Campobasso

Portata incosciente in ospedale, trattata dopo 12 ore. “Mia madre non è una malata terminale, voglio sapere che è successo”

La donna, 59 anni, si trova su una barella nel corridoio del Pronto Soccorso del Cardarelli dalle ore 13 di sabato. La storia portata all’attenzione dei vertici Asrem e sanitari dalla presenza di una troupe di Rai Tre Molise. La famiglia ha potuto vederla solo il giorno dopo, per pochi minuti, e la figlia oggi racconta: Ci dicono che potrebbe aver subito danni permanenti, siamo sconvolti”.

Si trova su una barella nel corridoio del Pronto Soccorso dell’ospedale Cardarelli dalle ore 13 di sabato. A oggi nessun medico ha ancora informato la famiglia sulle reali condizioni della paziente, una donna di 59 anni residente a Campobasso, portata d’urgenza in ospedale per una crisi epatica che l’ha ridotta quai in uno stato di semi incoscienza, aggravatosi col passare delle ore. La donna è stata trattata dopo 12 ore di attesa e solo in seguito all’intervento – a mezzanotte – del direttore sanitario Evelina Gollo arrivata con un ispettore Asrem. Sul posto c’era una troupe di Rai Tre Molise con la giornalista Monica Raucci che ha raccontato il caso nell’ambito di un servizio televisivo il giorno successivo.

I figli hanno trascorso il fine settimana in auto fuori dall’ospedale, implorando di sapere qualcosa, di parlare con qualcuno, di mostrare a qualcuno il risultato degli esami fatti la mattina di sabato in forma privata. “Esami – spiega la figlia, Debora – che hanno evidenziato livelli altissimi di bilirubina, causati da una probabile intossicazione da un farmaco che mia madre deve prendere per la sua patologia e dei cui effetti collaterali siamo al corrente da tempo”. Ma quando la donna si è recata dall’infermiera del triage per presentare il referto, con l’obiettivo di agevolare la diagnosi clinica, per tutta risposta “sono stata invitata a non disturbare più con cose del genere e sono stata rimandata indietro”.

Che assistenza sanitaria è questa? Se lo sta domandando in queste ore la famiglia, disorientata davanti alla impossibilità di interfacciarsi coi medici, in una situazione che non si è affatto risolta. “Se oggi qualcosa sta accadendo – racconta ancora Debora – è solo perché sono andata in direzione Asrem a protestare. Mia madre si trova su una barella del Pronto Soccorso dalle ore 13 di sabato”.

In questo scenario è impossibile anche girare la cartella clinica (“non ci hanno detto nulla”) all’oncologo che ha in cura la 59enne a Roma, al San Camillo. “Mia madre – dice Debora – ha un tumore dal 2014 ma fino a due giorni fa ha fatto sempre fatto una vita normale. Si è sottoposta a cicli di chemioterapia per 7 anni e ha sempre risposto benissimo, era stazionaria e non certo una malata terminale, come ha detto in ospedale una dottoressa. Non è una malata terminale e deve essere stabilizzata e curata”.

Proprio in queste ore, si apprende da fonti della famiglia, al Cardarelli la stanno sottoponendo ad accertamenti per vedere se ha riportato danni permanenti. “Da sabato a oggi – precisa ancora la figlia – nessun oncologo è stato chiamato per vistarla. In queste condizioni non possiamo nemmeno portarla a Roma, al San Camillo. Sarebbe troppo rischioso, come mi ha detto al telefono il suo oncologo”.

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