L'inganno smantellato dalla mobile

Chiedeva soldi per far svolgere il servizio civile, dipendente della Regione condannato anche in Appello

Si è tenuta questa mattina l'udienza che ha confermato la condanna già inflitta in primo grado all'ex dipendente pubblico. Quattro i ragazzi che si sono costituiti parte civile, rappresentati in aula dagli avvocati Silvio Tolesino e Nicolino Cristofaro

Sono trascorsi sette anni da quando gli uomini della squadra mobile di Campobasso su delega della procura bussarono alla porta degli uffici del Consiglio regionale di via Colitto per eseguire perquisizioni e accertamenti che portarono all’ arresto di un dipendente, Francesco Colucci (anche responsabile dell’associazione onlus “Buon Samaritano”).

Per gli inquirenti era colpevole dei reati di tentata concussione e concussione. Termiante le indagini, arrivo il rinvio a giudizio e la condanna in primo grado: tre anni di reclusione.

Oggi – 12 maggio 2022 – la conferma della condanna è arrivata anche in corte d’Appello. Quattro le vittime che si sono costituite parte civile per mezzo degli avvocati Silvio Tolesino e Nicolino Cristofaro.

La pubblica accusa in primo grado aveva chiesto 8 anni di reclusione. Secondo quanto emerso in sede in indagine Colucci aveva chiesto e in alcuni casi ottenuto denaro da persone che dovevano prestare la loro attività nei progetti portati avanti dall’associazione “Il buon samaritano”.

Inchiesta che si è concentrata in particolare sul bando per la selezione di volontari da impegnare nel servizio civile e due progetti: ”Stop poverty” e ”Giobbe”. I ragazzi caduti nel raggiro hanno raccontato anche durante le udienze di questi anni che per partecipare ai bandi relativi allo svolgimento del servizio civile pubblicati dalla Regione, si erano rivolti all’associazione di Colucci  che aveva assicurato il prosieguo nelle graduatorie chiedendo in cambio somme di denaro che si aggiravano fino attorno ai 500 euro.

Da quella richiesta, la scelta di alcuni di loro di denunciare l’accaduto alla squadra mobile che ha avviato gli accertamenti relazionando alla procura su episodi in l’imputato si sarebbe fatto realmente accreditare le somme in questione per portare a termine le pratiche del servizio civile, e consentire ai giovani selezionati sulla base di determinati requisiti di lavorare un anno con mansioni di “pubblica utilità” .

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