La lettera ai consiglieri

Grido d’aiuto di coltivatori e allevatori: Consiglio regionale faccia qualcosa, siamo allo stremo

Coldiretti Molise rivolge un appello ai consiglieri regionali affinché al di là delle dichiarazioni di sostegno e vicinanza al settore agricolo e zootecnico il Consiglio possa sollecitare il Governo a “mettere in campo iniziative concrete per la eccezionalità della situazione contingente e per salvaguardare la continuità produttiva delle imprese”. La lettera firmata dal delegato confederale Giuseppe Spinelli e dal direttore Aniello Ascolese sollecita i consiglieri di maggioranza e opposizione ad adottare misure finanziarie per dare liquidità immediata agli agricoltori e agli allevatori molisani, concedendo loro l’accesso al credito a breve e medio termine sia per poter rinnovare le scorte aziendali – in particolare mangimi e concimi – che per poter fronteggiare gli elevati costi della energia.

Questo il testo della lettera inoltrata ai consiglieri regionali sia di maggioranza che di opposizione:

“L’aumento dei costi di produzione subito dagli allevamenti molisani sta mettendo a rischio la tenuta economica dell’intero comparto zootecnico.
Il Molise, come del resto tutto il Paese, è fortemente dipendente dall’estero da cui importa circa la metà del fabbisogno per l’alimentazione degli animali negli allevamenti, dove i ricavi della vendita del latte e della carne non riescono più a coprire i costi.
Negli ultimi anni gli ettari destinati a mais, che è una coltivazione fondamentale per l’alimentazione degli animali nelle aziende zootecniche si sono drasticamente ridotti in regione, principalmente a causa dei minor costo del prodotto di importazione, oltre che per la presenza dei cinghiali.
Oggi l’Ucraina, insieme alla Slovenia e all’Ungheria, sono i nostri principali fornitori di mais e questo sta esponendo il sistema zootecnico regionale ad una situazione di enorme fragilità che ha già portato nel 2021 alla chiusura di decine di stalle, per effetto dei rincari di energia, materie prime e dei prezzi riconosciuti agli agricoltori. Le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina hanno aggravato ulteriormente lo stato di salute dei nostri allevamenti che sono tra i settori maggiormente penalizzati dall’aumento dei costi correnti di fattori produttivi essenziali come lo sono i mangimi che hanno registrato incrementi dei prezzi medi del 90%, i concimi + 170%, il gasolio +129%.
Nel frattempo non si riesce ancora a trovare un accordo regionale per portare il prezzo del latte riconosciuto agli allevamenti ai livelli dei costi di produzione che sostengono effettivamente oggi. Trasformatori e grande distribuzione stanno discutendo da mesi sulla base di pochi centesimi che per gli allevamenti, e per tutto il sistema che ruota loro attorno fatto di territorio, paesaggio e biodiversità, significa continuare ad esistere o scomparire.
Coldiretti Molise, di fronte a tale stato di cose, rivolge un appello affinché, al di la delle dichiarazioni di sostegno e vicinanza al settore, l’intero Consiglio solleciti il Governo regionale a mettere in campo iniziative concrete a favore dell’agricoltura e della zootecnia in particolare.
L’eccezionalità della situazione contingente, deve poter imporre un cambiamento, passando dalla lettura del fenomeno alla individuazione di soluzioni urgenti, atte a salvaguardare la continuità produttiva delle imprese.

La guerra ha evidenziato la estrema vulnerabilità della nostra economia, facendoci trovare con i granai vuoti! Si chiede all’agricoltura italiana ed europea di aumentare le produzioni, investendo anche su terreni non più utilizzati, ma è doveroso chiedersi quale imprenditore agricolo, strozzato dai costi di produzione alle stelle, può pensare, attualmente, di investire? La volontà non mancherebbe, considerando lo spirito di servizio che anima le nostre imprese che, nel pieno della pandemia, hanno continuato a lavorare e produrre cibo per le nostre collettività.
La tensione tra gli allevatori, in particolare, è giunta ai massimi livelli e potrebbe in breve tempo degenerare. La situazione è aggravata, come accennavamo, dalla presenza incontrollata dei cinghiali che devastano sistematicamente i campi coltivati, non consentendo alle imprese di portare a compimento le coltivazioni dei cereali necessari all’alimentazione degli animali. Ciò costringe le imprese ad acquistare i prodotti, oggi a costi proibitivi, in uno scenario che evidenzia, a livello di mercato, serie difficoltà di approvvigionamento.
Il pericolo è che moltissime imprese agricole e zootecniche saranno costrette ad avviare anzitempo gli animali alla macellazione, oltre a dover ridurre drasticamente le razioni alimentari, con conseguente riduzione delle produzioni, fino al punto di dover chiudere l’azienda. Va considerato che un’impresa zootecnica che chiude, molto difficilmente riapre.
Alla luce di tale situazione la scrivente Organizzazione, chiede un impegno straordinario da parte della Regione e di tutto il Consiglio Regionale, affinché venga riconosciuto lo stato di estrema criticità del settore dell’Agricoltura e vengano adottati provvedimenti urgenti volti a sostenere la tenuta economica delle imprese.
A tal proposito si chiede di mettere in campo misure finanziarie che consentano di dare liquidità immediata agli agricoltori e allevatori molisani, concedendo loro l’accesso al credito a breve e medio termine, per poter rinnovare le “scorte” aziendali, in particolare mangimi e concimi, e poter far fronte agli elevati costi dell’energia.
Garantire, inoltre, le risorse regionali destinate al “cofinanziamento” delle misure dell’attuale PSR, sbloccando i pagamenti di tutte le domande attualmente liquidabili, dando in tal modo un ulteriore sostegno finanziario alle imprese.
Sul fronte danni da fauna, è necessario prevedere un aumento della dotazione delle risorse in bilancio per indennizzare gli agricoltori, snellendo le procedure burocratiche e facendo venir meno le mortificanti valutazioni che in molti casi vengono proposte.
E’ necessario altresì, rompere ogni indugio relativamente alla pubblicazione dei bandi del PSR, a partire dal pacchetto giovani per finire alle misure strutturali finalizzate all’acquisizione di beni strumentali che non possono essere subordinate a logiche di qualsiasi altra natura, diverse dalla esigenza di rafforzare il sistema delle imprese.
L’Agricoltura molisana non si salva da sola; ha bisogno che tutti gli altri comparti dell’economia presenti in regione, quali il commercio, l’artigianato, il turismo, la ristorazione l’agroindustria, siano forti. Ma questi stessi comparti hanno bisogno di una forte Agricoltura, il cui ruolo “primario” è un fattore accelerante di sviluppo.
L’auspicio di Coldiretti è che sulla scorta di tali considerazioni, sicuramente non esaustive della reale portata dell’emergenza in corso, l’intera Assemblea regionale, al di la dei differenti posizionamenti politici, trovi la necessaria coesione per dare concrete risposte al settore agricolo del Molise”.

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