Lo studio della cgia di mestre

Famiglie in povertà energetica: in Molise sono 40mila. La nostra regione tra le 5 peggiori d’Italia

Lo studio della Cgia di Mestre che si avvale dei dati del rapporto dell'Oipe 2020 mette la nostra regione tra le 5 (tutte del Sud) con la più alta frequenza di povertà energetica. Si tratta molto spesso di famiglie con tanti componenti, che vivono in un'abitazione datata e il cui capofamiglia è senza lavoro o immigrato o giovane, o tutte queste cose insieme. Il risultato è che non si riescono a pagare le bollette di luce e gas o si deve scegliere fra fare questo o mangiare

Sono a rischio povertà energetica in Molise dai 31.257 ai 46.886 nuclei familiari e la nostra regione, come altre del Sud, è quella messa peggio in Italia perchè la frequenza (definita ‘alta’) di questo tipo di povertà è stimata in un range tra il 24% e il 36%. Tradotto: una famiglia su cinque nell’ipotesi migliore, una su tre in quella peggiore.

Cosa possa significare povertà energetica lo possiamo ben immaginare. “Vista la scarsa disponibilità economica, spesso questi nuclei sono costretti a scegliere: o si mette assieme il pranzo con la cena o si pagano le bollette”. A scriverlo è la Cgia di Mestre che il 26 marzo ha diffuso i risultati dello studio che – chiariamo – si basa sui dati del Rapporto Oipe 2020 (l’Osservatorio italiano sulla povertà energetica) che a sua volta si basa su dati ancora più ‘vecchi’ ma che nondimeno tracciano una fotografia (per noi molisani e non solo per noi) impietosa e comunque indicativa di una tendenza.

Secondo questo studio si stima che in Italia ci siano 4 milioni di nuclei in difficoltà da questo punto di vista. Si tratta di famiglie che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici: ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione, l’utilizzo di elettrodomestici. “Le famiglie più a rischio sono quelle con un elevato numero di componenti, che vivono in abitazioni datate e in cattivo stato di conservazione, in cui il capofamiglia è giovane, spesso indigente e/o immigrato”. In più ci sono i pensionati che non hanno modo di aumentare le loro entrate economiche. E con il caro bollette in atto di questi tempi, unito all’aumento del costo del carburante, possiamo ben immaginare che il numero di famiglie – molte delle quali già provate dalla lunga emergenza Covid – sia non certo diminuito ma aumentato.

Tornando al rapporto, a livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno, dove la frequenza della povertà energetica oscilla appunto tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie di quel territorio. In compagnia del Molise ci sono la Campania, la Sicilia, la Calabria e la Basilicata. Altrettanto critica è la situazione in altre regioni del Centrosud che registrano una frequenza della povertà energetica medio-alta: tra il 14 e il 24 per cento. In questa fascia ci sono Puglia, Sardegna, Marche, Abruzzo e Umbria. Scenari diversi – migliori – al Centronord e al Nord. Di seguito la tabella che per la nostra regione riporta una stima media di quasi 40mila famiglie in ‘crisi’ perchè non riescono ad avere accesso all’energia.

povertà energetica cgia mestre

 

Ora, per quanto riguarda il nostro Paese la povertà energetica nel 2020 è scesa rispetto all’anno precedente. Ma dubitiamo che potremo dire lo stesso il prossimo anno per il successivo confronto annuale (che riguarderà il 2020-2021).

Questa la soluzione indicata dalla Cgia di Mestre: “Ovviamente, per migliorare la condizione di queste realtà famigliari bisogna combattere efficacemente la povertà, l’abbandono scolastico e l’esclusione sociale. Non solo, ma intervenendo anche in soccorso di coloro che si trovano senza lavoro, creando le occasioni per incrementare, in particolar modo, la buona occupazione. Altresì, come hanno già fatto altri Paesi europei, non è più rinviabile, almeno temporaneamente, l’introduzione di un tetto all’aumento dei rincari”.

Qualcosa è stato fatto. “Rammentiamo che il governo ha introdotto il bonus bollette, tagliando significativamente il peso dei costi di energia elettrica e gas per le persone con un Isee inferiore alle 8.265 euro. Soglia, quest’ultima, che è stata innalzata a 12 mila euro con il decreto anti-rincari del 21 marzo scorso. Sempre sul fronte della bollette di luce e gas è stata data la possibilità alle utenze domestiche di rateizzarne i pagamenti, sono stati azzerati gli oneri di sistema e l’Iva è scesa al 5 per cento. Dall’estate scorsa il Governo Draghi ha messo a disposizione di famiglie e imprese quasi 20 miliardi di euro contro il caro energia/carburante. Una cifra sicuramente importante, ma ancora insufficiente a mitigare efficacemente i rincari che sono avvenuti in questi ultimi 9 mesi”.

 

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