Il mistero del bosco

Nicole, una notte al gelo, da sola e nel buio. L’esperto: “Improbabile. Condizioni non compatibili”

Dubbi sul fatto che la piccola sia rimasta tredici ore in quell'anfratto di contrada Fonte San Pietro dove è poi stata ritrovata dopo 13 ore di ricerche. I droni molecolari non l'avevano individuata e Il dottore Massimiliano Guerriero, dirigente medico anatomopatologo dell’ospedale Cardarelli, al riguardo dice: “Un bambino di 5 anni non può stare tutto quel tempo da solo nel buio con temperature vicino allo zero senza riportare alcuna naturale conseguenza".

Nicole non ha dormito la notte di sabato lì dove è stata poi ritrovata domenica mattina a mezzogiorno. O almeno, è una ipotesi altamente improbabile. E su questo sono in corso esami e approfondimenti da parte degli investigatori.

Non soltanto il freddo fra Limosano e Sant’Angelo Limosano con temperature vicine allo zero e scese durante la notte sotto lo zero, non soltanto la neve che scendeva in quelle ore mentre soccorritori e volontari cercavano la bambina, ma soprattutto lo stress psicofisico. La naturale reazione dell’organismo alla paura, alla fuga, allo sforzo fisico avrebbe dovuto innescare una serie di conseguenze sull’organismo di una bambina di 5 anni che per fortuna Nicole non ha riportato. O forse non solo per fortuna, perché magari Nicole non era fisicamente lì in quelle ore.

Quando la piccola è stata ritrovata aveva soltanto il faccino freddo, così come le manine. Aveva i graffi causati dai rovi, ma per fortuna nient’altro. Era in buone condizioni e aveva voglia di fare merenda. Non aveva segni evidenti di alcun principio di ipotermia dopo 13 ore trascorse all’addiaccio.

Ma un bambino di 5 anni può trascorrere 13 ore all’aperto, al buio, al freddo dell’inverno, con la neve, il terriccio bagnato, il gelo e indosso un piumino rosa, un paio di leggings, una maglietta e un paio di sneakers?

Improbabile, rispondono gli esperti. Il dottore Massimiliano Guerriero, dirigente medico anatomopatologo dell’ospedale Cardarelli, al riguardo non ha dubbi: “In base alla mia esperienza – ha detto – un bambino di 5 anni non può stare tutto quel tempo da solo nel buio con temperature vicino allo zero senza riportare alcuna naturale conseguenza. Verosimilmente un bambino in quelle condizioni subisce degli stress psicologici e fisici tali che – come minimo – causano uno sfinimento, un collasso, anche solo un principio di ipotermia. Se i fatti sono quelli di cui leggo in queste ore e ovviamente mi attengo soltanto a quelli perché non ho la documentazione dei colleghi e né altri elementi al riguardo, certamente le condizioni in cui è stata ritrovata Nicole non sono compatibili con gli stress fisici e psicologici (freddo, fame, buio, panico) che una bambina di 5 anni non avrebbe potuto reggere. Ma sono certo che la magistratura al riguardo sta lavorando scrupolosamente e scoprirà quello che va chiarito a tutela di questa bambina”.

Anche se la piccola, incautamente fosse uscita di casa diretta verso il bosco perché spaventata dal presunto rimprovero della mamma o dall’assenza in casa della stessa, “avrebbe pianto e urlato, come fanno tutti i bambini di quell’età” ha aggiunto il dottor Guerriero. E poi una notte al gelo non l’avrebbe lasciata indenne.  I segnali di ipotermia nei bambini sono il tremare dal freddo, un respiro lento, i suoni strascicati, le azioni goffe e maldestre, energia azzerata, sonno eccessivo, confusione, perdita dei sensi e pelle arrossata e fredda (soprattutto nei bambini più piccoli).

E da quanto si apprende rispetto alle buone condizioni di salute in cui è stata trovata Nicole i fatti non sembrano concordare. Né concordano le risultanze dei droni molecolari che alzatisi in volo non hanno individuato traccia della piccola nella stessa area dove è poi stata ritrovata. Allora Nicole ha davvero trascorso la notte all’aperto? A 800 metri da casa sua? Addormentandosi per poi svegliarsi solo al rumore dell’elicottero? Possibile che anche i cani non ne abbiano fiutato l’odore? Gli inquirenti sono al lavoro sulle risposte.

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