L'intervista

Il sindaco di Campodipietra: “Ho preso 2 volte il covid. Mi obbligano? Vado a Cuba a vaccinarmi”

Le parole di Giuseppe Notartomaso, primo cittadino di Campodipietra, paese a pochi chilometri da Campobasso. "Mi chiamano sindaco 'no vax'?Mi dispiace che questo termine sia usato in maniera dispregiativa. Il covid si può curare con le terapie domiciliari. Mi obbligano? Farò un percorso che prevede una serie di analisi per la verifica della compatibilità al siero genico sperimentale e se proprio sarò obbligato andrò a Cuba"

Guai a definirlo ‘sindaco no vax‘. “Mi dispiace che questa espressione sia utilizzata in modo dispregiativo, a me non piace. Preferisco confrontarmi per trovare soluzioni”. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, usa parole pacate Giuseppe Notartomaso, primo cittadino di Campodipietra, paese a pochi chilometri da Campobasso. Chi pensa di trovarsi di fronte un agguerrito oppositore del vaccino anti-Covid si sbaglia. Purtroppo, tra i tanti terribili effetti, la pandemia ha favorito anche la polarizzazione e l’estremizzazione delle posizioni tra sostenitori e contestatori delle iniezioni con il farmaco anti-Covid. Opinioni sfogate spesso con veemenza sui social. Tante volte i cosiddetti ‘no vax’ criticano la preminenza data sui mezzi di comunicazione di massa ai sostenitori del vaccino.

Giuseppe (Peppe, lo chiamano in molti) Notartomaso è per fortuna una persona con cui si può ragionare ed è ben lontana dal voler imporre il proprio pensiero. Per due volte ha avuto la malattia provocata dal virus Sars-Cov-2: la prima a dicembre del 2020, la seconda pochi giorni fa. “Ma quest’ultima volta non si può considerare covid, ho avuto solo il raffreddore“, spiega. Invece più di un anno fa è stato peggio: “Ho avuto la febbre a 37.5 e tutti gli altri sintomi: ho perso gusto e olfatto, avevo spossatezza, mi mancava il respiro”. E’ in questa occasione che conosce le terapie domiciliari (tema controverso e dibattuto anche a livello scientifico, con posizioni divergenti, ndr) per curare il covid. “Ho capito che esistevano terapie domiciliari e che erano una soluzione. Sono guarito, nonostante abbia i miei problemi di salute e non sono proprio giovane (ha 62 anni, ndr)”.

Il problema è che è stato introdotto l’obbligo vaccinale per tutte le persone che hanno almeno 50 anni. Mentre fra pochi giorni (dal 15 febbraio per la precisione) per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età sarà necessario il certificato verde rafforzato per l’accesso ai luoghi di lavoro. Lo prevede il decreto legge del 7 gennaio 2022.

Sindaco, cosa farà?

“Ho tempo fino al 15 febbraio per capire cosa fare, sto raccogliendo materiale per incamminarmi su una certa strada. Farò la prenotazione e poi avrò altri 20 giorni per la verifica della compatibilità al siero genico sperimentale. Inoltre, ne parlerò con il medico: se la mia situazione generale, se la mia anamnesi è compatibile (col vaccino, ndr) e farò le analisi che possa scongiurare possibili rischi. Cercherò di contrastare in maniera forte la possibilità di potermi vaccinare. Sono preoccupato per l’effetto che il vaccino potrebbe avere su di me, che ho già preso il covid, ne sono guarito e presumibilmente avrò gli anticorpi. E poi tutta questa premura che loro hanno su questo farmaco sperimentale: se è una cosa buona, non capisco perchè debbano pregare o obbligare la gente. E poi i vaccinati che timori hanno nei confronti dei non vaccinati? Hanno la copertura… Che problema hanno? Dovrebbe essere un problema per chi ha deciso di non vaccinarsi. Chi è vaccinato non dovrebbe temere nulla”.

Ma basterà contattare il medico di famiglia?

“Io mi farò prescrivere dal medico le analisi da fare per scongiurare possibili rischi. Poi mi recherò anche in un hub vaccinalee deciderò sulla base di quei risultati e delle valutazioni del medico vaccinatore a cui porrò delle domande. Sono preoccupato perchè questa persecuzione nei confronti dei non vaccinati: la scienza vera e affidabile continua a dire il contrario. Io mi sono documentato. E poi vogliamo leggere i dati dei ricoverati al Cardarelli (legge il bollettino del 1 febbraio, ndr)? Diciotto persone hanno tre dosi. Mi spiegate la funzione del vaccino? Che poi è un farmaco sperimentale…”

E per la sua attività amministrativa come farà? Occorre il super green pass per accedere agli uffici pubblici…

“Per andare in Municipio mi sottoporrò a tampone, come ho sempre fatto per non mettere a rischio le altre persone (il green pass deve però essere ‘super’ e non ‘base’, dunque va bene quello da guarigione ma non da tampone, ndr). Nel 2024, del resto, concluderò la mia quasi ventennale esperienza da amministratore: non mi ricandido”.

Sindaco, ma la legge prevede l’obbligo per chi ha più di 50 anni come lei…

“Se proprio sarò obbligato, andrò a Cuba a vaccinarmi. Lì è stato prodotto un vaccino proteico che reputo migliore di quelli a mRNA che vengono somministrati qui in Italia”.

Ma perchè a differenza di altri sindaci non pubblica sulla pagina facebook del Comune il numero delle persone positive, dei guariti…?

“(sorride) Dovrei pubblicare i dati delle persone che prendono il raffreddore? A Campodipietra in questa nuova ondata ci sono stati mediamente 70-80 positivi. Hanno avuto quasi tutti sintomi lievi sia i vaccinati (il 95% dei contagiati) sia i non vaccinati (il 5% dei positivi)”.

Quindi cosa propone al posto del vaccino?

“Quando mi sono ammalato, ero preoccupato. Ma ho capito che qualche soluzione c’era e ho seguito le terapie domiciliari: con i farmaci giusti (non parlo della tachipirina) si può guarire, funzionano. Quindi, confrontiamoci. Io mi sono negativizzato in dieci giorni. Non capisco perchè chi è vaccinato ha paura di chi non è vaccinato…”

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