La crisi dei rifornimenti

70mila tir si fermano ma scongiurato stop nazionale camionisti. “Speculazione carburanti, intervengano i Nas”

La Commissione nazionale di garanzia aveva già annullato il possibile sciopero, Trasportounito: "Domani non accenderanno il motore circa 70.000 mezzi pesanti ma potevano essere quattro volte di più"

Non ci sarà lo sciopero degli autotrasportatori che minacciavano di fermarsi da domani, 14 marzo. Nelle scorse ore l’astensione dal lavoro aveva provocato la reazione della Commissione di garanzia per lo sciopero che ne ha imposto l’annullamento a causa del mancato preavviso di 25 giorni previsto dalla normativa.

Ora arriva la conferma di Trasportounito che tuttavia fa sapere come decine di migliaia di mezzi rimarranno comunque fermi domani.

“Secondo una prima stima stilata sulla base dell’esito delle assemblee che si stanno svolgendo in varie regioni, domani non accenderanno il motore circa 70.000 mezzi pesanti (fra bilici e autotreni), in seguito alla decisione delle imprese di autotrasporto di non caricarsi di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità a far fronte da sole agli aumenti record nel costo del carburante. Solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno, non sarà di quattro volte maggiore. Ciò accade indipendentemente da qualsiasi sostegno e coordinamento – ha affermato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – fornito dalla nostra Associazione a livello nazionale”.

Scongiurato quindi il rischio di mancati rifornimenti per le aziende e in particolare per i supermercati, timore che aveva portato molti cittadini a fare scorte di cibo. Domani quindi dovrebbe essere tutto regolare o quasi, anche se il problema del caro gasolio resta. Il ministro Roberto Cingolani l’ha definito una “colossale truffa ai danni di aziende e cittadini” facendo riferimento alla speculazione in atto che sta portando gasolio e benzina a oltre 2,30 euro.

Trasportounito intanto fa sapere che “per evitare ulteriori contenziosi con la Commissione scioperi, nel ribadire che non è mai stato proclamato un ‘fermo nazionale’, non può far altro oggi che confermare come ciascuna impresa sia libera di decidere se continuare o meno a sottostare ad obblighi contrattuali gravosi ovvero a subire ricatti operativi e finanziari”.

Coldiretti, in relazione alle gravissime difficoltà dell’autotrasporto per l’aumento del costo dei carburanti che coinvolgono l’intera filiera agroalimentare, dalle coltivazioni all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione, avverte sull’effetto-valanga delle speculazioni. “In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni”.

Il caro gasolio, aggiunge l’associazione degli agricoltori, “ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi e blocca i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari”.

Intano il Codacons, unica associazione che contro il fenomeno del caro-benzina è scesa in campo con un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, chiede ispezioni a tappeto dei Nas presso società petrolifere, distributori, grossisti e aziende di intermediazione attive nella vendita dei carburanti per accertare dove si annidano le speculazioni che hanno portato all’impennata dei listini alla pompa.

“Chiediamo alle magistrature locali e all’Antitrust di attivare Nas e Guardia di Finanza affinché eseguano ispezioni in tutta Italia sequestrando le bolle di acquisto dei carburanti e tutti i documenti fiscali utili sia presso le società petrolifere, sia presso grossisti e società di intermediazione, verificando le differenze esistenti nei prezzi di acquisto e di vendita dei prodotti petroliferi prima e dopo lo scoppio della guerra in Ucraina – ha detto il presidente Codacons Carlo Rienzi -. Vogliamo capire chi sta speculando sulle tasche di consumatori e imprese e in quale passaggio si annidano rincari anomali dei prezzi di benzina e gasolio che, allo stato attuale, appaiono del tutto ingiustificati. Lo stesso Ministro Cingolani, che ieri ha parlato di “truffa colossale”, può e deve utilizzare il Comando Carabinieri tutela Ambiente del Mite per svolgere controlli e stanare gli speculatori, dimostrando di voler concretamente combattere tali illeciti”.

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