Aiuti e accoglienza

Le Regioni incontrano Curcio. Toma: “Faremo di tutto per aiutare, le azioni vanno concordate”

Regioni a confronto con il capo della Protezione civile per coordinare gli aiuti all'Ucraina e agli altri Paesi confinanti: fondamentale la creazione di corridoi umanitari e canali sicuri per far arrivare a destinazione i beni che si stanno raccogliendo in maniera spontanea. Invece i piani di accoglienza saranno gestiti dalle Prefetture, i primi Comuni hanno dato ufficialmente la loro disponibilità ad ospitare rifugiati

I piani di accoglienza regionali saranno gestiti dalle Prefetture, e per quanto riguarda l’invio degli aiuti umanitari si stanno selezionando i canali nazionali e internazionali più idonei. Non è facile nemmeno inviare tir di medicinali, cibo, beni di prima necessità e indumenti per la popolazione ucraina oppressa da una guerra di invasione.

Il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, che oggi ha avuto un incontro con i Governatori delle Regioni italiane, lascia intendere che la definizione dei piani di aiuto e accoglienza può variare in base allo scenario e ad accordi in evoluzione, al momento non ancora definiti.

Sicuramente – questo filtra dall’incontro – le Regioni italiane avranno un ruolo di rilievo, ma dovranno “raccordarsi con le Prefetture e con la filiera consolidata del Ministero”. Il governatore Donato Toma, al termine dell’incontro tra la conferenza delle Regioni e Fabrizio Curcio, commenta: “Ci siamo confrontati per coordinare gli aiuti all’Ucraina e agli altri Paesi confinanti (soprattutto Polonia e Slovacchia) e l’assistenza sanitaria di cui necessita la popolazione ucraina e le operazioni di prima accoglienza dei profughi, azioni che saranno concertate con la Protezione Civile Nazionale e il Ministero della Salute”.

In un contesto di guerra, che non prevede al momento ancora alcun corridoio umanitario, inviare aiuti in maniera spontanea sarebbe inutile e dunque si deve intraprendere una strada che passi attraverso canali sicuri. “Faremo la nostra parte – ribadisce Toma –, le Regioni sono vicine al popolo ucraino e faranno tutto quello che è nella loro possibilità per sostenerlo in questo momento così difficile, che ci auguriamo possa essere superato in fretta”.

Un’eventualità confermata anche dall’architetto Manuel Brasiello, Direttore del Quarto Dipartimento e della Protezione civile regionale. “Purtroppo non esistono canali ufficiali e corridoi umanitari per consentire ai beni raccolti in maniera spontanea di poter arrivare in Ucraina”, esplicita a Primonumero poco prima della riunione con Fabrizio Curcio. Tanto è vero che in assenza di un corridoio umanitario ieri, dal polo di Avezzano, sono partiti i primi aiuti ma con destinazione Polonia, Paese al confine con l’Ucraina: 200 tende da cinque posti letto ciascuna con destinazione Prochowice, centro di raccolta individuato dalla Commissione europea. Il trasporto del materiale è stato coordinato dalla Croce Rossa. A Prochowice sarà allestito un campo con mille posti letto a disposizione dei profughi fuggiti dalla guerra. Oltre 377mila persone sono scappate dall’Ucraina per raggiungere proprio la Polonia.

Infine nella riunione con il capo della Protezione civile è stato chiarito anche qualche aspetto in più sul piano di accoglienza. La protezione civile regionale ha iniziato a raccogliere le adesioni dei centri molisani che possono mettere a disposizione strutture per i rifugiati. “Hanno dato la disponibilità diversi Comuni, ma solo Sant’Agapito ha inviato una pec ufficiale”, chiarisce l’architetto Brasiello. Diverso il caso dei rifugiati (arrivati anche oggi in Molise, a Jelsi ad esempio) che hanno trovato ospitalità in casa di amici o parenti e arrivati nelle ultime ore.

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