Termoli

Cinema Adriatico, l’ex assessore: “I lavori potrebbero già partire ma proprietà e Comune sono immobili”

Pino Gallo, già responsabile dell’Urbanistica, ripercorre le tappe che hanno portato all’approvazione della riqualificazione dell’ex cinema Adriatico. “L’Amministrazione deve proseguire nella moral suasion dei proprietari”

Sull’ex cinema Adriatico un progetto valido c’è e il Comune dovrebbe fare di più per spingere i proprietari a ristrutturarlo. Lo mette nero su bianco l’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Termoli, Pino Gallo, in un intervento che da una parte risponde all’interpellanza del M5S di pochi giorni fa, e dall’altra indica le possibili responsabilità dell’attuale Amministrazione e della proprietà privata nell’immobilismo che caratterizza lo storico immobile di via Roma.

In apertura del suo intervento, Gallo risponde all’affermazione dei grillini, secondo i quali “le diverse amministrazioni succedutesi nel tempo non sono state capaci di trovare una soluzione”.

Gallo spiega che “per quanto   riguarda l’Amministrazione guidata dal sindaco Angelo Sbrocca, il problema è stato affrontato sin dall’inizio del quinquennio. Riguardo la vicenda in oggetto, da anni, si era venuta a determinare una situazione di stallo, a causa della controversia insorta tra la proprietà dello stabile e la Soprintendenza regionale per i beni paesaggistici e architettonici. Sullo sfondo, inoltre, anche un contraddittorio, con lo stesso Comune di Termoli, conseguenza dei provvedimenti adottati dalla soprintendenza. Motivo del contendere, appunto, il vincolo apposto dagli uffici periferici del Mibact, i quali ritenevano che non potessero essere apportate modifiche di rilievo al preesistente fabbricato, diversamente dalle intenzioni della proprietà, che progettava una realizzazione ben diversa. Fondamentale, fu un incontro che si ebbe, poco prima del Natale 2014, tra il sottoscritto, coadiuvato dall’allora dirigente ai lavori pubblici Ingegner Matteo Caruso, e il soprintendente Architetto Carlo Birrozzi. In quella circostanza, ci fu un sopralluogo all’ interno dell’Adriatico, alla presenza dell’intero nucleo familiare proprietario dell’immobile”.

Gallo prosegue nella ricostruzione di quanto portato avanti nel quinquennio col centrosinistra alla guida del Comune. “Da quel momento, si intraprese un percorso di mediazione tra proprietà e soprintendenza che portò l’architetto Enzo Ricci, su incarico della proprietà, ad elaborare un dettagliato progetto di fattibilità architettonica, presupposto fondamentale per superare la controversia.

Quel progetto con la nota 7917 del 19 ottobre 2015 della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Molise, ottenne un parere di competenza positivo per il recupero dello stabile. La nota venne firmata dall’allora Soprintendente e dal funzionario delegato Architetto Fioravante Vignone.

Con quel parere, si riusciva a superare ogni ostacolo sorto in precedenza. Lo stabile doveva essere restaurato così com’era;  la sagoma esterna restava invariata, veniva concessa la possibilità di riaprire parte degli ampi finestroni chiusi negli anni,  ma soprattutto la proprietà si era ‘rassegnata’  a  restaurare e ripristinare all’ interno  i vecchi archi posti nel piano magazzino dello stabile, lì dove i termolesi di una volta, ricordano la presenza dell’ attività artigianale di fabbricazione  bibite gassate  della famiglia Barone ed attività di vendita all’ ingrosso di prodotti ittici.

All’interno si accettava la nuova predisposizione proposta dal progettista”.

Gallo aggiunge di aver dato risalto a quel risultato raggiunto, ma rileva: “è probabile che il M5S, così come l’attuale maggioranza, all’epoca impegnati a delegittimare altre nostre iniziative volte a far crescere la città, non se ne siano accorti”.

Quindi prosegue: “Ottenuto il fondamentale parere architettonico, restava da progettare la modalità attraverso la quale si sarebbe proceduto al recupero e definizione degli spazi interni autorizzati (utilizzo di acciaio, mattoni, legno, cemento). Tale intervento strutturale di recupero avveniva attraverso l’ausilio di una specifica progettazione che avrebbe portato all’elaborazione progettuale tramite una Scheda Sinottica, alla cui redazione venne incaricato uno strutturista locale. Pare che la scheda di progettazione sia stata depositata, senza che rilievi siano stai mossi dalla Soprintendenza.

Comunque, sempre dal continuo confronto tra proprietà e Soprintendenza, questo ultimo passaggio tecnico rappresentava un adempimento di non complessa realizzazione rispetto all’approvato progetto architettonico di ristrutturazione (il Mibact non poneva particolari obblighi di scelta sui materiali da utilizzare purché sempre nel rispetto delle tecniche e dei materiali previsti per il recupero di beni vincolati).  Per arrivare all’ incarico dello strutturista ed avviare l’attività del professionista furono necessari altri anni di dialoghi, impegno al convincimento, interlocuzioni aspre, con gli imprenditori che alla fine si convinsero a chiudere la vicenda”.

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Perché la ristrutturazione non è mai partita? Gallo indica questioni politiche, non più autorizzative. In sostanza col cambio di Amministrazione il Comune avrebbe smesso di ‘pressare’ i proprietari, l’impresa immobiliare Pollice, per ristrutturare l’ex cinema.

Era ormai il 2019. E le consultazioni elettorali diedero l’esito che conosciamo; anche grazie alla fattiva collaborazione di molti operatori del settore edile che oggi fanno mea culpa. Se quanto appreso, in relazione alla scheda strutturale risulta essere vero, e credo lo sia, oggi basterebbe una semplice Scia per avviare i lavori e chiudere una ferita che la città si porta avanti ormai da troppi anni.

Concludo, con un invito all’attuale amministrazione a voler approfondire quanto da noi ottenuto, e continuare nella “moral suasion” definitiva che porti all’ avvio dei lavori.

Nel caso in cui si riscontri per l’ennesima volta un atteggiamento di indisponibilità, a prescindere dalle appartenenze politiche, sarebbe opportuno adottare i conseguenti provvedimenti in considerazione del fatto che la ristrutturazione è a portata di mano. Avrà termine l’oltraggio al cuore della città che perdura da 40 anni”.

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