Leggere i numeri

Più di 194mila molisani con 3° dose, meno dello 0.01% di questi è in ospedale

L'Iss ricorda - dati alla mano - l'importanza della dose booster. In Molise l'ha fatta finora il 75% di chi ne aveva diritto. Al Cardarelli tra i degenti Covid ci sono soprattutto trivaccinati (molti dei quali anziani) ma se andiamo a fare le percentuali scopriamo che sono lo 0.009% della platea di riferimento. Proporzionalmente sono molti di più i non vaccinati ricoverati (che attualmente sono solo 5 ma è la percentuale che conta e va calcolata su una platea molto più ristretta, di poche migliaia di persone)

L'importanza di chiamarsi terza dose. A ribadire l'efficacia della dose booster è l'ultimo aggiornamento del report esteso dell'Istituto superiore di sanità (Iss) con i dati di sorveglianza Covid, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale.

In pratica chi ha fatto prima, seconda e terza dose (insomma il ciclo vaccinale completo) avrebbe, in particolare, più garanzie non solo rispetto alla possibilità di contagiarsi (68% contro meno del 50% di chi fa fatto le due dosi e abbassata al 41% in chi ha completato il ciclo delle due dosi da oltre 90 giorni) ma anche per quanto riguarda la prevenzione dell'insorgenza di malattia severa (efficacia al 91% in chi ha il booster rispetto a percentuali tra il 73 e il 75% in chi si è fermato alle due dosi) e la possibilità di morire di Covid-19.

Quanto a quest'ultimo aspetto, i dati dicono che “il tasso di mortalità Covid standardizzato per età, relativo alla popolazione over 12, nel periodo 4 febbraio-6 marzo 2022, risulta essere per i non vaccinati circa 14 volte più alto rispetto a chi ha fatto il booster (51 decessi per 100.000 abitanti, contro 4/100.000)”.

Ora, questi dati si riferiscono in particolare alla variante Omicron e i dati differiscono un po' per quanto riguarda la Omicron 2. Già perchè la sottovariante Omicron BA.2 (ormai prevalente anche nella nostra regione) sta sostituendo la sua versione sorella, la BA.1, come forma dominante in molti Paesi. Studi però mostrano che i vaccini a mRNA offrono un livello simile di protezione contro i due ceppi, sebbene la protezione contro l'infezione da Sars-CoV-2 e le malattie sintomatiche diminuisca entro pochi mesi dalla terza dose. Cala la protezione a distanza di mesi, e già in molti più che di 4a dose stanno parlando di richiamo annuale per il vaccino contro questa infezione, da programmare probabilmente in autunno come si fa per l'influenza stagionale.

Andiamo ora alla situazione del Molise. In ospedale – è vero e nessuno lo nega – si trovano al momento più pazienti con terze dosi fatte che altri. Nel dettaglio ci sono: 5 non vaccinati, 0 con prima dose, 6 con seconda dose o dose unica, 18 (dunque il 62% del totale che è di 29 degenti) con terza dose. Da tempo è stra-noto quello che si chiama 'effetto-paradosso'. Da molti mesi è in atto e si sapeva che sarebbe accaduto: se in una popolazione oltre il 90% è vaccinato e meno del 10% no la probabilità che i non vaccinati superino in ospedale i vaccinati è del tutto fisiologica. Questo perchè – facciamo il caso del Molise – più di 250mila persone sono vaccinate (tra chi ha fatto una, chi due, chi tre e chi addirittura quattro dosi) mentre poco più di 43mila soggetti (e in questo numero sono compresi anche quelli sotto i 5 anni che non sono soggetti a vaccinazione) no. Quindi percentualmente rispetto al bacino di riferimento sono meno i vaccinati in ospedale che i non vaccinati (anche se in termini assoluti questi ultimi ora sono solo 5 ovvero poco più del 17% del totale dei degenti attuali Covid del Cardarelli). E ricordiamo che i ricoveri covid rappresentano al momento lo 0.36% del totale dei contagiati.

In Molise hanno fatto la dose booster circa 194.100 persone (di queste in ospedale ce ne sono 18, ossia lo 0.009%, tanto per ribadire il concetto). Destinatari della terza dose sono tutti gli ultrasedicenni (in Molise sono poco più di 259mila persone) e coloro che hanno tra 12 e 15 anni ma solo se 'fragili'. Ad eccezione di questi ultimi - sparuti - casi quindi la percentuale di molisani che ha fatto il booster è quasi del 75%. Di seguito un'infografica riepilogativa sui numeri complessivi.

 

Quanto ai decessi, va ricordato che essere trivaccinato non previene in senso assoluto la morte dei positivi al virus, specie se parliamo di persone ultraottantenni se non (come spesso raccontano i nostri bollettini quotidiani) ultranovantenni.

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