle tredici ore di ricerche hanno tenuto l’Italia (non solo il Molise) con il fiato sospeso. Si sono mobilitati tutti a cercare quella bambina di 5 anni che a quell’ora di notte, con temperature che hanno sfiorato i meno due gradi, poteva incorrere in un serio pericolo per la sua vita. Per fortuna Nicole è stata ritrovata e non aveva segni né ferite, ma cosa si cela dietro quelle ore? Soltanto ipotesi, senza essere corroborate dai fatti. E il rischio è che tutto termini in una bolla di sapone.

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