Non solo i viaggiatori che usufruiscono del trasporto pubblico su gomma. Sono scontenti anche i pendolari che impiegano i treni regionali: anche per loro è aumentato il costo di biglietti e abbonamenti. Le nuove tariffe sono state applicate in questo 2022: è stata la ‘sorpresa’ di inizio anno per gli utenti del trasporto su ferro. In pratica non sono strettamente legate ai rincari che si registrano nelle ultime settimane al prezzo dei carburanti. Nonostante ciò, l’impatto sulle tasche e quindi sui bilanci familiari dei viaggiatori si è fatto sentire.
Ecco i numeri: “Un abbonamento annuale è passato dai 488 euro a 562 euro, il mensile costa 65 euro mentre prima si pagava 52 euro. Infine, per il biglietto giornaliero attualmente bisogna sborsare 4,10 euro, prima 3,60 euro”, racconta a Primonumero un pendolare che tutti i giorni prende il treno regionale da Isernia per arrivare a Campobasso, la città in cui lavora. “Sono importi riferiti a coloro che vogliono usare i mezzi delle FS, sia esso treno che autobus sostitutivo, sempre del gruppo Ferrovie dello Stato”. In percentuale, vuol dire che per l’abbonamento annuale si paga il 15,2% in più. Se invece si acquista il biglietto giornaliero si spende il 13,9% in più rispetto alle tariffe del 2021. Tuttavia, l’aumento maggiore si registra per chi solitamente acquista l’abbonamento mensile: +25%.
Al maggiore esborso economico non è corrisposto un miglioramento del servizio. Anzi, anche gli orari delle corse scontentano l’utenza. “Ad esempio, dalle 17.45 fino alle 19.20 non vi sono bus FS per Isernia”, racconta ancora il nostro lettore. Quindi, “molte persone che lavorano a Campobasso sono costrette ad utilizzare la macchina per tornare a Isernia. Bisognerebbe confermare – il suo suggerimento – il treno delle 17.30 e togliere o spostare quello delle 17.45 e metterne uno alle 18.20”, ossia in un orario che consentirebbe a chi lavora a Campobasso di poter uscire dall’ufficio e raggiungere la stazione senza il rischio di perdere il treno per far rientro a casa.
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