Termoli

Niente bar e distributori, al San Timoteo l’acqua è un lusso da 8 mesi. Appello alla Asrem

Il dottor Giancarlo Totaro, patologo dell'ospedale di Termoli, denuncia la situazione ormai cronica dopo la rimozione dei distributori automatici la scorsa estate e la mancata riapertura del bar, nonostante un bando aggiudicato, da due anni. Ai pazienti da bere razionata

L’estate scorsa aveva fatto scandalo la notizia della rimozione dei distributori automatici dall’ospedale San Timoteo di Termoli. In piena estate i pazienti vennero lasciati con appena un litro d’acqua al giorno. Con buona pace di tutti i consigli dei medici che invitano a idratarsi il più possibile. Pochi giorni dopo però l’Asrem aveva aggiudicato il bando per riaprire dopo anni di chiusura il bar dello stesso ospedale termolese. Ma sono passati otto mesi e il bar non ha riaperto, né i distributori sono stati rimessi in funzione.

Ancora una volta l’emergenza è diventata cronica ma la gravità non è certo venuta meno. Ancora una volta l’Asrem dimostra la scarsa attenzione  nei confronti del presidio ospedaliero bassomolisano, la cui fine sembra scritta, tanto che questi segnali sembrano esserne la conferma a dispetto delle promesse e delle rassicurazioni che finora hanno valore senza fatti ad accompagnarli.

Per dirla con le parole del sindaco Roberti, che più d’una volta l’ha ripetuto “non sono stati capaci nemmeno di riaprire il bar”. Come dire: figuriamoci il resto. Eppure il bar, o quantomeno il diritto di poter bere un bicchiere d’acqua, non è un fatto tarscurabile.

L’evidenza racconta di un ospedale dove ai pazienti è razionata l’acqua, manco fossimo un Paese in guerra. Oggi è il dottor Giancarlo Totaro a tornare sull’argomento, cercando di smuovere la situazione.

“Vorrei rivolgere – scrive Totaro, patologo clinico del san Timoteo – un accoratissimo appello alla direzione generale della Asrem a fare più del possibile per sbloccare l’installazione delle macchine distributrici di acqua che risultano essere un supporto insostituibile per il benessere dei pazienti sottoposti a prelievo o altro esame o visita che necessita del digiuno”.

La denuncia arriva dopo le proteste di questa mattina di una donna in gravidanza che non ha potuto bere nemmeno un bicchiere d’acqua perché le bottigliette di minereale sono di fatto introvabili in ospedale e per raggiungere il bar più vicino è necessario prendere l’auto. “Bere è un bisogno primario insopprimibile – dice Totaro – tanto più quando si è ammalati. E’ un dovere di tutti, soprattutto della Asrem, attivarsi per risolvere il problema”.

“Cosa rispondere in queste circostanze ad una ragazza incinta che “ti chiede solo un bicchiere d’acqua” nel 2022? Sicuramente – aggiunge Totaro – la colpa non è della Asrem ma sarebbe cosa assai gradita al pubblico una sollecitazione a chi di dovere di provvedere all’installazione dei distributori automatici al fine di evitare malori e disagi alle donne in gravidanza ma anche a tutti coloro che osservano un digiuno diagnostico in particolare con l’avvicinarsi della stagione calda.

Bere è un bisogno primario insopprimibile, ancor più quando si è malati, quindi è un dovere di tutti, a cominciare dallo scrivente, attivarsi per risolvere il problema che all’ospedale di Termoli ormai si sta trascinando per un tempo del tutto irragionevole. Deve esistere un modo, seppur transitorio, per poter risolvere definitivamente almeno il problema della mancanza dei distributori automatici prima ancora della assenza del bar”.

Sulla questione era già intervenuto mesi fa il sindacato Fials, sottolineando lo stato di abbandono dell’ospedale con la rimozione dei distributori automatici di bevande calde e fredde. Non è servito a nulla: il disagio resta.

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