Emergenza nell'emergenza

Ucraina, altissima percentuale di non vaccinati. Il Ministero ‘avverte’ le Regioni, Asrem invia medicinali

Ci sono differenze molto rilevanti fra i diversi Stati per quanto riguarda le percentuali di popolazione non vaccinata: è proprio l'Ucraina quella con i dati peggiori. Una circostanza che, alla luce della drammatica situazione e al conseguente massiccio arrivo di profughi in vari Paesi Europei, non andrà sottovalutato bensì gestito. Il Ministero della Salute ha già diramato una circolare alle Regioni e il Governatore Toma si dice al lavoro anche su questo aspetto. Intanto l'Asrem ha inviato, tramite la Protezione civile, una scorta di medicinali per la popolazione ucraina

L’emergenza umanitaria dell’Ucraina e dei suoi cittadini, per lo più in fuga in altri Paesi europei, ha anche un aspetto legato alla vaccinazione anti-Covid. Come riporta un grafico pubblicato oggi dalla fondazione Gimbe (elaborazione su dati Our Wourld in Data aggiornati al 28 febbraio) l’Ucraina è lo Stato con la percentuale maggiore (63.8%) di popolazione che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino.

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Parliamo di oltre 40 Paesi ed è proprio l’Ucraina, da giorni devastata dall’invasione russa, ad avere i dati peggiori. Un dato che non va affatto sottovalutato, come rileva anche la Fondazione Gimbe. L’Italia è invece tra i territori con la percentuale minore di popolazione non vaccinata (16.1%). Fanno meglio di noi – come noto – i Paesi mediterranei come Portogallo, Malta e Spagna.

Chiaro che, con la previsione di milioni di profughi ucraini che cercheranno riparo – alcuni lo hanno già fatto – in altri Stati, a partire da quelli confinanti, la questione vaccinazione coinvolgerà tutti i Paesi che ospiteranno cittadini ucraini in fuga (l’Ue attiverà una inedita protezione temporanea per i rifugiati e verranno stabilite delle quote per ogni Paese ospitante). Anche l’Italia, anche le sue regioni – Molise compreso – dovranno fare la propria parte.

Intanto va dato conto della testimonianza di solidarietà da parte dell’Asrem: l’azienda sanitaria regionale ha infatti inviato medicinali alla popolazione ucraina, grazie alla collaborazione della Protezione Civile della Regione Molise.
Asrem ha risposto all’appello a livello nazionale lanciato dal Ministero per il reperimento di scorte di medicinali che, con spirito solidale, sono stati inviati alle popolazioni in guerra. Nel ringraziare la Protezione Civile per la sua opera logistica, Asrem ha ribadito la sua presenza accanto al popolo ucraino.

“Chi ha (anche se poco), condivida. È l’essenza di Asrem, lo è sempre stato. Ogni giorno lottiamo con scarse risorse e sappiamo come sia necessaria la solidarietà, la possibilità di aiutare chi è in difficoltà. La missione di un’azienda sanitaria, dopotutto, è questa” ha spiegato il direttore generale di Asrem Oreste Florenzano.

Il Dg ha poi aggiunto: “Asrem si sta organizzando anche per la gestione di eventuali pazienti ucraini sia in termini di verifica delle vaccinazioni e di inserimento nella campagna vaccinale, sia per affrontare eventuali altre problematiche. Il Dipartimento di Prevenzione, seguendo le indicazioni delle circolari ministeriali, è già al lavoro per garantire un servizio sempre più specifico e conservare l’alta copertura vaccinale che è presente in Molise” ha concluso Florenzano.

Le vaccinazioni, appunto. Nella regione in cui quasi il 90% della popolazione over 5 è stata vaccinata con almeno una dose, la nuova ‘sfida’ della campagna vaccinale si chiama ‘cittadini ucraini’. Previsto l’arrivo di diverse centinaia – almeno in prima battuta – di persone dal Paese dell’Est Europa: molte, moltissime di queste non saranno immunizzate e al di là dello spauracchio (paventato già da taluni) di una nuova variante legata a questa contingenza, sarà importante convincere persone che non si sono mai vaccinate contro il Covid-19 (molte per motivi religiosi) a farlo per il loro bene.

D’altra parte le Regioni sono state ‘allertate’ dal Ministero della Salute che proprio ieri ha raccomandato di offrire la vaccinazione anti Sars-CoV2, in accordo con le indicazioni del Piano nazionale di vaccinazione, “a tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età”.

Con una circolare diramata a tutte le Regioni si è specificatamente chiesto ad ognuna di loro di allertare le Asl “ai fini della predisposizione di risorse necessarie all’esecuzione di test diagnostici – tamponi oro/rinofaringei antigenici e molecolari – per infezione da Sars-CoV-2 ed alla somministrazione di vaccini anti-Covid-19 ed altre vaccinazioni di routine per tale popolazione a rischio”.

Le Asl inoltre dovranno assicurare “le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale anche in relazione alle altre malattie infettive”. Il Ministero inoltre richiama l’attenzione in particolare “alla precoce identificazione delle persone con esigenze particolari e specifiche vulnerabilità” come minori stranieri non accompagnati, donne in stato di gravidanza, e nuclei familiari monoparentali.  

Il Presidente della Regione Molise Toma ha confermato che si sta lavorando giustappunto a questo e che “Oggi abbiamo avuto un nuovo incontro col capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per affinare l’Ordinanza sulle misure da mettere in campo per l’accoglienza dei profughi ucraini. Vanno definite meglio le procedure relative all’assistenza sanitaria, con riferimento, in particolare, alla gestione dei tamponi e dei vaccini. Intanto, ho dato disposizione alla nostra Protezione civile affinché possa essere operativa sulla base delle indicazioni contenute nel provvedimento. Siamo pronti ad agire” le parole dette a margine della riunione di questa mattina tra la Conferenza delle Regioni e il capo della Protezione civile nazionale.

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