Guerra e caro-energia

Confindustria: “Conseguenze nefaste per piccole e medie imprese, incentiviamo rinnovabili e trivellazioni in mare”

Mauro Natale, Vicepresidente di Confindustria Molise e membro del Comitato Piccola Industria di Confindustria, interviene sull’attuale scenario di crisi.

“L’impatto sul turismo lo sentiremo subito a Pasqua, perché la guerra in Ucraina sarà un deterrente ai viaggi nel bel Paese, soprattutto nelle città d’arte, meta prediletta dei turisti russi e americani. Se a ciò si aggiunge il caro energia, l’aumento generalizzato dei prezzi e la pandemia ancora in corso, le conseguenze sulle piccole e medie imprese di tutti i settori saranno nefaste. Perderemo introiti molto importanti in ogni regione d’Italia. In questi giorni abbiamo notizie di imprese alimentari del Mezzogiorno che sono in grande difficoltà, acciaierie che rischiano il blocco della produzione e così via. Perciò occorre reagire subito, evitando di trovarci in uno scenario simile a quello di due anni fa, quando la pandemia colse tutti di sorpresa e si dovette correre ai ripari facendo di necessità virtù. Il tessuto economico-sociale italiano ha già pagato un prezzo altissimo ed ora che andiamo incontro alla fine delle restrizioni, grazie al calo dei contagi, dobbiamo nutrire la speranza che la guerra in Ucraina non degeneri in un conflitto di dimensioni più ampie, con tutto quello che ne conseguirebbe.
Il mondo occidentale e l’Europa in primis devono ponderare bene le strategie da mettere in campo, adottando risoluzioni uniformi che siano di supporto ai vari Stati che compongono l’Unione. Noi come rappresentanti di Confindustria siamo molto preoccupati e, come evidenziato anche dal Presidente nazionale Carlo Bonomi, riteniamo che sia necessario oggi rivedere i tempi e gli obiettivi del Pnrr e della Transizione ecologica. Dobbiamo diminuire la nostra dipendenza dal gas russo e cambiare il mix energetico, incentivando le fonti rinnovabili, ma soprattutto rivedendo il blocco delle trivellazioni nell’Adriatico, dove ci sono giacimenti di gas metano ai quali la Croazia attinge e noi no. Trivellano di fronte alle nostre coste, mentre noi siamo fermi. È un paradosso, frutto di una politica distratta e autolesionistica.
In attesa che le rinnovabili riescano davvero a soddisfare il fabbisogno di energia dobbiamo mettere in condizioni le centrali a carbone ancora attive di lavorare al massimo e potenziare gli impianti di Gnl, il gas naturale liquefatto, realizzandoli in mare, perché il gas rappresenta la fonte di transizione ideale per arrivare a un futuro low carbon e mitigare la dipendenza energetica da Paesi dai quali ci forniamo come la Russia, ma anche la Libia, l’Iran e l’Iraq”.

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