Contenziosi & tutela dei cittadini

Bollette più care, 66 Comuni vanno al Tar: contro Molise Acque tre ricorsi, due sono “maxi”

Sul tavolo del Tribunale amministrativo tre distinti ricorsi per impugnare la delibera di Molise Acque che prevede aumenti retroattivi delle tariffe idriche: due di questi, curati rispettivamente dall'avvocato Di Pardo e dallo studio Ruta-Romano, sono particolarmente importanti dal punto di vista del numero degli enti ricorrenti. Intanto la Regione ha convocato i sindaci per un confronto lunedì prossimo

E’ ampia la schiera dei Comuni molisani che ha deciso di impugnare la delibera che prevede aumenti retroattivi delle bollette dell’acqua: a stabilirlo Molise Acque, l’ente che si occupa del servizio idrico regionale, in un provvedimento approvato lo scorso 30 dicembre 2021. I rincari previsti sono retroattivi, ossia riguardano gli anni dal 2016 al 2019, per i consumi idrici sia nelle abitazioni sia per scopi industriali o irrigui.

Annovera 32 amministrazioni il ricorso più corposo (almeno dal punto di vista del numero dei ricorrenti) dei tre depositati entro l’ultimo giorno utile per poter contestare la delibera firmata dal consiglio di amministrazione guidato da Giuseppe Santone, presidente di Molise Acque dal 2019 su nomina del governatore Donato Toma.

A guidare l’ampia schiera delle 32 amministrazioni è Trivento, cittadina dell’area trignina che pochi giorni fa ha ospitato un incontro con i sindaci, tutti scontenti per il provvedimento che comporterà degli esborsi ulteriori per le casse comunali e per gli stessi cittadini. “Nel gruppo dei 36 paesi, oltre ai centri della zona trignina e del Medio Molise – spiega a Primonumero il sindaco di Trivento Pasquale Corallo – ci sono anche paesi della provincia di Isernia e del Basso Molise“. Area quest’ultima frequentemente alle prese – soprattutto d’estate – con i disagi causati dalle rotture delle condotte idriche e quindi dai rubinetti a secco. Per i cittadini bassomolisani pagare di più sarebbe una beffa, oltre che un danno.

Il gruppo dei 32 Comuni che hanno aderito al maxi ricorso, curato dallo studio legale Di Pardo, comprende Trivento, Roccavivara, Civitacampomarano, Salcito, Pietracupa, Forlì del Sannio, Casalciprano, Fossalto, Palata, Limosano, Macchiagodena, Ururi, Vinchiaturo, Colletorto, Cercepiccola, Montorio nei Frentani, San Giuliano del Sannio, Campochiaro, Santa Croce di Magliano, Montelongo, Casacalenda, Ripabottoni, San Giuliano di Puglia, Mafalda, Bonefro, Montenero di Bisaccia, Castelmauro, Castellino del Biferno, Acquaviva Collecroce, Riccia, Rotello, Molise. L’istanza sottolinea l’illegittimità della delibera di Molise Acque anche alla luce degli aumenti già decisi negli anni scorsi dalla Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e pone anche questioni di competenza nella decisione di aumentare le tariffe idriche.

Altri trenta Comuni si sono affidati, per il secondo maxi ricorso, allo studio Ruta-Romano: tra questi Campobasso, Bojano, Ferrazzano, Campomarino, Oratino, Guglionesi e San Biase. Infine il terzo ricorso è curato dall’avvocato Andrea Latessa per conto di Larino, Castropignano, Montefalcone del Sannio e Guardialfiera.

Gli aumenti delle tariffe idriche decisa a partire dal 2016 da Molise Acque sono considerati illegittimi e colpiranno i cittadini che devono fare i conti con i rincari generalizzati delle spese energetiche e di alcuni beni alimentari.

Contro questa valanga di ricorsi il presidente Donato Toma ha convocato i sindaci per un confronto che si svolgerà lunedì prossimo alla presenza dei rappresentanti di Molise Acque ed Egam. “Auspichiamo che prima di andare nelle aule dei tribunali la questione si possa risolvere prima: siamo stati convocati lunedì prossimo dalla Regione”, sottolinea ancora il sindaco Corallo che ha sempre auspicato una soluzione politica della vicenda che riguarda semplici cittadini, aziende, consorzi.

Il confronto consentirà probabilmente solo di chiarire alcuni aspetti del provvedimento con cui sono stati stabiliti gli aumenti retroattivi. Se la controversia non sarà risolta, dal prossimo aprile la ‘parola’ passa ai giudici del Tribunale amministrativo regionale.

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