11 anni dopo

Ha un nome e un volto l’operaia di Guglionesi morta nella più grave tragedia sul lavoro di New York

Maria Francesca Massari, nata a Guglionesi, è una delle 38 operaie immigrate italiane morte bruciate il 25 marzo 1911 nella Shirtwais Company, la fabbrica dove si producevano le camicette bianche simbolo della emancipazione femminile. Lo ha scoperto la scrittrice siciliana Ester Rizzo, autrice del libro Camicette Bianche che nella quarta edizione racconta anche questa storia. Ora a Maria Francesca Massari verrà intitolato un giardino pubblico.

Maria Francesca Massari aveva 30 anni, un marito e tre figli quando è morta. Era il 25 marzo 1911, una data che fa parte della storia americana e che segna il più grave incidente industriale di New York. Maria Francesca Massari è una delle 174 vittime dell’incendio divampato dall’ottavo piano della Shirtwais Company, la fabbrica dove si producevano le camicette bianche – vita stretta, manica a sbuffo – simbolo della emancipazione femminile.

Quel giorno a causa del fuoco e del fumo morirono 123 donne, la maggior parte immigrate italiane ed ebree impiegate come operaie tessili, in condizioni di lavoro insostenibili. Bruciarono le loro gonne, alcune si gettarono dalle finestre cadendo nel vuoto, già avvolte dalle fiamme. Furono 38 le vittime italiane, tutte donne che avevano raggiunto gli Stati Uniti per ricongiungersi ai mariti e per trovare una opportunità in un Paese che prometteva la salvezza dalla miseria. Maria Francesca era una di loro. L’unica molisana in un gruppo di emigrate del sud Italia, soprattutto siciliane, campane, lucane.

Era nata a Guglionesi il 25 gennaio 1881. Fino a poco tempo fa nessuno, con l’eccezione di qualche parente comunque all’oscuro di dettagli, era a conoscenza di questo fatto. È stata Ester Rizzo, autrice del libro “Camicette bianche” a scoprirlo, in una ricerca accurata che ha visto il contributo di alcuni cittadini del posto, fra tutti Nicolino del Torto.

Quando nel 2014 Ester Rizzo ha cominciato la sua ricerca per risalire alla identità delle donne italiane morte nella Triangle Shirtwaist Company, si conosceva l’identità solo di 6 lavoratrici italiane. La quarta edizione del libro, prefazione di Giuseppina Tripodi, completa a distanza di 9 anni il lavoro di indagine e ricostruzione dei nomi e delle storie di queste donne morte di lavoro, sfruttate, sottopagate e chiuse a chiave dal “padrone” nei locali dove trovarono una morte atroce.

“Non è stato un lavoro facile” ha raccontato l’autrice, che il 3 maggio ha presentato il libro e la storia di Maria Francesca Massari, nata da due contadini che abitavano in via Guiscardo al civico 25 a Guglionesi. Problemi di lingua innanzitutto, certificati di morte con cognomi e nomi di comuni di origine e provenienza sbagliati come successo proprio nel caso della guglionesana, che a 15 anni si era sposata con un sarto, Giuseppe Miraglia. Dal loro matrimonio sono nati tre figli: Americo Giuseppe, Domenico e felice che all’epoca aveva nemmeno tre anni e che è il padre di Enrico Miraglia, il nipote che vive a Guglionesi e che di quell’episodio aveva vagamente sentito parlare. “Ricordo che mio padre ogni 25 marzo attraversava un momento di forte tristezza, quasi di depressione – ci racconta – e quando avevo 15 o 16 anni mi ha detto che quella data coincideva con la morte della sua mamma in una fabbrica di New York.  Di più però non ho mai saputo fino ad ora”.

 

L’intervista a Enrico Miraglia

 

Così come non sapevano di questa vicenda i guglionesani e la stessa amministrazione comunale, che nell’ambito della mostra Donne ed Emigrazione promossa dall’Associazione Pro Arturo Giovannitti ha ospitato Ester Rizzo nei locali del centro polifunzionale di via Capitano Verri per disvelare finalmente una storia locale finora ignorata, come a lungo – prima del libro Camicette Bianche – sono state ignorate queste donne che in 18 minuti tra orrore e urla disperate morirono in trappola.

La compagnia occupava circa 500 lavoratori, e 62 di loro persero la vita gettandosi dalle finestre nell’inutile tentativo di salvarsi. La folla nella piazza sottostante vedeva cadere i corpi come comete, donne in fiamme, alcune bambine di 12 o 13 anni che lavoravano su turni di 14 ore al giorno.

Maria Francesca Massari era arrivata in America 5 mesi prima della tragedia, per raggiungere il marito e i suoceri. “Ester Rizzo ha ridato vita a queste donne rimaste anonime e non solo è riuscita a togliere dall’oblio quel triste evento ma con certosina dedizione ha dato a tutte le vittime identità, sembianze, provenienza geografica, nazionalità” le parole di Antonio D’Ambrosio presidente della fondazione Giovannitti che ha rivolto un apprezzamento anche a  Nicolino del Torto, studioso di storia locale “che lavora al recupero e alla memoria della propria comunità e ha contribuito a cercare le immagini e a ricostruire la vita di Francesca Massari e della sua famiglia”.

Donne emigrazione Guglionesi Ester rizzo
Donne emigrazione Guglionesi Ester rizzo
Donne emigrazione Guglionesi Ester rizzo
Donne emigrazione Guglionesi Ester rizzo
Donne emigrazione Guglionesi Ester rizzo

La scoperta è stata accolta con riconoscenza dagli amministratori del comune, che sull’esempio di quanto fatto nelle altre comunità di origine delle operaie italiane morte nella Shirtwaist intitoleranno un luogo alla memoria di Maria Francesca Massari. “Lo faremo -spiega il sindaco di Guglionesi Mario Bellotti – sia per salvare dall’oblio una storia che la nostra comunità non può dimenticare sia per restituire memoria da trasmettere ai giovani”. Il luogo dove verrà apposta la targa dovrebbe essere il bellissimo giardinetto che si trova nel centro storico, e che ora viene denominato Villa Sannita.

 

 

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