Il mistero in 90 minuti

Scomparsa di Nicole, carabinieri in cerca della verità: interrogate una ventina di persone

Continuano le indagini dei militari della Compagnia di Bojano. Si scava per mettere insieme tutti gli elementi. Ancora accertamenti: i militari stanno battendo ogni pista e ricostruendo i possibili spostamenti delle persone vicine alla bambina, avvenuti la sera fra il 2 e il 3 aprile a partire dalle 21.18

Nelle ultime 48 ore sono state ascoltate una ventina di persone residenti a Limosano e Sant’Angelo Limosano in relazione al giallo della piccola Nicole, scomparsa dalle ore 22 circa di sabato 2 aprile a mezzogiorno della domenica successiva 3 aprile. Il caso della bambina scomparsa e ritrovata sta interrogando non solo i molisani. Almeno venti persone, in qualità di testimoni e persone informate, sono state ascoltate nelle ultime ore nella caserma dei carabinieri di Bojano.

Gli uomini dell’Arma che stanno conducendo le indagini su quella notte in cui la piccola di 5 anni ha fatto perdere le sue tracce per poi essere ritrovata attorno a mezzogiorno di domenica 3 aprile in un anfratto di rovi a circa 900 metri (in linea d’aria) dalla sua abitazione, hanno sentito gli avventori dei due bar dove quella sera sarebbe stato il papà della piccola

Ognuno dei residenti sta offrendo un pezzetto di verità rispetto a quella notte in cui dalle 23 circa è scattato l’allarme su una vicenda che ha scosso le due comunità e che oggi continua a turbarle con una serie di interrogativi irrisolti.

A mettere tutto insieme e a far quadrare il cerchio ci stanno pensando gli uomini della Compagnia di via Croce che continuano a scavare per spiegare anomalie che tuttavia non convincono gli stessi investigatori.

Da qui la necessità di ascoltare le persone per capire rapporti, verificare informazioni e orari, individuare un solo binario su cui innestare l’episodio che ha destato preoccupazione e sgomento.

Sono infatti ancora diverse le piste battute dai militari coordinati dal sostituto procuratore Annarita Carollo: ciò che sembra evidente e in apparenza molto chiaro potrebbe nascondere più di un tassello inatteso su cui far leva. Gli elementi da vagliare sono differenti e portano in direzioni diverse: per questo la cautela è massima. E pure il riserbo.

Si aspettano i risultati dei tabulati telefonici ma anche la relazione delle immagini girate per 13 ore dai droni molecolari che hanno sorvolato quell’area dove è poi stata ritrovata Nicole la mattina di domenica, per capire se è davvero rimasta lì tutta la notte.

Dalle immagini delle telecamere che si trovano nella piazza centrale il dato certo è quello che risale alle 21.18 di sabato 2 aprile. A quell’ora la mamma Michela con i due bambini si dirige verso casa mentre il marito entra nel Bar centrale di Limosano per prendere un caffè e uscirne circa dieci minuti dopo, diretto in un altro locale: il ristorante “Coste del Lago”, un minuto di strada in macchina. Mentre dal Bar centrale a Via Fonte San Pietro (la zona dove vive Nicole) ci sono 12 minuti di strada per un percorso di circa 6 chilometri.

Se la telefonata al 115 è arrivata attorno alle 23.30 mentre di Nicole si erano perse le tracce quando erano circa le 22, ecco allora l’importanza degli spostamenti da ricostruire in quei 90 minuti. Ecco, quindi, l’urgenza dell’analisi e della ricostruzione dei tragitti percorsi dalle persone vicine a Nicole quella sera. Nonché l’ascolto di chi ha visto cosa e a che ora. Ma per arrivare a casa di Nicole c’è anche un percorso alternativo (una strada di campagna) dove non ci sono le telecamere.

E ancora, il posto dove è stata ritrovata Nicole. Non è un posto agevole. Niente affatto. Chiunque si sarebbe ferito seriamente qualora fosse precipitato in quell’anfratto, a maggior ragione un bambino. Invece Nicole aveva sì dei graffi ma difficilmente compatibili con una caduta o con la possibilità che si sia fatto largo da sola in mezzo a quelle sterpaglie di spine,  mentre era buio pesto, nevicava e la temperatura sfiorava i meno due gradi. In quel posto invece potrebbe arrivarci soltanto chi conosce bene la zona oppure un esperto di boschi.

Al momento nel registro degli indagati è iscritta soltanto la madre della bambina per abbandono di minore. Ma, come già detto, gli aspetti da indagare sono davvero tanti. Resta in piedi l’ipotesi di sequestro di minore.

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