Operazione antidroga

Napoli, piazza di spaccio in carcere: una misura e una perquisizione a Campobasso

Sono 26 gli indagati nell'operazione dei carabinieri del capoluogo campano che ha portato a smantellare un giro di droga all'interno del carcere di Secondigliano, gestito dai detenuti. Nell'operazione risultano coinvolti anche agenti della polizia penitenziaria, nei loro confronti l'accusa è di corruzione

Sono 26 gli indagati nell’operazione dei carabinieri di Napoli che ha portato a smantellare una piazza di spaccio all’interno del carcere di Secondigliano, gestita dai detenuti. E le direttive arrivavano anche dal carcere di Campobasso, dove su delega della Procura di Napoli questa mattina i carabinieri del comando provinciale di via Mazzini hanno eseguito una perquisizione e una misura cautelare a carico di una persona già detenuta.

Nell’operazione risultano coinvolti anche agenti della polizia penitenziaria, nei loro confronti l’accusa è di corruzione.

L’indagine ha permesso di raccogliere diverse fonti di prova, anche a riscontro delle dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia, circa l’esistenza di una piazza di spaccio all’interno della casa circondariale di Napoli, gestita da detenuti mediante il commercio di sostanze stupefacenti di vario tipo (cocaina, hashish e marijuana) introdotte nell’istituto penitenziario.

L’indagine ha anche accertato condotte di corruzione a carico da parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria perlopiù nel napoletano che, dietro compenso, consentivano l’introduzione dello stupefacente, di cellulari ovvero favorivano lo spostamento di detenuti all’interno della struttura e l’allocazione di appartenenti al medesimo sodalizio nelle stesse celle.

Sono 22 le misure cautelari in carcere e 4 quelle per gli arresti domiciliari. Quattro i poliziotti penitenziari indagati per uno, attualmente in pensione ma in servizio all’epoca dei fatti contestati, il gip di Napoli ha disposto il carcere mentre agli altri tre sono stati notificati gli arresti domiciliari. Si tratta di S.M., 59 anni (in carcere) e di M. F., 55 anni, F. G., 58 anni, e G. T., 47 anni, tutti ai domiciliari.

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