In Box

Guglionesi

A nome di quanti hanno conosciuto, stimato, amato Lina Romanelli

Un minuto di silenzio.

In questo tempo strano  voglio  fermarmi un minuto in silenzio.

In silenzio se n’è andata pochi giorni fa, con la discrezione e la riservatezza con cui aveva condotto la sua esistenza, Lina Romanelli. Ha vissuto a Guglionesi una vita lunga, piena, dedicata al lavoro e alla famiglia, resa intensa da una Fede profonda e sincera.

Se mi fermo a rivolgerle un pensiero è per ciò che Lina Romanelli, la Professoressa Lina Romanelli, ha lasciato in me e in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di essere suoi alunni.

Minuta nel fisico, era un gigante nella conoscenza: per anni è stata una colonna del Liceo Classico “Gennaro Perrotta” di Termoli per le discipline umanistiche. Instancabile lavoratrice, dosava amorevolezza e fermezza, condivideva il sapere con passione e rigore. La mia classe, baciata dalla sorte, ebbe l’opportunità di averla al Ginnasio come docente di Italiano, Latino, Greco, Storia e Geografia (un tempo la cattedra era organizzata così) e poi al triennio come docente di Latino e Greco. Fu lei a fornirci i primi rudimenti di grammatica greca e latina per consentirci di addentrarci nel meraviglioso e sempre attuale universo delle letterature classiche. Il cammino non era sempre semplice, ma lei era una guida costante e presente.

L’insegnante è colui che “segna in”, “lascia un segno dentro”, da ottima insegnante qual era ha assolto al suo compito: ha lasciato un’impronta significativa nelle menti (e nei cuori!) dei suoi allievi. Non è un caso che molti di essi oggi siano a loro volta docenti (al Perrotta, all’Alfano, in altre scuole termolesi, molisane, in scuole di altre regioni…).

Quando iniziai a lavorare nel mondo della scuola insistette perché la chiamassi per nome, dandole del “tu”: ormai eravamo colleghe, diceva.  Non mi è mai stato possibile, non ci sono riuscita: la deferenza, il rispetto grande che ho nutrito e sempre nutrirò per lei e per i miei buoni Maestri  me lo hanno impedito.

E sono contenta di una cosa: non ho il rimpianto di non averla ringraziata. Questo l’ho fatto, diversi anni fa: sono riuscita a dirle quanto il suo insegnamento fosse stato prezioso ed esemplare per me. La stessa gratitudine provo per la Professoressa Carolina Di Leo, mia docente di Italiano al triennio.

In un mondo in cui, a volte, sembra che tutto sia dovuto o che nulla abbia valore, il bene va riconosciuto, la gratitudine va manifestata.

Se oggi sono la persona che sono è anche grazie a quel “segno” che docenti preziose hanno lasciato in me.

Sit terra levis, Professoressa Romanelli.

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