Caro gasolio

“La pesca è morta”: protesta silenziosa sui pescherecci. Sciopero ancora in bilico

Marinerie non concordi sull'idea di proseguire il fermo, come vorrebbe Termoli. Intanto sulle barche sono comparsi striscioni contro Toma e il Governo

“La pesca è morta”. “Caro Governo Game Over”. E ancora: “Toma svegliati”. Sono alcuni degli striscioni affissi sui pescherecci di Termoli oggi 11 marzo, quinto giorno di sciopero della marineria molisana, così come di gran parte di quella italiana, in protesta contro l’aumento spropositato del costo del carburante.

Una protesta silenziosa ma che fa rumore quella dei pescatori, sempre decisi a proseguire la loro azione pacifica ma capace di creare conseguenze all’economia. Una settimana senza pesce fresco per Termoli è un problema non solo per chi il pesce lo cattura, ma anche per chi lo vende, chi lo cucina e chi lo consuma.

Ma d’altronde i pescatori lo sanno benissimo e prima di poter riprendere il mare vogliono avere risposte dal Governo. A livello nazionale oggi non è arrivata una risposta univoca dalla riunione delle marinerie d’Italia che si è tenuta ad Ancona e nelle prossime ore dovrebbe esserci un nuovo vertice a Chioggia prima di ufficializzare se lo sciopero proseguirà ancora. Le marinerie dell’Alto Adriatico infatti non sembrano dell’avviso di voler continuare a incrociare le braccia, a differenza dei colleghi del centrosud.

Da Termoli c’è stata una delegazione presente alla discussione per portare la voce dei pescatori molisani che ieri, dopo l’assemblea al mercato ittico, hanno votato per proseguire il fermo.

Ma l’ultima parola deve essere ancora detta e probabilmente solo domenica si saprà se lunedì i pescherecci lasceranno il porto oppure no.

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