Guardialfiera

Saluto commosso a don Antonio, riferimento della comunità. Diceva: “Ho donato tutto me stesso in ogni incontro”

Il servizio di don Antonio Antenucci nella diocesi di Termoli-Larino lo ha visto anche parroco a Provvidenti, Lucito nonchè collaboratore delle parrocchie in Castelbottaccio e Lupara. Ieri i funerali a Guardialfiera, la sua comunità dove era nato, in una Chiesa di Santa Maria Assunta gremita

Guardialfiera ha dato l’ultimo saluto al suo ‘don’. Un saluto pieno di gratitudine e affetto dato dal paese e dalla comunità parrocchiale a don Antonio Antenucci. Lo hanno fatto nel ricordo del suo sorriso, della gioia impressa sul suo volto, in quella presenza mite e disponibile che resta nel cuore di tutti.

Funerali don Antonio Antenucci
Funerali don Antonio Antenucci
Funerali don Antonio Antenucci

 

Ieri, martedì 17 maggio, si sono svolti infatti a Guardialfiera i funerali di don Antonio, parroco del paese, morto all’età di 72 anni all’hospice “Madre Teresa di Calcutta” di Larino. La chiesa di Santa Maria Assunta, già Cattedrale, non è riuscita a contenere tutte le persone che hanno voluto esserci.

Funerali don Antonio Antenucci
Funerali don Antonio Antenucci

 

Presenti il vescovo don Gianfranco De Luca con il Presbiterio, i familiari, religiosi, amici, tanti giovani, la comunità: in tanti arrivati anche da altri centri e da fuori regione. Una testimonianza di vicinanza e condivisione di una vita dedicata al prossimo con una predisposizione sincera verso gli ultimi ispirata dagli insegnamenti di San Giovanni Bosco, tanto che lui amava sempre definirsi salesiano. “Alleluia, alleluia”: chi non ricorda il saluto pieno di significato e di speranza con il quale don Antonio accoglieva tutti e come il vescovo ha ricordato commosso durante l’omelia ringraziandolo per il dono della sua vocazione.

Una persona buona, solare, piena di iniziative, legata alla sua terra e al territorio, alla vita affidata a Dio nella certezza della sua vicinanza in ogni situazione. Un applauso nel suo paese a un “buon pastore”, alla vita che non muore.

RICORDO DI DON ANTONIO ANTENUCCI

don antonio antenucci morto

 

Un vero dono di Dio, un dono contemplato con stupore nel racconto della mamma Micheluccia, a quanti, di noi sacerdoti, ci recavamo a far visita a don Antonio nel periodo che va dal 2013 al 2015. Quando egli viveva un passaggio importante e cruciale della sua esistenza, segnato dalle fatiche snervanti delle cure per l’epatopatia cronica che l’affliggeva, e da una profonda notte dell’anima. Negli occhi vivi e luminosi di quella mamma, costretta sulla sedia a rotelle, si leggeva gratitudine a Dio che le aveva donato e ridonato quel figlio che ora, anche se segnato dalla fatica del vivere, era con Lei, sacerdote della Chiesa, e nello stesso tempo, si coglieva l’amore, un amore generativo che ancora sosteneva e aiutava il figlio ad affrontare le avversità.

Nasce il 26-02-1950. Una nascita, come si diceva, segnata dal trauma, ma anche dall’amore accogliente e grato dei suoi. Vive la sua infanzia a Guardialfiera, dove ha ricevuto il battesimo e la prima comunione. Da bambino era attratto dalla vita religiosa ed entrò, giovanissimo, nell’Istituto Religioso dei Salesiani di don Bosco nell’aspirandato (seminario) di Venosa. Il suo percorso formativo, segnato sempre da problemi di salute, ma sostenuto dalla sua forte determinazione e dall’accompagnamento premuroso dei suoi superiori, che ne coglievano la bontà e le belle qualità umane e relazionali, viene completato presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli (sez. Capodimonte). Viene ordinato presbitero nella Congregazione dei Salesiani a Guardialfiera il 7 agosto 1977 da mons. Pietro Santoro.

Una grande fiducia nell’Amore di Dio e un grande dedizione agli altri sono gli assi portanti di tutto il suo ministero dedicato soprattutto ai giovani. A sostenerlo in questo è stata la relazione profonda che ha vissuto con Gesù Cristo Crocifisso. Grazie a questa relazione, che nel tempo si è consolidata ed è cresciuta, ha attraversato i momenti della malattia che si è presentata in varie forme lungo il cammino della sua esistenza. Tanto da consigliargli di chiedere la dimissione dalla Congregazione Salesiana, alla quale è rimasto sempre legato attraverso rapporti veri e fraterni e della quale ha saputo incarnare, nella sua azione pastorale di sacerdote diocesana, il carisma.

don antonio antenucci morto

 

La cura dei giovani, di ogni giovane che ha incrociato nel suo servizio di insegnante di religione, lo ha portato a promuovere iniziative che andassero oltre le mura della scuola e che raggiungessero i luoghi e la quotidianità dell’esistenza dei suoi alunni. Sono tanti che potrebbero raccontare e testimoniare la concretezza della sua vicinanza e il frutto della sua premura. Tanti hanno trovato in Lui un riferimento certo, un sostegno concreto, un cuore vigile e accogliente. Tanti, anche come abbiamo avuto modo di leggere sui social, hanno trovato in lui “casa”.

Il suo servizio nella nostra diocesi di Termoli-Larino iniziato nel novembre del 1990 lo ha visto anche Parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta in Provvidenti dopo essere stato amministratore Parrocchiale della Parrocchia San Nicola di Bari in Lucito (dal marzo 1988) e collaboratore delle parrocchie in Castelbottaccio e Lupara.

Quando, nell’ottobre del 2015, è stato nominato parroco della Parrocchia “S. Maria Assunta” a Guardialfiera usciva dalla fatica di un periodo di inattività e dal dolore provocato dalla perdita della Mamma. E’ stata una gioia e una piacevole sorpresa, per il nostro presbiterio, e per la comunità parrocchiale, vederlo come esplodere in una vitalità bella e costruttiva. Si è donato senza risparmio e senza calcoli. Ha consumato tutte le sue energie, verrebbe da dire. Di questo possiamo essere grati a lui e ringraziare Dio.

E’ opportuno concludere questo breve profilo con le sue parole scritte nel messaggio con il quale nel 40° della sua ordinazione sacerdotale ringraziava l’Eterno Padre che aveva in lui realizzato quel desiderio che lo aveva accompagnato lungo tutta la sua via: essere sacerdote “per amare incondizionatamente tutti ed essere veramente amico e fratello di tutti”. Don Antonio scriveva: “nella mia vita sacerdotale non ho compiuto grandi opere, anche per i miei limiti di salute, tuttavia ho cercato di donare tutto me stesso in ogni sorriso, in ogni incontro, con voi e con ogni persona che Dio ha messo sulla mia strada di questo pellegrinaggio terreno, verso la meta eterna, il Paradiso, che noi pregustiamo già su questa terra quando siamo uniti amandoci come Gesù ci ha amato … Il Paradiso non è un luogo fisico ma è l’essere uniti a Dio e vivere nel vero amore, anche qui adesso in questo attimo di eternità”. E ancora, ricordando le visite alla tomba del cardinale Martini: “ho ammirato e cercato di fare mio il suo motto: “Pro ventate adversa diligere “. Non solo tollerare, ma scegliere, amare chi la pensa diversamente da noi per arrivare alla verità, che non è una realtà astratta ma è Cristo il quale, assumendo la natura umana, è presente in ogni persona umana, chiamata ad essere insieme a noi figlia dello stesso Padre celeste. Questa convinzione ci deve far assumere un atteggiamento di accoglienza verso tutti, specialmente i più Lontani, i diversi, gli emarginati”.

“Amare attraverso le difficoltà”! E’ significativo che la liturgia di oggi, confermi questo programma di vita del nostro confratello: “perché dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (Atti 14,22)
Nella notte il Signore non ci lascia soli. Anzi ci colma della sua luce. Così, ne siamo certi, è accaduto anche per don Antonio. In una delle ultime telefonate al vescovo, alcuni giorni prima della partenza per la Casa del Padre, diceva: “grazie di tutto, so cosa avete preparato per me, grazie! Adesso non posso venire. Adesso devo riposare, devo riposare… vi racconterò delle cose belle che vedo in me e di quanto bene il Signore sta facendo attorno a me. Vedo il bene che cresce attorno a me. Non è il delirio di un morente ma la pace, quella che dà Gesù, nella quale vive il figlio di Dio nel suo passaggio al Padre”.

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