Un fiume di denaro per il rilancio

1,5 miliardi al Molise, M5S: “E’ l’ultimo treno ma il Governo Toma non ha idee chiare”

I consiglieri regionali pentastellati sul Documento di indirizzo strategico per la "Programmazione della politica comunitaria di coesione economica e sociale 2021-2027"

Non solo il Partito democratico con il capogruppo Micaela Fanelli. E’ improntata al pessimismo anche l’analisi che il Movimento 5 Stelle fa dopo l’approvazione in Consiglio regionale del Documento di indirizzo strategico per la “Programmazione della politica comunitaria di coesione economica e sociale 2021-2027”. In totale al Molise arriveranno 1,5 miliardi: 402 milioni dai fondi strutturali, 416 milioni dal Pnrr, oltre 500 milioni dal Fondo di Sviluppo e Coesione, ai quali si sommano i fondi di Sviluppo rurale e i trasferimenti ordinari statali.

“Questi soldi potrebbero rappresentare davvero l’ultimo treno. Speriamo di non perderlo definitivamente”, sottolineano i pentastellati. “Il documento di indirizzo votato ieri dalla sola maggioranza, neanche compatta in verità, manca di anima e cuore. È formalmente corretto, ma sembra proprio non raccogliere la sfida di rilanciare una regione moribonda”.

M5S parte dalle azioni previste per la Transizione ecologica: “Dovremmo avere un’idea chiara e lungimirante su cosa finanziare per realizzarla. Ma siamo ancora, da anni, in attesa dei documenti che dovrebbero essere alla base di questa programmazione: piano paesaggistico e dei rifiuti, piani di gestione per le Reti Natura 2000, piano cave e discariche, piano energetico, tanto per citarne alcuni. Manca anche una seria riflessione sulla gestione delle acque, dove attendiamo uno studio dell’Autorità di bacino dell’Italia meridionale. In Molise abbiamo tanta acqua, ma ne sprechiamo troppa. Senza una buona programmazione a monte, è facile prevedere intoppi a valle, quando si tratterà di investire quelle risorse. Quando il prossimo governo regionale dovrà preparare i bandi, si scontrerà necessariamente con le comunità, non coinvolte a tempo debito”.

E ancora: “Mancano idee chiare e praticabili per quanto riguarda la ‘Zona economica speciale’, la ‘Strategia nazionale aree interne’ e la ‘Strategia di specializzazione intelligente’. Il Molise ha un disperato bisogno di intraprendere la strada della Transizione digitale. Lo dobbiamo alle nostre imprese, ai privati cittadini, a chi vuole vivere o soggiornare qui, pur lavorando in ‘smart’. A chi, ancora, vorrebbe investire ma sa che siamo fermi alle infrastrutture 2.0.

Nei giorni scorsi, l’ingegnere di un’azienda innovativa ci raccontava che, solo per avere una connessione internet dignitosa, ha dovuto installare 4 antenne, nonostante ci fosse una cabina della fibra ottica a 100 metri dall’azienda: mancavano gli ultimi metri di collegamento”.

Per i consiglieri pentastellati, alla luce dell’installazione della Gigafactory a Termoli, con i fondi comunitari era necessario gettare le basi per la creazione di un ‘Distretto tecnologico molisano’.

E l’istruzione e la formazione, tra gli assi del Fondo Sociale Europeo 2014-20: “Ci aspettavamo un coinvolgimento del Consiglio nella redazione di un piano di rilevazione dei fabbisogni occupazionali. Abbiamo visto finanziare, a pioggia, corsi per barman, estetisti, pizzaioli, parrucchieri. Ma il mercato del lavoro va in un’altra direzione. Si dovrebbero ascoltare le aziende per puntare sulle figure professionali che mancano. Quando si parla di lavoro, un ruolo cruciale è giocato anche dai Consorzi industriali, che attendono una riforma da tempo immemore”.

I pentastellati criticano poi i “gravi ritardi” nelle infrastrutture e sui trasporti.

“La sintesi di tutto ciò è che, nella totale assenza di una visione d’insieme e, ancora una volta, ignorando la necessaria concertazione, la maggioranza Toma ha approvato un ‘libro dei sogni’ incapace di sognare. Eppure – concludono – erano chiamati a scrivere il futuro per tutti i molisani. Stiamo, in sostanza, decidendo se il Molise deve sopravvivere, chiudere o rinascere”.

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