I concorsi per le nuove assunzioni non sono stati completati, ma per “garantire i livelli essenziali di assistenza” il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano ha firmato il provvedimento per prorogare i contratti a 204 infermieri. Fino al prossimo 31 dicembre resteranno in servizio nelle corsie degli ospedali dove la carenza di personale è drammatica: lo hanno denunciato più volte i sindacati con manifestazioni e iniziative (qualcuno si era incatenato davanti alla sede del Consiglio regionale come Carmine Vasile della Fials).
L’allarme sugli organici insufficienti è stato lanciato anche dai Direttori e dai Responsabili delle Strutture del Veneziale di Isernia, del San Timoteo di Termoli. Analoga sollecitazione era arrivata anche dal direttore facente funzioni dell’UOC Direzione Sanitaria dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, dal Serd (il Servizio per le dipendente patologiche) e dal direttore del Servizio di Emergenza Urgenza (il 118 per intenderci). Tra il 15 febbraio e l’11 marzo, ben quattordici le note spedite negli uffici dell’Asrem di via Petrella per mettere in luce “le attuali criticità riguardanti le dotazioni organiche delle unità operative e delle strutture” che “mettono a serio rischio la garanzia della costante erogazione dei servizi sanitari e il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza”, si legge nell’atto firmato dal dg Florenzano.
Per evitare l’ennesima emergenze nelle corsie il direttore dell’Asrem ha rotto gli indugi e firmato la delibera per “garantire la continuità assistenziale e assicurare i Livelli essenziali di assistenza (Lea), anche in relazione al rischio di contagio da Sars-CoV-2″, i cui casi sono di nuovo in aumento. In secondo luogo, la proroga consentirà di “assicurare la costante erogazione delle attività sanitarie riconducibili alle unità operative e strutture di afferenza e di evitare pregiudizio alla garanzia dei Lea”.
Il provvedimento punta fra le altre cose a “rafforzare strutturalmente i servizi sanitari”, a “far fronte alla lunghezza delle liste di attesa”, a “consentire la valorizzazione della professionalità acquisita dal personale, assicurare la costante erogazione dei servizi sanitari riconducibili alle unità operative e strutture di afferenza”, oltre alla dispersione di “professionalità già formate”.
Per le assunzioni vere e proprie bisognerà aspettare i concorsi.
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