I dati del ministero

Concessioni demaniali, i lidi molisani pagano da 1.700 a 30mila euro l’anno

A Termoli si paga mediamente meno rispetto che a Campomarino per avere uno stabilimento balneare. Ma l’anno prossimo andranno tutti all’asta, salvo sorprese

Da oltre 30mila euro a poco più di 1.700 euro. È quanto pagano i gestori degli stabilimenti balneari molisani all’anno per le concessioni demaniali. In sostanza, è quanto versano allo Stato per l’utilizzo delle spiagge sulle quali sorgono i loro stabilimenti balneari, con ombrelloni, lettini e tutti i comfort. I dati sono stati diffusi recentemente dal Ministero per le Infrastrutture e si riferiscono al maggio 2021, quindi a quanto è stato pagato per le concessioni 2020.

Sono numeri incompleti, va detto, perché non tutti i dati sono stati resi disponibili. Per fare un esempio, non c’è uno straccio di cifra di quanto pagano i balneatori siciliani. Nelle altre regioni va un po’ meglio ma ogni tanto si trovano concessioni per le quali il Ministero non è stato in grado di fornire la cifra esatta. Al confine col Molise, zero dati arrivano da San Salvo Marina, mentre su Vasto marina c’è qualcosa in più anche se non tutti gli stabilimenti vengono ‘contabilizzati’.

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In Molise mancano i canoni demaniali di una parte dei lidi di Campomarino, specie quelli che si riferiscono alle concessioni più recenti, mentre a Petacciato è stata fornita la cifra soltanto per uno degli stabilimenti. Al completo invece 25 stabilimenti balneari termolesi.

Il primo dato che balza all’occhio è che il canone più alto viene pagato proprio da uno stabilimento di Petacciato marina, con 30.330,49 euro versati annualmente allo Stato, secondo il Ministero delle Infrastrutture.

La cifra più bassa arriva invece dalla Costa Verde di Montenero marina, dove i due lidi conteggiati pagano rispettivamente 1.765,83 euro e 1.885,85 euro ogni 12 mesi.

Per quanto riguarda Termoli, la media dei 25 stabilimenti è 7.777,4 euro l’anno di canone demaniale. Una media che si riceva dagli oltre 29mila euro del lido che paga di più in zona Sinarca ai poco più di 3mila euro che deve sborsare il lido confinante.

Perché tutte queste differenze? Innanzitutto va sottolineato che il rilascio della concessione spetta al Comune mentre la fissazione e la riscossione dei canoni sono appannaggio dello Stato.

Il canone viene calcolato in base alla dimensione e posizione della concessione, alla data di rilascio della licenza e ad altri parametri fissati per legge. Quindi non deve sorprendere se alcuni lidi anche limitrofi paghino cifre così differenti. A Rio Vivo, tanto per fare un altro esempio, si va da un minimo di 5.100 euro a un massimo di quasi 13mila euro.

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Mediamente più alte le cifre dei lidi di Campomarino: se il minimo è 5800 euro circa, il massimo supera i 26mila, anche se mancano i dati di diversi lidi.

Sostanzialmente le cifre pagate dai balneatori molisani sembrano in linea con quanto sborsano i colleghi delle altre regioni. Guardando alle spiagge confinanti, a Marina di Chieuti gli stabilimenti devono tutti attorno ai 5mila euro l’anno allo Stato. A Vasto marina il quadro è più variabile ma mediamente avere una spiaggia in concessione appare molto più economico: pur in assenza di dati completi, si scopre che pochissimi pagano più di 10mila euro l’anno, qualcuno addirittura sotto i 1.000 euro.

È proprio per questo che, sulla spinta della direttiva europea Bolkestein del 2006, in molti ritengono doveroso mettere all’asta le concessioni demaniali e aumentare così le entrate dello Stato, sebbene i titolari dei lidi chiedano di riconoscere i loro sacrifici e le migliorie apportate in decenni di lavoro sulle coste di tutta Italia.

Dopo l’ennesima sentenza pro liberalizzazioni delle spiagge, il Consiglio dei Ministri ha recentemente deciso che dal 2023 le concessioni demaniali andranno a gara pubblica e quindi potrebbero cambiare ‘gestione’ dal 1 gennaio 2024, salvo ulteriori improbabili proroghe del Governo che entrerà in carica fra un anno o poco più. Se le gare verranno effettivamente realizzate, quelle cifre relative ai canoni demaniali potrebbe diventare un ricordo.

Proprio per questo si terrà oggi giovedì 10 marzo a Roma una manifestazione da parte delle associazioni nazionali degli imprenditori balneari Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti per protestare contro la norma con cui il Governo mira a riassegnare le concessioni balneari tramite gare pubbliche senza riconoscere agli attuali concessionari il valore aziendale delle imprese.

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