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Contagi su del 29% in 7 giorni, stessi positivi di 40 giorni fa. Ma in ospedale i numeri restano bassi

Continua a crescere il numero di contagi (molto più di quello dei guariti) ma il numero dei ricoverati è leggermente inferiore a quello di 7 giorni fa e il numero di decessi è praticamente stabile da 5 settimana a questa parte (sempre tra 4 e 8). Con l'addio alle mascherine però per qualcuno il virus potrebbe avere un picco all'inizio dell'estate

L'aumento dei contagi è sempre più confermato dai numeri. Fortunatamente questa risalita dei casi positivi al Sars-Cov-2, riscontrabile ormai da diversi giorni, non sta portando a un aumento relativo di ospedalizzazioni e di decessi. In Molise come in Italia.

La nostra analisi verte sui dati regionali del periodo 14-21 marzo e il primo numero che balza agli occhi è quello dei nuovi casi riscontrati, superiore a quello delle 4 settimane precedenti. 2419 diagnosi di positività (circa 345 al giorno) mentre il numero era, andando a ritroso nelle precedenti settimane, 1877, 1881, 1761, 2065 e solo nella seconda settimana di febbraio era più alto (2569). In pratica rispetto alla settimana prima l'aumento è stato quasi del 28.9%.

Di seguito una nostra infografica che mostra l'andamento di contagi, guarigioni, ricoveri e decessi nell'ultimo mese, suddiviso in 3 periodi da 10 giorni l'uno. Emerge l'aumento costante di contagi, l'andamento ondivago delle guarigioni (comunque alte ma sempre meno alte dei nuovi casi) e la sostanziale stabilità (e residualità) di ospedalizzazioni e morti.

 

Si avvicina l'uscita ufficiale dall'emergenza, dopo più di due anni di pandemia, ma è chiaro che la nuova fase andrà affrontata, a livello individuale in particolare, con prudenza perchè il virus non è affatto scomparso e, secondo alcuni esperti tra cui il consulente del Ministro della Salute Walter Ricciardi, il picco di contagi potrebbe esserci a giugno-luglio. Una previsione per molti nefasta e pessimistica ma comunque va tenuto presente che l'addio al dispositivo di protezione delle vie aeree – la mascherina – dovrà essere ben ponderato a seconda delle situazioni.

Tornando ai dati molisani della settimana appena conclusa, vediamo che il numero di ricoveri è stato il medesimo della precedente settimana (13) ma con una differenza importante: negli ultimi sette giorni non ci sono stati trasferimenti in Terapia Intensiva (ce n'erano stati 3 tra il 7 e il 13 marzo) dove in realtà ora non c'è più alcun paziente. Purtroppo infatti nei giorni scorsi gli ultimi 2 degenti intubati sono deceduti. Stiamo parlando di una donna di 79 anni e di un uomo di 69 (rispettivamente di Isernia e Cercemaggiore). Non sono stati gli unici a perdere la vita negli ultimi 7 giorni al Cardarelli nei reparti Covid. Stessa sciagurata sorte è toccata ad altre 4 persone (2 in Anziano Fragile e 2 in Malattie Infettive). A differenza della scorsa settimana, quando su 4 vittime una aveva poco più di 40 anni e una meno di 60, stavolta l'età media (e mediana) delle persone morte è più alta, superiore agli 80 anni.

La situazione ospedaliera al momento è questa: sono 16 i pazienti ricoverati tra il reparto di Infettive (12) e quello (sempre di sub intensiva) per degenti più anziani (14). 26, dunque, mentre alla fine della settimana precedente erano 27. Il numero dunque è stabile al di là dell'incremento di contagi e si ha un numero pressochè uguale (tra 4 e 8) di decessi Covid da 5 settimane a questa parte. Anche il numero di dimissioni è lo stesso (tra 8 e 9) nelle ultime 3 settimane.

mappa contagi 20 marzo

Ha ripreso a salire il numero di guarigioni (questa settimana 1345 vs i 1183 della scorsa) che però resta sempre inferiore a quello dei nuovi casi e ciò non fa che aumentare il numero di attualmente positivi in regione (mappa del 20.03.2022). Questi ultimi - che domenica 13 marzo erano circa 6720 e che domenica 6 marzo erano circa 6040 – oggi (dati di ieri 20 marzo) sono arrivati a 7.789, con un incremento di oltre mille unità nel giro di una settimana. Per avere un numero simile bisogna tornare indietro di oltre un mese. Se di emergenza non si può (finalmente) più parlare, col virus continueremo a confrontarci ancora a lungo.

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