Campobasso

Adolescenti e famiglie sempre più fragili: apre lo sportello per i disturbi alimentari

Il Comune, in collaborazione con ‘Food for mind’, a sostegno dei ragazzi alle prese con la malattia che colpisce almeno 3 milioni di persone in Italia. L’assessore Praitano: “Professioniste che lavoreranno e seguiranno i ragazzi per una diagnosi precoce. L’età si sta abbassando purtroppo, le ragazze ne soffrono di più rispetto ai ragazzi”.

Fragilità, isolamento, disturbi del comportamento alimentare che sfociano spesso nell’anoressia. Una malattia per la quale non ci sono medicine o terapie risolutive valide per tutti. Spesso è silente, ma ci sono dei segnali che vanno presi in considerazione, come l’evitare di stare a tavola a pranzo, saltare pasti, rintanarsi nella propria camera senza vedere gli amici. Le famiglie, oltre che gli specialisti, devono e possono fare di più di fronte a situazioni di questo tipo.

Nella ‘Giornata del Fiocchetto Lilla’, simbolo dell’impegno e della consapevolezza nei confronti delle problematiche legate ai disturbi alimentari, è stato presentato il progetto dello sportello d’ascolto ‘Food for mind’ che verrà sviluppato dall’amministrazione comunale di Campobasso insieme col Centro Food for mind srl, rivolto alla diagnosi e all’intervento precoce dei Disturbi del Comportamento Alimentare.

Proprio per andare incontro agli adolescenti (la fascia d’età colpita in gran parte), è stato attivato uno sportello specifico all’ex Omni di via Muricchio: “Il problema è molto diffuso, in Italia il Ministero della Salute ha parlato di 3 milioni di casi, almeno quelli accertati – spiega l’assessore alle politiche sociali del Comune capoluogo –. Anche a Campobasso ci sono molte persone con disturbi del comportamento alimentare. Tra l’altro, durante la pandemia i casi sono aumentati del 30%”.

Ecco perché “abbiamo pensato di offrire un supporto, un sostegno ai ragazzi che possono trovare un primo indirizzo per individuare la strada per stare meglio – prosegue Luca Praitano –. Abbiamo attivato uno sportello all’interno del ‘polo della famiglia’, l’ex Omni, dove ci saranno anche altri servizi gestiti dalla cooperativa Sirio. Verrà svolto grazie alla collaborazione preziosissima di ‘Food for mind’, sportello d’ascolto formato da professioniste che lavoreranno e seguiranno i ragazzi per una diagnosi precoce, questo sarebbe l’obiettivo. L’età si sta abbassando purtroppo, le ragazze ne soffrono di più rispetto ai ragazzi”.

Una iniziativa presentata al Circolo Sannitico, alla presenza di tre psicoterapeute. Che entrano nei dettagli del problema, anzi della malattia che negli ultimi anni si sta purtroppo espandendo. Quando ci si ammala di disturbo alimentare nella maggior parte dei casi inizialmente si tratta di una scelta, una scelta paradossale e disastrosa. Lo sottolinea la dottoressa Luigia Priamiani: “In quel momento non si riesce a superare crisi di tipo evolutivo. Quando si abbraccia questa malattia diventa una vera e propria condizione esistenziale, la persona non riesce più a distaccarsi da determinati schemi e da questo rapporto patologico con il cibo, con il corpo, con le calorie. È un problema che attacca il corpo, e successivamente la mente”.

E il processo per uscirne è lungo e fatico: “E’ difficile liberarsene, mediamente occorrono cinque anni per venirne fuori. Sono soprattutto gli adolescenti ad ammalarsi che vivono ansia, angoscia, fobia, rispetto a prestazioni scolastiche, alle relazioni, e vedono la soluzione nel comportamento di attaccare il corpo. Il processo di cura sta nel soggettivizzare e ridare l’identità alla ragazza malata, perché si tratta nella maggior parte dei casi di donne”.

Come si accennava, diventa fondamentale il ruolo della famiglia. La dottoressa Mariangela Lepore dice giustamente che “il sintomo alimentare salta all’occhio. Ognuno di noi ha vissuto durante la pandemia difficoltà con l’isolamento e le chiusure, tantissimi si sono resi conto che il rapporto col cibo è il canale privilegiato. Bisogna tener conto sia del rapporto del soggetto col mondo che dal punto di vista biologico”.

Purtroppo, pur coinvolgendo così tante persone, quella del disturbo alimentare “viene definita un po’ la cenerentola del sistema sanitario perché non c’è una specifica terapia farmacologica, non c’è una clinica ad hoc per i disturbi dell’alimentazione – continua Lepore –. Quindi il nostro è un approccio multidisciplinare. Noi siamo psicoterapeute ma c’è sempre bisogno della nutrizionista, della dietista, dello psichiatra a volte”.

Per tutti questi motivi, “quando prendiamo in carico un paziente lo facciamo anche con tutta la famiglia – aggiunge la dottoressa Ramona Tamburro –. Queste ragazze vivono nelle loro case, continuano a vivere con la società, un disturbo alimentare come l’anoressia ha campanelli d’allarme. Dunque, stare più attenti ai segnali come genitori, per esempio evitare di sedersi a tavola, evitare di uscire con gli amici, la convivialità. La famiglia è fondamentale ma anche i compagni a scuola, guardare più attentamente chi si ha attorno”.

Mostra disturbi alimentari

Assieme alla presentazione del prossimo sportello d’ascolto Food for mind, è stata anche inaugurata nelle sale del Circolo Sannitico di Campobasso, la mostra fotografica “Le voci del corpo” realizzata da Michela Cristofaro che nelle sue opere richiama in modo diretto i temi legati al disturbo alimentare.

La mostra sarà visitabile gratuitamente dal 15 al 19 marzo, dalle ore 17.00 alle ore 20, e il giorno 20 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 13.00.

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