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La curva che non scende abbastanza e i ricoveri ancora alti. I dati che hanno portato il Molise in zona gialla

Al momento in Terapia Intensiva il 12.6% dei pazienti ricoverati è 'Covid', così come il 24.4% dei degenti nei reparti di Infettive e simili. Percentuali superiori alle soglie cosiddette critiche e che hanno decretato il passaggio di colore della regione. I contagi sono piuttosto stabili da 3 settimane e sono all'incirca più di 800 ogni 100mila abitanti. I segnali incoraggianti però, a ben vedere, ci sono. Uno su tutti: gli attualmente positivi sono quasi 1.150 in meno rispetto a una settimana fa

grafico contagi guariti 13 febbraio

Da oggi il Molise è in zona gialla, come non accadeva ormai da mesi e mesi. Ci resterà, presumibilmente, almeno un mese sebbene questo ormai non comporti nei fatti cambiamenti rispetto alla situazione da zona bianca. Ma come ci siamo arrivati? Il tasso di occupazione nei reparti covid, sia quelli ordinari che nelle Terapie intensive, ha superato le soglie critiche, anche se dal giorno che ha decretato il passaggio nella fascia di colore diverso (fanno fede i dati presi il 10 febbraio) queste sono leggermente scese ma rimangono oltre il limite fissato convenzionalmente (ora sono rispettivamente al 24.4% e 12.8%).

A questo si aggiunga che l’incidenza dei contagi è ancora molto alta, di gran lunga superiore a quei 50 casi ogni 100mila abitanti necessari per la zona di minor rischio. Il Molise da 3 settimane ha contagi sostanzialmente stabili e superiori agli 800 ogni 100mila abitanti. In tutta Italia si viaggia su numeri a 3 cifre, chi più chi meno, e in alcuni casi si arriva anche sopra il migliaio, ma quel che si è notato è che in alcune regioni del Sud, tra cui la nostra, la curva non sta scendendo velocemente. La crescita è vicina allo zero ma di discesa ancora non si può parlare.

Vediamoli allora i dati della settimana 7-13 febbraio, indicatori che ci hanno traghettato in zona gialla, colore che contraddistingue peraltro la maggioranza delle regioni italiane. I contagi sono stati 2.569, cifra simile – come detto – a quelle delle due settimane precedenti (2.662 e 2.683) che in ogni caso hanno invertito la rotta rispetto al grande aumento avvenuto in precedenza, con il clou dell’ondata Omicron.

Va detto che il numero di guarigioni è stato altissimo negli ultimi 7 giorni: se la settimana precedente si erano avute addirittura 3.520 negativizzazioni, nell’ultima il numero è arrivato a sfiorare quota 3.700 (si è fermato a 3.696). Detto altrimenti, ogni giorno degli ultimi 7 per 367 nuovi contagiati ci sono stati 528 guariti. Gli attualmente positivi sono diminuiti, rispetto a domenica scorsa, di 1.142 unità (-871 nella precedente rilevazione, +327 in quella prima ancora). Questi numeri segnano ancora una volta l’inversione di tendenza che si sta confermando nelle ultime settimane, laddove prima mai il numero di guarigioni superava quello delle nuove positività.
Al momento – dati di ieri 13 febbraio – le persone positive in regione sono 7.800. Questa la mappa dei contagi comune per comune. Oltre a Provvidenti (Covid free da diverso tempo) anche un altro piccolo centro, Castelverrino, risulta privo di residenti contagiati. Al contrario, Campobasso ha ancora 1.349 casi attivi (in calo da 1.780) e Termoli 1.117 (da 1.126). Isernia ha ora 669 residenti contagiati (da 948) e gli altri paesi con numeri a tre cifre sono 12.

mappa contagi comuni 13 febbraio

Già ieri vi abbiamo fatto notare una curiosità, se così si può dire. Il numero di persone infettate dal Sars-Cov-2 dacchè è iniziata la pandemia, circa due anni fa, è arrivata ieri a 34.999 e dunque oggi supererà le 35mila unità. Il numero di guariti invece è arrivato a 26.630 (dunque il 76% di chi ha avuto l’infezione). I morti – nel computo di Primonumero rispetto a quello Asrem c’è una lieve differenza perchè nel nostro conteggio sono inserite anche persone molisane trasferite e morte fuori regione – sono stati 583 (dunque l’1.67% dei contagiati). Rimangono ancora positive, come detto, 7.800 persone. Di queste 48 al momento sono ricoverate in ospedale (lo 0.6%).

 

Passando appunto al capitolo ricoveri, intanto registriamo che il numero dei degenti è lo stesso della fine della settimana scorsa: 48. Se però nel periodo 31 gennaio-6 febbraio ci sono stati 28 ingressi e 8 dimissioni, in quello 7-13 febbraio i primi sono stati 20 e le seconde 7. In qualche modo quindi un calo delle ospedalizzazioni c’è stato. Quel che è aumentato (ma probabilmente si tratta di un caso singolo e non di una tendenza) è il numero di ingressi in Terapia Intensiva, dove la severità della malattia è altra cosa rispetto ai reparti ordinari. Ebbene, tra i 20 ricoveri di quest’ultima settimana ce n’è uno (diretto) in Intensiva (si tratta di un uomo che poco dopo l’arrivo in ospedale e i tentativi dei medici di intubarlo è morto) e in più si contano 5 trasferimenti nel reparto salvavita di altrettanti pazienti fino ad allora ricoverati nella sub-intensiva. I restanti 19 ricoveri invece hanno riguardato i reparti di Malattia Infettiva (12) e Anziano Fragile (7).

Al momento i degenti Covid al Cardarelli si trovano: in 5 casi (+2 rispetto alla settimana precedente) in Rianimazione; in 28 (-2 rispetto alla settimana precedente) in Infettive e in 15 (stabile rispetto alla settimana precedente) nel reparto per anziani. Di questi complessivi 48 degenti, 20 non sono vaccinati (erano 17 su 48 la settimana prima), 2 hanno la sola prima dose, 6 hanno due dosi (o la dose unica) e 20 hanno anche il booster.

Negli ultimi 7 giorni ci sono stati 13 decessi, tutti in ospedale e precisamente 4 in Terapia Intensiva, 6 in Malattie Infettive e 3 nel reparto Anziano Fragile. Nella settimana precedente erano stati 14 (di cui 13 in ospedale e 1 in Rsa) mentre i numeri erano decisamente inferiori nei periodi precedenti. Tornando agli ultimi 7 giorni, il bilancio parla di 6 uomini e 7 donne deceduti. Avevano tra i 63 (la vittima più giovane, spirata in Terapia Intensiva) e i 99 anni. L’età media di queste 13 vittime è 84.7, la mediana è anche superiore (86). Oltre al sessantenne, sono deceduti 3 settantenni, 3 ottantenni e ben 6 novantenni. Chiaro che in molti casi non è stato il solo Covid a ucciderle.

Infine, la vaccinazione, lo strumento che ci sta portando fuori dalla pandemia (che però, come ha ribadito l’Ecdc, non può dirsi conclusa) perchè, nonostante l’arrivo impetuoso di una variante contagiosissima, i ricoveri sono rimasti a livelli accettabili e ora, come si vede guardando al dato nazionale, stanno vieppiù calando. Nell’ultima settimana il numero di somministrazioni in Molise è sceso a 8.375 (di cui 5.762, il 68.8%, relativo a terze dosi). Procede a buon ritmo la immunizzazione di chi ha tra 5 e 11 anni. Ha ricevuto la prima dose il 42.9% dei molisani in questa fascia d’età (la percentuale in Italia è al 36%) e ha fatto anche la seconda il 30.9% (in Italia il 24.57%).

 

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