Stop agli esami al veneziale

Medicina nucleare chiusa ma i lavori di riqualificazione non partono: disagi e polemiche

L'amministrazione comunale pentra ha inviato una nota all'Azienda sanitaria per chiedere l'immediato ripristino del servizio che sta causando problemi ai pazienti del nosocomio

E’ “gravissimo chiudere un servizio destinato a pazienti fragili, oncologici e anziani”. L’amministrazione comunale di Isernia alza la voce dopo la notizia della sospensione degli esami scintigrafici e la chiusura del reparto di Medicina Nucleare all’ospedale ‘Veneziale’ a causa di alcuni “lavori di ammodernamento delle strutture” comunicate dai vertici dell’azienda sanitaria regionale.

Nel giro di ventiquattr’ore, per chiedere l’immediato ripristino del servizio, il sindaco Piero Castrataro, la sua Giunta e i consiglieri compatti firmano la nota inviata al direttore generale Oreste Florenzano, al direttore sanitario Evelina Gollo e al direttore amministrativo Antonio Lastoria. Infine, la missiva è indirizzata anche al responsabile del servizio di Radioprotezione, il dottor Torello.

Gli eletti del Municipio pentro sostengono di aver verificato che, pur essendo stato sospeso il servizio, i lavori per riqualificare il reparto non sono partiti: “Dal 2 marzo nessuna ditta era al lavoro presso i locali interessati”. Nel frattempo il blocco del servizio provoca disagi all’utenza che per gli esami deve recarsi al Cardarelli di Campobasso e il contestuale allungamento delle liste di attesa per i pazienti del nosocomio pentro.

Quindi il sindaco, i consiglieri e gli assessori chiedono ad Asrem che “nelle more dell’inizio effettivo dei lavori di ammodernamento, siano immediatamente ripristinate le funzioni interrotte”. Inoltre, nella missiva, suggeriscono una soluzione volta ad evitare che i cittadini vengano privati degli esami scintigrafici: “Una volta ripristinato il servizio, prima di procedere ad un nuovo stop, è necessario verificare tutte le strategie alternative alla chiusura, come, ad esempio, mantenere effettivo il servizio in ambienti separati contemporaneamente allo svolgersi dei lavori, in considerazione del fatto che, da quanto si è appreso, tali lavori dovrebbero essere condotti, tra l’altro, prevalentemente nel piano sottostante a quello del servizio di Medicina Nucleare, modalità già seguita in altre occasioni, come i lavori presso il presidio ospedaliero di Termoli”.

Infine, l’amministrazione non nasconde il malumore per essere rimasta all’oscuro di tutto: “Credendo fermamente nella collaborazione istituzionale, ed auspicando che non siano necessarie ulteriori chiusure di servizi del nostro Presidio Ospedaliero, si ritiene opportuno e legittimo essere preventivamente informati e coinvolti in decisioni di questo tipo, limitando le chiusure ai tempi strettamente necessari ai lavori”

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