Da campobasso a benevento

Molisannio, l’ipotesi di annessione coi cugini sanniti piace anche a Toma. Si ragiona sul referendum

Confronto sul progetto di unificare il Molise e la provincia di Benevento tra Clemente Mastella e Donato Toma. Anche l'assessore Quintino Pallante favorevole all'idea di annessione tra noi e i comuni sanniti.

Molise e provincia di Benevento insieme? Torna in auge la proposta di annessione tra la nostra regione e l’area del Sannio beneventano. L’ipotesi del Molisannio non è esattamente una novità anche se stavolta a rilanciare l’idea è il capoluogo molisano, o per meglio dire, il vertice regionale che a Campobasso ha le radici: Donato Toma.

Il presidente della giunta ne ha parlato molto recentemente col sindaco di Benevento Clemente Mastella in quello che Alessandro Amoroso, neo segretario regionale di Noi di Centro (l’ultima creatura dell’ex ministro di Ceppaloni), ha definito un confronto soddisfacente perché Toma “ha voglia di intraprendere la strada istituzionale per valutare questa idea dell’onorevole Mastella”.

Ma cos’è esattamente il Molisannio? E perché dovrebbe avvantaggiarci?

Si tratta di un progetto di accorpamento in cui Campobasso resterebbe capoluogo di regione “scongiurando – ma questo è il pensiero del segretario Amoroso – quella sottomissione territoriale che si verificherebbe con l’annessione all’Abruzzo” nell’altra idea di annessione che passa sotto il nome di Macroregione adriatica.

amoroso e mastella

In più il sodalizio del capoluogo con le due province di Isernia e Benevento ci permetterebbero di passare dagli attuali 290 mila abitatiti (circa) al suo doppio (più o meno 600mila abitanti dislocati su 214 comuni e non più 136) frenando così lo spopolamento cronico della nostra regione e tutte le conseguenze sul piano dei servizi, delle infrastrutture e, più in generale, dello sviluppo.

Va ricordato, inoltre, che a fine dicembre dell’anno scorso il Consiglio regionale ha approvato una mozione per avviare il dialogo istituzionale su forme di cooperazione fra diverse regioni ammettendo, in qualche modo, i limiti della sua stessa autonomia. 

Del Molisannio, poi, se ne è parlato molto una decina di anni fa quando vennero raccolte firme nella petizione “Salviamo il Sannio”. Ma il dibattito, ricordiamolo, ha origini  ancora più profonde: se ne discuteva già quando è nata la Regione Molise.

Cosa servirebbe per far passare questa idea oggi è un referendum. Sempre secondo la cronaca del segretario Amorosa il dialogo “istituzionale e non politico” in corso tra Mastella e Toma sta creando “terreno fertile” per tutta quella serie di adempimenti da portare avanti “fra cui la necessaria indizione di un referendum consultivo che consenta ai cittadini di esprimersi nel merito. A loro – e solo a loro – spetta la decisione ma per arrivare a questo punto è indispensabile che la macchina istituzionale si metta in moto”.

Quintino Pallante consiglio regionale

Che il seme gettato stia iniziando a germogliare anche in Regione è evidente anche dalle recenti dichiarazioni rilasciate a Telemolise dall’assessore Quintino Pallante che si è detto pronto a sostenere l’idea e a discuterne coi cittadini per superare quello scoglio culturale che fa ancora dubitare molti molisani dell’idea di una unione politica, geografica e sociale coi cugini sanniti in eterna lotta, loro sì, col napolicentrismo campano.

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