Era stato accusato anche di associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio e truffa per gli appalti e i lavori relativi alla Tangenziale Nord di Campobasso. Un esposto nato nel 2016 a seguito delle dichiarazioni dell’attuale sindaco Roberto Gravina e dell’assessore Simone Cretella. Sul banco degli imputati il dirigente di Palazzo San Giorgio, Vincenzo De Marco (insieme ad altri dirigenti del Comune di Campobasso).
E sempre a seguito degli esposti inoltrati dall’attuale maggioranza comunale De Marco è stato in seguito accusato e costretto a difendersi davanti ai giudici di: abuso d’ufficio per le luminarie natalizie nell’anno 2014. Abuso d’ufficio e falso ideologico per l’assegnazione dei posti in occasione del Corpus Domini 2018. Ancora: danno erariale per l’assegnazione dei posti in occasione del Corpus Domini 2015.
In fine, l’ultimo che ha ottenuto il verdetto di assoluzione nelle scorse ore: abuso d’ufficio e falso ideologico per i bagni chimici a Campobasso a seguito di un esposto dell’assessore Simone Cretella.
Dunque, coinvolto in ben cinque procedimenti a suo carico, durante i quali ha dovuto dimostrare con gli avvocati Fabio Albino e Giacomo D’Angelo, la sua estraneità a quelle ipotesi di reato (uscendone sempre assolto) è arrivata anche la sentenza che lo proscioglie con formula piena anche sul caso dei bagni chimici. Ultimo esposto in ordine di tempo.
“La vicenda – spiega una nota dello studio legale che ha difeso il funzionario comunale – riguardava presunti ma inesistenti abusi di ufficio, questa volta nella gestione dei cosiddetti bagni chimici del capoluogo cittadino. Ciò che francamente sconcerta è il vero e proprio stillicidio a cui è sottoposto, con altri, Vincenzo De Marco costretto, pressoché annualmente, a difendersi, ora dinanzi al giudice penale ora innanzi a quello contabile, da accuse che puntualmente si rivelano totalmente infondate“.
Un modus operandi quello messo in atto a colpi di esposti e di denunce che – sottolineano gli avvocati – è caratterizzato “da un ulteriore grave profilo: le ripetute assoluzioni non fanno altro che comportare ulteriori oneri economici per il Comune dal momento che in un caso è stato addirittura condannato al pagamento della spese legali e negli altri casi l’ente dovrà comunque rimborsare ai dirigenti puntualmente assolti le spese di difesa”.
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