Sono stati consegnati i risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Mario Miozzi, il 65enne trovato morto in casa lo scorso ottobre, a Toro. Proprio dall’esame autoptico disposto dalla Procura di Campobasso ci si aspettano elementi chiave utili all’attività investigativa che sta cercando di far luce sul decesso dell’uomo: resta un giallo quanto accaduto la notte tra il 12 e il 13 ottobre.
Miozzi era stato in un bar di Toro, il paese a pochi chilometri dal capoluogo in cui viveva. E quella sera, come hanno raccontato alcuni testimoni ai Carabinieri del Nucleo Operativo radiomobile che stanno indagando, è stato aggredito da un altro avventore presente in quel momento nel locale. Poi è tornato a casa ed è morto. Qualche ora dopo, al mattino, è stato trovato senza vita riverso sul pavimento in fondo alle scale dalla nipote Amalia. A chiederle di raggiungere la casa dello zio che non rispondeva era stata la signora che si occupava di pulire e tenere in ordine la sua casa.
Inizialmente quella del 65enne era stata ritenuta una “morte naturale” legata ad un arresto cardiaco, ma le ferite alla testa e in particolare un taglio sul lato destro della fronte – unitamente ai primi elementi raccolti dai Carabinieri e dalla Scientifica – hanno indotto gli inquirenti a vederci chiaro sulle cause della morte.
L’unica persona iscritta finora nel registro degli indagati come atto dovuto è un 41enne di Campobasso, accusato di omicidio preterintenzionale. Anche lui quella sera era al bar.
Mentre la nipote Amalia continua a battersi per conoscere la verità sulla misteriosa fine dello zio: “Sono trascorsi esattamente sei mesi da quel giorno e ancora non riesco a darmi risposte e non so se mai me ne darò! Mi rimane il dubbio e vorrei mettere indietro l’orologio e tornare a 6 mesi fa! Se da una parte ho l’animo sereno perché per lui ho fatto l’impossibile, dall’altra sono tormentata da domande a cui non so rispondere e non per colpa mia di certo. La verità, questo chiedo! Non giudico, non condanno, non mi compete: sono pronta a perdonare ma voglio la verità, non atteggiamenti di sfida e sguardi minacciosi”, sottolinea facendo intuire anche il clima teso che probabilmente da quel giorno si respira in paese.
“A volte facciamo gesti istintivi, gesti goliardici senza pensare a quello che potrebbero causare, a volte assumiamo atteggiamenti del tutto insensati, non pensiamo però che i nostri gesti potrebbero ledere qualcuno perché troppo intenti a salvaguardare noi stessi. Spero soltanto che presto avrò delle risposte, zio Mario sa la verità e vorremmo saperla anche noi”.
Probabilmente anche i risultati dell’autopsia consentiranno alla Procura di avere un quadro più chiaro e capire cosa abbia causato l’arresto cardiocircolatorio dell’uomo.
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