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Giornata dell’Europa, riflessioni e messaggi delle istituzioni molisane

Sono trascorsi settantadue anni da quel 9 maggio del 1950, quando l’allora ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, si fece portavoce dell’opportunità di costituire una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, ponendo le basi di un percorso che avrebbe portato alla creazione dell’Unione europea.
Abbiamo vissuto decenni di libertà, democrazia, pace, solidarietà, prosperità, che hanno consentito ai Paesi membri di affrontare e risolvere problemi comuni, non ultimo quello legato all’emergenza pandemica e alla crisi da essa determinata.
Oggi, più che mai, in un momento buio come quello che stiamo attraversando, la prospettiva sta nel riaffermare i valori che ci hanno unito e ai quali non dobbiamo mai abdicare.

Donato Toma- Presidente della Regione Molise

 

Oggi più che mai, nel giorno della Festa dell’Europa, abbiamo il dovere di ricordare che l’Unione Europea rappresenta una garanzia per la democrazia e la libertà dei suoi cittadini. Allo stesso tempo, però, non può ridursi al ruolo di semplice comprimaria ed immobile spettatrice di un mondo in rapida evoluzione. La pandemia prima, e la guerra in Ucraina poi, sono lì a dimostrarlo.
Festeggiare l’Europa non significa di certo dimenticare i problemi o, peggio ancora, sottovalutarne la portata. Significa celebrare un’impresa a dir poco impossibile, che era quella di ricostruire un continente devastato da due guerre mondiali in pochi anni e allo stesso tempo mettere pace tra Stati che si erano odiati fino al giorno prima. Oggi tendiamo a dimenticare quanto difficile fosse quella sfida, eppure i padri fondatori dell’Europa riuscirono a vincerla a pieni voti. È una lezione che a distanza di oltre 70 anni è ancora attuale, visto ciò che sta accadendo in Ucraina. Sono convinto, infatti, che in un mondo sempre più incerto ed imprevedibile l’Unione Europea rappresenti ancora la miglior risposta ai problemi che affliggono il nostro continente. Chiunque abbia vissuto la privazione della libertà sa che la nostra Unione è una conquista preziosa che non va mai data per scontata. Ma bisogna avere il coraggio di cambiare, se necessario. Lo Stato come lo conoscevano i nostri padri e i nostri nonni è sempre meno adatto a soddisfare le esigenze dei cittadini e del mondo moderno in generale. Ecco perché solo un’Europa ancora più unità sarà la soluzione inevitabile per competere in un mondo sempre più globalizzato come quello attuale.

Aldo Patriciello – europarlamentare molisano membro della Commissione Industria, Ricerca e Energia al Parlamento Europeo

 

La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. E’ difficile in questo giorno e con quello che sta accadendo nel cuore del vecchio continente e nel mondo, non essere ancora una volta colpiti dall’attualità delle dichiarazioni di Robert Schuman, pronunciate il 9 maggio 1950, agli albori dell’Europa comunitaria. Dichiarazioni che colpirono, entusiasmarono ed impegnarono le classi dirigenti di alcuni di quei paesi della vecchia Europa, tra cui il nostro, che fino a pochissimo tempo prima si erano combattuti ferocemente nel secondo conflitto mondiale.

Parole, che trovarono un parallelismo in quelle di De Gasperi o di Spinelli e che possono e debbono essere, oggi più che mai, proprio in queste ore nelle quali intravediamo, con le ipotesi di allargamento del conflitto in Ucraina, la possibilità di un’escalation che possa portare ad un terzo e più sanguinoso e distruttivo conflitto globale, un faro d’azione per i leader e i cittadini dei 27 paesi che compongono la UE. C’è dunque bisogno di più Europa, di “unità nella diversità”, di ribadire a noi stessi e al mondo i valori fondanti dell’Europa Unita per affrontare con determinazione, ma anche pacata razionalità, la sfida e i pericoli del conflitto in Ucraina, le criticità che ne verranno in campo energetico, di approvvigionamento di materie prime e alimentari, altre al riassetto geopolitico globale. E’ giusto ripensare, come è stato detto autorevolmente da più parti, anche dal Presidente Draghi in questi giorni, ad alcuni aspetti riguardanti in funzionamento le istituzioni europee, aggiornandole alle odierne esigenze di una grande potenza economico-produttiva e si spera anche militare, riconfermandone però senza indugio i valori fondanti, sanciti nell’art. 2 del Trattato sull’Unione Europea, quali: il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Proprio sulla base di questi valori gli Stati membri si sono impegnati a suo tempo, ribadendo ad ogni appuntamento della storia quell’intento, a costruire, proteggere e promuovere una società europea caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini. Dunque questo è il giorno in cui dobbiamo essere, come ci invitava il Presidente Ciampi, fieri come non mai di essere molisani, italiani ed europei, ribadendo il nostro impegno singolo e collettivo a costruire un’Europa più forte, più giusta e più capace di essere un interlocutore ascoltato e costruttore di pace in un mondo in continua evoluzione che va incontro a tante criticità e pericoli, prima tra tutte l’emergenza determinata dai cambiamenti climatici.

Salvatore Micone – Presidente Consiglio regionale del Molise

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