La manifestazione di coldiretti

Un Paese esasperato dai cinghiali, il mondo agricolo in piazza a Roma. Almeno 200 arrivati dal Molise

Presente anche l'assessore regionale Nicola Cavaliere che dal palco di Coldiretti ha chiesto con veemenza una modifica della legge nazionale sulla caccia

Almeno 200 tra agricoltori e allevatori dal Molise hanno partecipato alla manifestazione nazionale a Roma. Lo hanno chiamato ‘blitz contro i cinghiali’ perchè la richiesta, quanto mai urgente, riguarda provvedimenti contro l’invasione degli ungulati che distruggono raccolti nonchè per fermare la diffusione della peste suina.
Pullman diretti verso la Capitale sono partiti da Termoli e altresì da Campobasso, Trivento e Isernia.

Presente anche l’assessore regionale al ramo Nicola Cavaliere. “Sono qui in piazza a Roma, alla manifestazione nazionale organizzata da Coldiretti contro l’emergenza cinghiali. Felice che adesso siam tutti convinti che la strada da percorrere è una sola: la modifica della legge 157 del 1992!”

Lo ha ‘gridato’ anche dal palco, affermando ancora una volta che le Regioni hanno le mani legate perchè la caccia è materia di competenza nazionale.

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“Mondo agricolo e istituzionale devono continuare a fare squadra per difendere il territorio e raggiungere l’obiettivo. Certo non si può non notare l’assenza di colleghi che erano stati invitati come me all’evento, bravi a cavalcare l’onda a livello locale ma forse meno reattivi quando si tratta di scendere in campo concretamente a favore della causa”.

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I manifestanti – agricoltori, allevatori e cittadini – arrivati dalle varie regioni italiane si sono poi radunati  in piazza SS. Apostoli per chiedere, tra le altre cose, al Governo misure efficaci contro la diffusione della peste suina, che secondo Coldiretti, che ha organizzato la manifestazione, “mette a rischio la sopravvivenza di 31 mila allevamenti italiani e un comparto che vale 20 miliardi di euro l’anno”.

Presente alla manifestazione anche l‘azienda agricola “Pilla Massimo” di Termoli. “I danni causati dai cinghiali al settore agricolo sono ingenti. Come ben sappiamo l’emergenza è oramai dilagante e non sono rari ormai gli avvistamenti non solo nelle campagne ma anche a Termoli, cosa inimmaginabile solo fino a qualche anno fa”. Concreti i danni subiti. “La nostra azienda è stata colpita direttamente dal problema, con la distruzione di interi campi e con il raccolto oramai compromesso. Se non si prenderanno immediati provvedimenti il rischio di fallimento di migliaia di aziende come la nostra è inevitabile”.

È questa una delle tante voci di protesta e di aiuto che si sono gridate dalla piazza romana dove era presente anche il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, il quale ha chiesto di fermare la diffusione della peste suina, che mette a rischio un comparto che vale 20 miliardi di euro l’anno e che occupa 100 mila persone nella filiera dei salami, mortadella e prosciutti.

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In piazza SS. Apostoli i manifestanti hanno anche – non a caso – portato i prodotti tipici Made in Italy che rischiano di scomparire a causa della peste suina. Dopo i casi individuati in Lazio, Piemonte e Liguria, secondo la Coldiretti preoccupa che la contaminazione portata dai cinghiali si estenda a regioni limitrofe dove si concentrano gli allevamenti di maiali e le produzioni più tipiche della salumeria Made in Italy.

Il problema legato all’invasione dei cinghiali è, come noto, anche quello degli incidenti stradali, ormai frequentissimi anche in Molise e non solo nelle aree limitrofe alle campagne. A tal proposito sono stati forniti dei dati: secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps. E ancora, negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.

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