La transizione energetica

Fotovoltaico nei centri storici, col Decreto Energia non servono permessi

Il capogruppo in Consiglio regionale Greco commenta: "Consentire il fotovoltaico nella maggior parte dei centri storici vuol dire renderli più efficienti sul piano energetico, allo stesso tempo salvaguardando tutte le zone di effettivo pregio architettonico e paesaggistico".

Tra le principali misure previste nel Decreto Energia, approvato alla Camera con 422 voti favorevoli e 54 contrari (il Governo aveva posto la fiducia, ndr), c’è anche la semplificazione delle procedure per installare pannelli fotovoltaici sul tetti delle abitazioni dei centri storici. Ad illustrare le novità del provvedimento – detto anche “decreto bollette” – è il capogruppo del Movimento 5 Stelle Andrea Greco dopo il via libera dell’Aula di Montecitorio.

A suo dire, ripopolare e rende più vivibili i borghi antichi delle città e dei piccoli centri è il modo migliore per valorizzarli. “Per farlo – sostiene –  un contributo concreto arriva ora dalla transizione energetica con il decreto Energia approvato alla Camera dei deputati che, tra le varie misure, consente di realizzare il fotovoltaico nei centri storici con procedura libera.

In pratica chi installa con qualunque modalità impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici nei centri storici, in quelle che corrispondono alle zone A, dà luogo a un intervento di manutenzione ordinaria e non deve chiedere né attendere permessi, autorizzazioni o altri atti amministrativi di assenso”.

Il testo prevede anche un’altra novità fondamentale: la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici per alcuni edifici sottoposti a vincolo. In questo caso, si potranno installare “pannelli integrati nelle coperture non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici. Fanno eccezione (e quindi sono necessari atti di assenso) – aggiunge Greco – quegli impianti visibili dagli spazi esterni e punti panoramici, installati in immobili e aree di cui all’articolo 136, comma 1, lett. b) e c) del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Si tratta delle aree e immobili dichiarati, con provvedimento regionale o del ministero dei Beni culturali, di notevole interesse pubblico.

Tutto ciò vuol dire semplificare le installazioni, bilanciando la necessaria spinta alle energie rinnovabili con la doverosa tutela del paesaggio”.

Infine, il capogruppo M5S sottolinea la sinergia politica a livello regionale e nazionale: “Questa è proprio la strada che avevamo tracciato nei mesi scorsi in Consiglio regionale, un percorso che proseguito in Parlamento con la deputata Elisabetta Barbuto che ha presentato l’emendamento, con il nostro deputato Antonio Federico, relatore del decreto, e con Carmela Grippa, deputata abruzzese da sempre vicina al Molise e cofirmataria della proposta.

Per le aree interne si tratta di un segnale di civiltà nell’ottica della transizione energetica. I nostri borghi sono gioielli e vanno tutelati, ma tante abitazioni sono vetuste quindi estremamente energivore: consentire il fotovoltaico nella maggior parte dei centri storici vuol dire renderli più efficienti sul piano energetico, allo stesso tempo salvaguardando tutte le zone di effettivo pregio architettonico e paesaggistico”.

commenta