Il cammino per la santità

Papa Francesco proclama Fra Immacolato ‘Servo di Dio’. Più vicino il primo Santo di Campobasso

Dopo il riconoscimento delle "Virtù eroiche del Servo di Dio immacolato Giuseppe di Gesù", la Diocesi di Campobasso si prepara a festeggiare il decreto di venerabilità firmato da Bergoglio nell'ambito del cammino di santificazione di Fra Immacolato. Aldo Brienza venne colpito a 16 anni da osteomielite deformante e per oltre 50 anni ha vissuto tra enormi sofferenze. "Ha saputo trasformare la sua malattia in un apostolato straordinario di preghiera e di offerta", ricorda Bregantini

Fra Immacolato Brienza potrebbe essere proclamato presto santo. Nel cammino di canonizzazione è stato compiuto un passo fondamentale: il riconoscimento di Servo di Dio. Il processo poi continua con la qualifica di venerabile e beato.

Papa Francesco intanto ha riconosciuto le “Virtù eroiche del Servo di Dio immacolato Giuseppe di Gesù, al secolo Aldo Brienza, religioso presso l’ordine dei Carmelitani scalzi, nato il 15 agosto del 1922 a Campobasso E Ivi morto il 13 aprile 1989”. E’ quanto si legge nel decreto emanato nell’ambito della Congregazione delle cause dei Santi. “E’ un vero dono, un regalo immenso che Papa Francesco ha fatto a tutto il Molise, una terra che ora profuma ancora più di santità”, sottolinea il vescovo di Campobasso Giancarlo Maria Bregantini nell’annunciare la bella notizia.

La vita di Fra Immacolato, nato nel capoluogo molisano nel 1922, aveva colpito anche San Pio da Pietralcina: “A Campobasso avete un santo in carne ed ossa“, aveva detto di lui. Aldo Brienza era stato colpito a soli 16 anni da una osteomielite deformante degli arti e per oltre 50 anni ha sofferto per i fortissimi dolori ai piedi, come “un chiodo che li trafigge da parte a parte”, si raccontava. Sofferenze che ricordavano quelle di Gesù sulla croce. La malattia poi si è estesa paralizzando quasi tutto il corpo. Alla fine della sua vita, Fra Immacolato riusciva a muovere solo la testa, un braccio e parte del busto.

In occasione dei suoi funerali, celebrati il 15 aprile del 1989 alla presenza di centinaia di fedeli in lacrime, è diventata evidente la volontà della comunità campobassana e della Chiesa di avviare il percorso di santificazione di Fra Immacolato. “Quella folla immensa lo voleva Santo, perché lo si sentiva già Santo”, ricorda proprio monsignor Bregantini. Il 5 febbraio 2018 è stato proprio il presule a portare la documentazione e gli incartamenti alla Congregazione delle Cause dei santi, a Roma. La raccolta delle testimonianze era iniziata con monsignor Armando Dini che si è avvalso dell’aiuto operoso di don Fabio Di Tommaso.

Con il decreto di venerabilità, che sarà emanato tra breve, la sua casa diventerà un piccolo Santuario – annuncia sempre Bregantini – perché lì un giovane, un giovane come mille altri giovani del Molise, non solo non ha maledetto la sua malattia, ma ha saputo trasformarla in un apostolato straordinario di preghiera e di offerta”. La casa in cui Fra Immacolato ha vissuto la sua vita di sofferenze, a poca distanza dall’istituto ‘Pilla’ e dalla stazione dei treni di Campobasso, è stata acquistata nel 2021 dalla Diocesi di Campobasso.

fra immacolato

“Avevamo intuito – dice oggi Bregantini – che quel luogo sarebbe stato sempre più valorizzato, perché scrigno di preghiere, di grazie e di benedizioni dal cielo. Non è stato facile l’acquisto, ma ora lo sentiamo realmente provvidenziale. Quella casa parla della sua vita; quel letto è il sacrario da dove quel giovane, Aldo, colpito a soli 16 anni da una osteomielite deformante degli arti, ha offerto a Dio la sua vita per oltre 50 anni”.

Il decreto del Papa assume ora tre precisi significati. In primo luogo, spiega il vescovo, è “il riconoscimento alla famiglia, specie alle sorelle Lucia e Ada, che hanno dato il massimo di attenzione e di premura al loro fratello infermo. Se diventerà Santo, come tutti speriamo, lo sarà anche perché le sorelle e la famiglia tutta l’ha aiutato a diventare santo. E’ infatti vero che le lacrime asciugate in casa permettono di vedere Dio in un modo più sereno, per sentirlo realmente Padre. Quando invece le lacrime non sono asciugate in fraternità, diventano come macigni, il dolore si fa acido e la sofferenza raggela il nostro cuore”.

Il secondo motivo di gratitudine è perché “questa venerabilità sigilla il cammino sinodale che la nostra diocesi sta vivendo nella sua fase attuativa. Il Liber Sinodalis cita diverse volte la figura di Fra immacolato, come modello per i giovani e per i sacerdoti, nella crescita di tutta la Comunità Cristiana”.

Infine, il processo di santificazione di Fra Immacolato accende la speranza anche per la santificazione del vescovo Secondo Bologna, che morì sotto le bombe il 13 ottobre del 1943 durante l’occupazione nazista del capoluogo. “Il terzo motivo è la speranza della santità – insiste Bregantini – per la figura del Vescovo mons. Secondo Bologna, Martire per la città, che si è offerto vittima, come fra Immacolato, per la salvezza di Campobasso, nel periodo tristissimo dell’occupazione nazista. La nostra diocesi desidera ardentemente presentare a Roma il suo cammino di canonizzazione, guardando a lui, come martire, spinti dalle novità espresse recentemente da papa Francesco, quando vede che il vero martire è colui che sa donare la sua vita, per amore, per la salvezza dei fratelli. Così ha fatto il vescovo Bologna, giovanissimo, morto nei locali del seminario. La sua morte, infatti, portò la pacificazione, bloccando l’avanzata dei nazisti, con l’ingresso degli Alleati in città”.

Il prossimo 11 maggio la Diocesi festeggerà il decreto di Venerabilità in modo ufficiale: “La scelta di quella data – conclude il vescovo – è che, non potendo celebrare nel giorno della sua morte, il 13 aprile poiché è la settimana santa, trasferiamo la festa alla data della sua consacrazione religiosa, nell’ordine carmelitano. Sarà per tutta la città, per la diocesi e per tutto il Molise, un evento di benedizione che profumerà di Santità le nostre colline, i Borghi, per dire a tutti che, con la forza dello Spirito Santo, è possibile diventare santi, perché il mondo divenga un’oasi di pace, poiché ci vogliono esistenze che gridino silenziosamente il primato di Dio”.

(foto Facebook)

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