Guglionesi non dimentica

‘Camicette bianche’ morte oltreoceano nel 1911: tra loro una guglionesana. Mostra su donne ed emigrazione

Nell’incendio nell'industria tessile a New York il 25 marzo del 1911 (di qui la festa delle donne dell'8 marzo) morì anche una giovane 30enne guglionesana. Episodio ricordato nel saggio 'Camicette bianche' che verrà presentato a Guglionesi dall'autrice Ester Rizzo in occasione dell'inaugurazione della mostra sulle storie dimenticate de Le donne e l'emigrazione

Dopo due anni dalla grande mostra dell’emigrazione molisana fatta negli spazi della Fondazione Molise Cultura a Campobasso, che ha visto una presenza di pubblico straordinaria (oltre duemila visitatori, in prevalenza giovani studenti) e che a causa della pandemia ha chiuso anticipatamente, da domani sarà riproposta a Guglionesi una parte della mostra sull’emigrazione della nostra regione focalizzato sulle donne.

L’evento, fortemente voluto dal Sindaco, Mario Bellotti, e dall’Assessore alla Cultura Michele D’Anselmo, si terrà dal 3 al 10 maggio presso il Centro Polivalente di Guglionesi.

le donne e l'emigrazione

 

Una mostra didattica – curata da Antonio D’Ambrosio – rivolta prevalentemente agli alunni delle scuole di ogni grado, con l’evidente finalità di far conoscere e onorare il sacrificio di uomini e donne che hanno dovuto lasciare la loro terra nativa ma anche per dare un dovuto omaggio a tutte le donne che sono partite e a quelle rimaste nel proprio paese d’origine che sono state il pilastro portante del fenomeno emigratorio.

“Ma più precipuamente – spiegano gli organizzatori – ci si pone l’obiettivo di far uscire dall’oblio una vicenda tra le più drammatiche della storia dell’emigrazione, che ha visto 146 vittime di cui 129 donne di varie nazionalità. Di queste 38 erano italiane e una, Maria Francesca Massari, di anni 30 e moglie e madre di tre figli, era nativa di Guglionesi”. 

camicette bianche

 

“Per questo, un ringraziamento va alla ricercatrice Ester Rizzo che nel suo bellissimo saggio dall’evocativo titolo ‘Camicette Bianche’ ha ridato vita a queste donne rimaste anonime, decedute nell’incendio nell’industria tessile Triangle Shirtwaist Company a New York il 25 marzo del 1911 (episodio ricordato l’8 marzo con la Festa Internazionale della Donna, ndr).
Nel suo lavoro l’autrice non solo è riuscita a togliere dall’oblio quel triste evento ma, con certosina dedizione, ha dato a tutte le vittime identità, sembianze, provenienza geografica, nazionalità una dignità nonché uno sguardo alle triste condizioni degli operai ed operaie emigrati nella ‘merica’ del primo decennio del Novecento”.

L’autrice sarà appunto a Guglionesi il 3 marzo, in occasione dell’inaugurazione della mostra, per presentare il suo libro. L’appuntamento è alle 17.30 nel Centro Polivalente di via Capitano Verri.

“Non ultimo e da apprezzare e segnalare è il costante e l’appassionante impegno dello studioso di storia locale, Nicolino Del Torto, che da anni lavora al recupero della memoria della propria comunità che ha contribuito, in modo esemplare, alla ricerca delle immagini e alla ricostruzione della vita della Massari e della sua famiglia”.

“Va ricordato che non si può capire la storia della nostra regione e del Mezzogiorno d’Italia se non si ha conoscenza del fenomeno migratorio che l’ha attraversata sin dagli anni Settanta dell’Ottocento e che purtroppo continua ancora nei giorni nostri.
In questa proposta abbiamo voluto declinare il fenomeno migratorio al femminile e quindi dedicare la mostra alle donne di cui la storiografia ha scarsamente considerato il ruolo all’interno del fenomeno migratorio.

In tal senso abbiamo riunito le migliori immagini degli archivi dell’associazione “ Pro Arturo Giovannitti; Pilone di Larino; Centro della fotografia, La Grande Onda – Domenico D’Addario di San Martino in Pensilis; De Vito d’Isernia. Un patrimonio iconografico immenso che la nostra regione può vantare in merito all’emigrazione. Tante altre significative immagini sono in altri archivi privati o di associazioni che vale la pena di continuare ad indagare per catalogare e mettere in rete al fine di non far disperdere questa vasta ricchezza culturale, sociale, antropologica ed umana che emerge dalle immagini.

Le foto selezionate, oltre alla forza espressiva delle donne e dei bambini fotografati, che lasciano il visitatore senza fiato ed emozionato, sono ancora più interessanti per i messaggi subliminali che la famiglia, attraverso le foto, manda al proprio congiunto in America”.

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